Trama - Prologo

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                                                                                                 TRAMA
Marta è una giovane studentessa di medicina, che in seguito a dei lividi che le compaiono sul corpo,scopre di avere la leucemia. Dopo mesi di cure rientra a casa per la riabilitazione. Marta chiede a suo fratello Giorgio di chiamare un antennista che le risolva il problema di ricezione che tiene il suo televisore, il quale porta a casa un nuovo amico , Diego il Tecnico. Ad ogni contatto i due ragazzi avvertono una dolce ma irruente scossa elettrica, che solo in seguito i due riconoscono come segni dell'amore puro che provano. La serata si conclude con una cena tra amici ed un numero di telefono appuntato su di un libro. Dopo giorni di convalescenza Marta deve fare i controlli di routine che per una strana coincidenza non si svolgeranno a Milano come da programma, ma a Roma. La città eterna...
Li vive Diego dove gestisce per un'anziana amica una pensione per le famiglie dei malati di leucemia. Giorgio e Diego organizzano il soggiorno di Marta a Roma, nel suo attico appena ristrutturato.
Marta ha conosciuto Diego, ma non l'ha mai visto in volto, ne conosce solo i sui occhi catalitici.
Dopo giorni di sms in cui si stuzzicano, finalmente si incontrano ed è amore a prima vista. Ma quell'idillio si interrompe in seguito ad una telefonata che sconvolge la vita di tutti : Giorgio ha avuto un incidente con la moto ed è in coma. I due partono per andare al capezzale del fratello. Diego per ragioni di lavoro, deve ritornare a Roma. Durante il weekend pensa di arrivare in ospedale facendo una sorpresa gradita a Marta. Ma  la trova in una situazione imbarazzante al bar con un amico che si spinge oltre. Dopo una lite e tanto fraintendimento, Marta allontana Diego accusandolo di farle violenza. I due si lasciano a malo modo. Marta mentendo a tutti sul vero motivo parte per Milano, perché gli imprevisti della vita si rifanno vivi. Ma con l'aiuto di Giorgio, Diego giunge a Milano in ospedale. Alla vista di Diego Marta sviene tra le sue braccia cadendo in un coma profondo per giorni. Lui  informa la famiglia di Marta dell'accaduto e tutti insieme applicano la teoria di Marta sul risveglio dolce dal coma. Solo l'amore incondizionato dei suoi cari fa tornare Marta tra di loro.

                                                                                                 PROLOGO
Marta
"Smettila di urlarmi addosso, io non ho fatto niente, ho solo parlato al telefono con un compagno di corso, e tu come al solito hai la mano veloce, e la gelosia a fior di pelle, ora basta! Io non ti permetto più di alzarmi le mani addosso, io non..."
"Ma tu chi ti credi di essere? Io ne trovo centomila meglio di te! Vuoi andartene? Quella è la porta, ma ricordati che se ora esci da quella porta, non mi rivedi più! Sei fuori dalla mia vita! Prima ti metti a fare la civetta con quel tipo...Poi fai la vittima dando la colpa a me..."
Io sgranai gli occhi non credendo alle sue parole.
"Tu mi prendi a schiaffi e io sarei la colpevole? Ma tu sei pazzo? E poi... L'appartamento è mio, il fitto lo pagano i miei genitori, se qualcuno deve andarsene via non sono io. La porta è quella! Va via e non farti più vedere da me! Ti ho perdonato il pianto del coccodrillo troppe volte!
Giuro su Dio che non permetterò mai più a nessuno di mettermi le mani addosso. Io vado a farmi una doccia, quando esco non voglio vederti più in questa casa, altrimenti chiamo i carabinieri e ti denuncio! Non scherzo, vai via da quella porta e dalla mia vita per sempre! " Mi sfilai l'anello che mi aveva regalato per San Valentino e lo poggiai sul tavolo, poi andai in bagno chiudendo la porta a chiave.
Mentre ero inginocchiata dietro alla porta e piangevo a singhiozzi, udii Lorenzo che urlava e usava aggettivi impronunziabili riferiti a me, udii il portone sbattere. Attesi alcuni minuti di silenzio, poi aprii la porta del bagno piano piano, ed andai in cucina a controllare se fosse veramente andato via. Lui aveva lasciato la chiave di casa sul tavolo affianco all'anello che gli avevo regalato io. Corsi a dare un giro di chiave alla porta, non avrei voluto ritrovarmelo in casa nel caso ci avesse ripensato, mi appoggiai con i gomiti sulle ginocchia e inspirai profondamente dicendo a voce alta:
"Mai nessuno mi farà più tutto questo, mamma mi ha sempre detto che quando un uomo ti alza le mani addosso, devi stargli centomila chilometri lontano. E la colpevole di tutto questo sono solo io, io che gli ho permesso di farmi tutto questo la prima, la seconda, e poi ancora e ancora"
Tirai su con il naso, mi alzai decisa e riprendere in mano la mia vita ed andai in bagno per fare una doccia calda.
Mentre mi toglievo la T-shirt notai un livido sul braccio destro, ma non gli diedi peso, pensai che me lo avesse fatto Lorenzo. Mentre mi sfilai i jeans, ne notai altri sulle cosce e sulla spalla. Mi infilai sotto la doccia per riprendermi un po',pensavo che una doccia potesse lavare il fango di cui mi ero sporcata per un anno intero, il tempo che ero stata con lui.
Mentre l'acqua scendeva dal soffione, e mi lavava la pelle, mi venne in mente una lezione del professor Di Meo:" i sintomi della malattia sono i lividi sul corpo, macchie rosse, gengive che sanguinano ... Almeno questi tre c'erano tutti. Le gambe iniziarono a non reggermi più, la paura stava invadendo la mia vita. Uscii dalla doccia e mi asciugai velocemente, poi andai in cucina a prendere il mio cellulare e avviare la telefonata.
"Buona sera Prof. Mi scusi se la disturbo ma avrei urgenza di un consulto medico e io mi fido ciecamente solo di lei"
"Marta buongiorno, si calmi la sento agitata, cosa la sta sconvolgendo in questo modo?"
"Prof. La prego... Non mi va di parlarne al telefono, vorrei discuterne con lei a quattr'occhi"
"Marta la aspetto nel mio studio tra quaranta minuti, cosa dice riesce a farcela?"
"Certo prof. Ci sarò!"

UNA DOLCE E IRRUENTE SCOSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora