• Capitolo 14 •

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I piccoli occhi si muovevano agitati. Nuotavano, annaspavano, dietro le sottili palpebre livide.
I lunghi capelli castano cioccolato disegnavano sul cuscino azzurro a fiori, raccontando la storia di una bambina perduta chissà dove.
Clara dormiva, stesa mollemente nel letto caldo ripercorreva strade pericolose. La farfallina blu la osservava silenziosa, appoggiata sulla piccola lampada a forma di sole, sul comodino.
Il silenzio di quell'alba faceva da cornice al battito folle del cuore di Clara.
Rivedeva la stanzetta azzurra, rivedeva le taglienti farfalle. Rivedeva lui.
Ma sta volta era diverso, sta volta stava volando.

A cavallo di una enorme, potente, farfalla blu oceano, osservava l'uomo all'interno della stanza. Qualcosa impregnava l'aria, la rendeva pesante, irrespirabile, e Clara ansimava. Un sottile vento le sfiorava i capelli, alzandole maliziosamente il vestitino.
"Piccola, vieni qua, so che vuoi giocare" bisbigliò l'uomo. Gli occhi di Clara si spalancarono, proiettando il terrore che sentiva dentro.
La farfalla gigante si dissolse in un attimo facendola precipitare improvvisamente. Il suo corpo aleggiava, cadeva, in un volo infinito e terrificante
Si svegliò trafelata e atterrita, accorgendosi di essere caduta dal letto. Il pavimento freddo ghiacciava le gambe morbide della bambina, mentre il sogno permeava nella sua cameretta, poteva scorgerlo tra un raggio di sole mattutino e una lacrima.
Si asciugò veloce il viso liscio, la mente deserta.
Avrebbe tanto voluto correre dalla sua mamma, abbracciarla, raccontarle tutto e così scacciare via la farfallina che la perseguitava, ma dopo l'altro giorno tutto era diventato così impossibile...

Quello che le farfalle non diconoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora