Capitolo 10

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Marta
Un brivido mi percosse il corpo. Quasi come una scarica elettrica. Non gli diedi importanza e richiusi gli occhi ritornando beata al mio sonno. Fui svegliata del suono del mio cellulare, uno sguardo all'ora mi fece sobbalzare.
Erano le 18:50.
Presi in mano il telefono, era Giorgio che mi chiamava.
"Sorellina come va? Ti sei sistemata così bene che non hai avuto neanche il tempo per fare una telefonata?"
"Giorgio perdonami... Ma sono in una confusione totale... Tu non immagini neanche... O forse tu ne sapevi qualcosa? Ecco perchè insistevi tanto!!! Stronzo! Potevi almeno avvisarmi... E smettila di fare il muto di Zorro! Giorgio... Ci sei?"
Dopo un breve momento di silenzio, Giorgio scoppiò a ridere.
"Se io ti avessi detto che Zorro aveva un attico di cento metri quadrati, al quinto piano di un quartiere vicino al Bambino Gesù, immagino che tu non avresti mai accettato"
"Io penso che certe decisioni dovrei prenderle da sola, e non essere informata solo a complotto avvenuto"
"Quando ho chiesto a Diego di trovarti una camera vicino all'ospedale, lui mi ha detto che quelle camere non andavano bene per te. Ma che lui aveva la soluzione giusta .... Quando mi ha inviato le foto dell'attico , io non ho saputo dire di no, il mio SI è uscito spontaneamente... Poi era troppo tardi per disdire tutto "
"Tu mi spieghi perché questo tizio che io conosco appena, mi ha ceduto il suo stupendo appartamento appena ristrutturato?"
"Allora l'appartamento ti è piaciuto?"
"Giorgio!" Urlai qualche tono più in alto dl solito
"Il problema non è se mi è piaciuto o meno, lo vuoi capire?"
"Scusa Marta ma il tuo problema qual'è? Io non capisco... Se lo avesse fatto Gabriele, lo avresti trovato tanto strano?"
"Innanzitutto Gabriele è un mio amico da tanti anni, e poi Gabriele..."
"E poi Gabriele cosa? Scusami ma quando Diego ti ha riparato la TV in camera non abbiamo cenato tutti insieme, come amici? E poi chi si è intrattenuta con lui, per circa tre quarti d'ora a chiacchierare del più e del meno, in camera da letto con solo in dosso una t-shirt?"
"Oh mamma... Non ricordarmi quella scena! Se ci penso arrossisco ancora adesso, per allora"
"Perchè? Cos' hai combinato sorellina davanti a Zorro?"
"Mi ha chiesto un post-it per segnare il numero di telefono da dare a Gabriele... Ed io voltandogli le spalle, mi sono sollevata sulle punte per guardare sulla mensola in alto e... La t-shirt già corta, si è sollevata ancora di più. Ti lascio immaginare cosa gli ho mostrato..." Mi coprii gli occhi per la vergogna.
"Cosa hai fatto? E tu sorellina , al primo appuntamento gli hai mostrato il meglio di te? Voglio sperare avessi indossato almeno una brasiliana..."
"Giorgio smettila con queste allusioni! Stai deviando il discorso"
"Eccoti la spiegazione sorellina... Vuol dire che gli è piaciuto tanto il tuo lato B... Ed hai fatto tutto da sola, non incolpare me per la tua intraprendenza!"
"Smettila di parlare così , lo sai che non sono quel tipo di ragazza"
"Io penso solo che Diego volesse farti sentire a tuo agio in una città che non conosci. A proposito, vi siete incontrati?"
"No, ancora non ci siamo incontrati. Ci siamo scambiati qualche messaggio, mi ha detto che era impegnato con il lavoro, era sul cantiere... A proposito... Come fa un tecnico antennista a permettersi un attico di cento metri a Roma?"
"Questo devi chiederlo a lui... So solo che lo ha ereditato"
"Qui ci sono troppi misteri per i miei gusti. Cambiamo diascorso. Sai, nel tardo pomeriggio sono andata a visitare l'ospedale. Dopo un breve giro, sentivo un gran baccano provenire da un reparto di pediatria. Ma il reparto era svuotato, tutti erano radunati in un salone. Quando mi sono affacciata, ne sono rimasta affascinata. Tutti i bombi erano seduti per terra, incantati e divertiti da un giovane vestito da clown, si chiamava Pisellino . Lui indossava un camice giallo, una mascherina e un grosso naso rosso di gomma.
Si è intrattenuto con quei bambini facendoli interagire con il suo simpatico spettacolo. Ad un certo punto è venuto verso di me, senza parlare ha mimato un teatrino donandomi un fiore di palloncini.
A quel punto io sono stata al gioco, mimando anch'io le mie risposte. I bimbi ne sono rimasti entusiasti. Ci hanno applaudito e ricoperto di abbracci.
Non ho avuto modo di parlare con quel giovane perchè è andato via con una bimba in braccio. Lei piangeva e l'ha accompagnata nella sua stanza.
Poi tutti siamo andati via. Ho chiesto se il dottor Di Meo fosse già arrivato per incontrarlo, ma mi hanno detto che stava assistendo in sala operatoria per un'urgenza. Poi si è fatto tardi così sono tornata a casa ."
"E quindi deduco dal tuo entusiasmo che l'ospedale ti piace..."
"Ancora non ho visto tutto, e non ho incontrato lo staff del reparto. Voglio ancora farmi un'idea, ma ciò che ho visto fin'ora mi piace"
"Marta, ma la visita per sapere come procede la tua guarigione, quando la farai?"
"Ho appuntamento con il professore domani alle 10:00. Guarderemo insieme le analisi e tutto il resto, poi faremo il punto della situazione "
"Tu ci terrai informati, vero? Qui siamo tutti in ansia, non c'è bisogno di dirtelo, questo già lo sai"
"Giorgio voi siete la mia famiglia, la cosa più importante che io possa avere"
"Ti voglio bene"
"Vi voglio un mondo di bene anch'io, ci sentiamo domani"

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