• Capitolo 18 •

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Notte scura, senza stelle.
Clara giace immobile nel letto, con gli occhi sbarrati di chi ha visto il male percorre mentalmente ogni singolo momento della sua vita. Come un vecchio album di foto, gli istanti si rincorrono. I giorni spensierati con i suoi dolci genitori, le passeggiate con sua mamma e Sandra, la gattina Lulù mancata quando Clara aveva cinque anni, il lutto del suo papà. E poi, le violenze.
Clara chiude gli occhi arrossati dalle lacrime amare.
Ancora non poteva crederci.

Quella giornata che tanto prometteva era stata rovinata nel modo peggiore. Lo aveva rivisto.
In un attimo fu di nuovo , davanti al suo asilo. Come un fulmine a ciel sereno, proprio mentre un senso di delicata pace la pervadeva, lui era uscito dalla porta a vetri del colorato edificio.
Gli occhi si erano incrociati e l'anima della piccola Clara era appassita, come la più delicata delle rose.
Ma quello che l'aveva ferita di più, era che la sua mamma l'aveva visto.
E, soprattutto, che aveva capito.
In un impeto di terribile consapevolezza, Elena aveva preso in braccio la sua piccola ed era corsa via, verso casa, seguita da una sconvolta Sandra.

Ora, Clara era stesa immobile, sola, con solo la piccola farfallina blu cobalto a tenerle compagnia.
Silenziosa, la osservava dalla  scrivania di legno chiaro.
"Tesoro... Possiamo entrare?" sussurrò Elena sporgendosi dalla porta. Sandra era ancora , con lo sguardo disperato osservava la bimba. Clara si voltò.
"Si..." disse prima di sciogliersi in lacrime. Sandra ed Elena accorsero, la strinsero tra le loro braccia e piansero con lei.

Quello che le farfalle non diconoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora