Capitolo 14

371 8 0
                                    

La domenica mattina ho quasi tentato di dare buca Paolo snc. Ma poi si alzo dal letto, trova il soggiorno completamente ingombro dei documenti di suo padre è capito e restare in casa tutto il giorno sarebbe stata una mossa sbagliata. Il pensiero di Manuel, che nei giorni precedenti era incorniciato da nuvole scure, quel giorno le brillava nell'anima e faceva impallidire il timido sole di ottobre. Perciò, decisamente di buon umore, ti vesti con un vecchio paio di jeans e una felpa nera senza scritte, Infilo nello zainetto è necessario per trascorrere una giornata fuori.
••Esci?•• le chiese suo padre,alzando lo sguardo dal faldone che stava studiando. Aveva gli occhi cerchiati di rosso, chissà da che ora era li, chissà se era andato a dormire.
••si,vado in campagna da Paolo
l'espressione del giudice si rilasso visibilmente. ••Bene. É un bravo ragazzo, di sicuro non ti metterai nei guai, con lui.
Bianca fece una smorfia ed entrò in cucina a fare colazione. Sapeva che avrebbe dovuto chiamare sua madre, come ogni domenica, ma finse di dimenticarsene e uscì di casa prima che suo padre avesse il tempo di rendersene conto.
In sella al Vespone attraversò la città ancora sonnacchiosa,con i negozi chiusi e le serrande abbassate. Accelerò al massimo, felice di avere un mezzo a due ruote che potesse portarla ovunque volesse, e seguì le indicazioni che Paolo le aveva dato per telefono, inoltrandosi verso la periferia e poi uscendo definitivamente dalla zona urbana. La campagna da quelle parti era elegante e solare.Terra bruna e grassa su cui spuntavano file e file di ulivi secolari dalle forme stravagani e contorte. I campi erano delimitati da muri a secco, in pietra naturale, tutti della stessa altezza. Persino le strade piane e asfaltate sembravano fatte apposta per scorazzare senza meta.
Girò in un viottolo sterrato, attenta a non slittare, e proseguì addentrandosi in quello che sembrava l'ingresso di una proprietà. A quanto pareva, la casa in campagna di Paolo era una vera e propria tenuta. In mezzo a un gruppo di pini marittimi altissimi e frodosi, scorse la villa a 2 piani, circondata dal verde e segnata dal tempo e dalla salsedine.
Parcheggiò il Vespone davanti al cancello, in mezzo ad altri scooter e ed alcune utilitarie, e si incamminò sul tappeto di aghi di pino che finiva davanti alla porta della casa. Quando si avvicinò, le sembrò che non ci fosse nessuno.
Bussò ma attese inavno che qualcuno le rispondesse o andasse ad aprirle. Eppure sentiva delle voci in lontananza, perciò si decise a girare intorno alla villa e a raggiungere il giardino sul retro.
••Ehi,Bianca!••la voce di Paolo risuonò al di sopra della confusione allegra e del vociare degli altri invitati, tutti ragazzi e ragazze affaccendati nella preparazione di quello che sembrava un pranzo di matrimonio.
Paolo le andò incontro con un grembiule addosso e le mani sporche di pasta di pane. ••Scusami••esclamò••stiamo provando a fare i panzerotti ma credo che ne uscirà un gran pasticcio.
Bianca gli sorrise timidamente. Se le toccava cucinare,sarebbe stata bollata per sempre come la ragazza-disastro.
••Senti, una mia compagna ha insistito per venire e io...
••Valeria••la anticipo Paolo ••E gia qui, e molto simpatica.Hai fatto bene a invitarla.
Le indico il gruppo radunata attorno a una specie di forno a legna costituita all'aperto è dotato di un grande bancone da lavoro di marmo. Valeria si era già integrata con gli altri ea quanto pareva era esperta di panzerotti, perché dava ordini e direttive comunque generale d'armata.
••Se ti stressa•• commentò Bianca ••ti autorizzo ad abbatterla
Paolo rise di cuore e la spinse in mezzo agli amici.•• Ragazzi, lei é Bianca. Sembra pericolosa ma non morde.
Qualcuno la saluto, un paio di ragazze la squadra rono con diffidenza. Bianca si limitò ad agitare una mano in segno di saluto, poi gironzolo per vedere cosa stessero combinando. Notò che la cucina affacciava direttamente sul giardino posteriore e che era invasa da altri ragazzi in un grembiule. Erano un esercito e sembravano determinati a cucinare qualsiasi cosa di commestibile. Un tipo corpulento stava agitando un giornale davanti a un barbecue che faceva solo fumo. Di quel passo, probabilmente avrebbero saltato il pranzo, così bianca penso di rendersi utile.
••Ti do un amano?••chiese al raggazzone, che grondava sudore.
••Non capisco perche non prende•• sì lamento lui, sventolando e sperando che quel gesto fosse sufficiente.
Bianca diede un'occhiata.••Hai messo troppa carta. La cenere soffoca la carbonella••diagnostico.••Aspetta.
Con la paletta di metallo libero il barbecue dalla carta bruciata. Poi sistemo alcuni pezzetti di materiale infiammabile in mezzo al carbone e li diede fuoco.
••cosi non ce la fa•• commento il ragazzone, scettico.
••E troppo debole.
••E una fiamma dalle tempo di crescere•• replicò bianca. Da quando era nata, prima dell'incidente, ogni estate era andato in campeggio con la sua famiglia. Tenda, scarponi, passeggiata in montagna e decine di grigliate a cui aveva fatto da assistente. Sapeva che con il fuoco bisogna essere pazienti e che le chiamate violente si consumavano in fretta e non attecchì vano sul carbone, nessun legno. Infatti, dopo pochi minuti, alcuni cubetti di carbonella si arrossano in breve l'interno del barbecue diventa incandescente.
••Wow, grazie•• esclamo il ragazzone, contento.
••Ricordati di me quando distribuirai i pezzi di carne migliori•• scherzo lei, allontanandosi con la sensazione che come tentativo di socializzazione potesse bastare. Raggiunse Valeria, che la saluto con un urletto di entusiasmo.
••Ehi Bianca! Qui é fantastico, non é vero? Adesso ti preparo un panzerotto speciale.
Bianca si sedette su una sdraio all'ombra e l'amica le fu subito accanto.
••Grazie, sai!••mormorò ••Quel tuo amico é proprio carino.
Entrambe guardarono verso Paolo. Teneva in mano un forchettone per gli spaghetti e, sotto il grembiule, indossava dei jeans e una maglietta nera che faceva risaltare i tuoi capelli biondi. Sorrideva e sembrava la persona più felice del mondo, proprio come Valeria.
••Vi ci vedo insieme••commentò Bianca
••Peccato che lui non abbia fatto altro che chiedermi di te••replicò Valeria, con una smorfia di delusione. ••Ma io ovviamente ho tenuto la bocca chiusa sulla tua tresca segreta con Lambiase.
Bianca la guardò esasperata. ••Perché devi sempre dire cose fuori luogo?
••Non é affatto fuori luogo•• esclamò Valeria,offesa.••Lo sanno tutti. Se ti piacciono i tipi loschi, non è mica colpa mia.
Bianca decise di non commentare oltre. Non le piaceva per niente che Valeria chiamasse Manuel "tipo losco", perciò non era utile darle altri spunti sull'argomento.
••Comunque, se a te Paolo non interessa,vorrei provarci io••concluse Valeria, di nuovo sorridente
••Accomodati•• rispose Bianca.
Per il resto della mattinata o durante il pranzo, però, non sembrava affatto accorgersi degli sforzi che Valeria faceva per attirare la sua attenzione. Gravitare intorno bianca anche quando era apparentemente impegnati in altro, come se facesse di averla sempre vicina.
Dopo mangiato, bianca si allontano per dare una possibilità a Valeria ma anche per respirare un po'. Tutta quella compagnia cominciava venirle a noia, perciò sia parto su una panchina di pietra nascosta tra i cactus, in fondo al giardino, e tiro fuori il blocco del disegno dello zaino.
Mentre disegnava, con le labbra increspate in un sorriso, non so cosa che Paolo veniva verso di lei e quando le si sedette accanto purtroppo è tardi per nascondere il disegno. Bianca chiuse il blocco, seccata da quell'interruzione.
••Ti stai divertendo?•• le chiese. Era troppo vicino, Bianca sentiva il suo braccio sfiorarle il proprio. Le sembrò scortese ritirarsi ma era quello che avrebbe voluto fare.
••Si, e carino qui••rispose educata.
Paolo gettò un'occhiata al blocco. ••Sono i tuoi disegni?
••Solo schizzi. Per divertimento, più che altro.
--Posso vederli?
Fù tentata di rifiutare, ma in fondo non c'era nulla di male. Gli passò il blocco e lui sfogliò le prime pagine, su cui c'erano disegnate mani diverse.
--Sei brava davvero-- commentò. Voltò pagine e vide un ritratto particolarmente dettagliato. --E il ragazzo delle gare. Il tuo compagno di classe.
--Si-- rispose Bianca, imbarazzata. Era somigliante in modo straordinario.
Paolo si schiarì la gola e chiuse il blocco. --Manuel,vero?
--Manuel Lambiase, si. E in classe con me, anche lui e nuovo.-- Sapeva di essere arrossita ma fece del suo meglio per fingere disinvoltura.
Paolo stette in silenzio per un po'. Sembrava sulle spine. Poi venne chiamato da alcuni suoi amici e fu costretto ad allontanarsi. Bianca tirò un sospiro di sollievo e si affrettòa raggiungere il gruppo, non voleva restare di nuovo da sola con lui, aveva l'impressione che volesse dirle qualcosa che lei non voleva sentire. Finché il sole fu caldo, restarono in giardino a giocare a pallone o a carte. Valeria saltellava intorno a Paolo e riuscì persino a farlo sorridere un paio di volte. Era un ragazzo molto amato, si vedeva come gli amici facevano riferimento a lui per ogni cosa e da come alcune ragazze lo avevano guardato per tutta la giornata.
Sarebbe sopravvissuto al suo rifiuto, dunque. Perché bianca sentiva che prima o poi avrebbe dovuto respingerlo in maniera decisa. Paolo non era uno che si arrende così facilmente, ormai lo aveva capito.
Ma il suo piano di non restare sola con lui vali proprio quando la gita era agli sgoccioli e tutti si preparavano per tornare a casa. Bianca entro nella villa per recuperare la giacca e, mentre scavava nel mucchio di giubbotti sul divano, Paolo la raggiunse e le mise una mano sulla spalla, facendola sussultare.
--Ehi-- gli disse, scostandosi appena.
--Mi e venuto in mente-- replico lui, l'espressione preoccupata. --Il cognome del tuo compagno mi ricordava qualcosa.
--Non e di queste parti, non c'e nemmeno sull'elenco-- specifico Bianca con l'intenzione di far cadere l'argomento.
--Infatti l'ho sentito nominare a mio padre. Riguardo all'inchiesta sui rifiuti, ti ricordi?-- rispose Paolo. --Quella che i nostri padri stanno portando avanti insieme.
Bianca batté le palpebre. Non era il discorso che si aspettava.
--Voglio dire-- continuò Paolo con cautela -- che forse dovresti stare attenta. Informati su di lui. Magari parlane con tuo padre..
--No!-- escalmo Bianca. --Non devi dirgli niente, non voglio che si impicci nella mia vita privata. ok?
Paolo sembrò dubbioso. --Sto dicendo solo che questo Manuel Lambiase potrebbe essere pericoloso. Non posso essere sicura al 100% che si tratti proprio di lui, ma come hai detto tu, non è un cognome comune da queste parti.
--Manuel é un ragazzo come noi-- protestò lei. Possibile che nessun altro riuscisse a vederlo?-- Sono insinuazioni assurde! Cosa dovrebbe essere?
--Dimmelo tu. Visto che siete cosi amici.
Bianca incassò il colpo e il suo sguardo si rabbuiò.
--Ha solo 19 anni-- mormorò
--Immagino ti piaccia, per difenderlo così-- concluse l'altro, l'espressione abbattuta. -- però te lo dico da amico. Informati. Scopri chi è. Non vorrei che ti trovassi in pericolo per causa sua. Il traffico dei rifiuti è un affare milionario, ci sono in ballo troppi interessi e tu potresti finirci mezzo.
Bianca non voleva più ascoltarlo. --Perché ce l'avete tutti con lui? Perché non mi lasciate in pace?-- gridò, uscendo di corsa dalla sua stanza e poi in giardino.
Raggiunto il Vespone mentre il sole tramontava e parti in fretta, desiderosa di allontanarsi dalle parole di Paolo, della sua faccia pulita e sincera, da quella giornata normale. Ma mentre rientrava in città, i pensieri le si aggrovigliano nella testa e non riuscì più a tenerli in ordine, a domarli. Come poteva sfociare Manuel, il ragazzo che l'aveva salvata, che studiava scenografia, che amava l'arte, con l'immondizia?Con quelle persone orribili che, pur di guadagnare denaro, imbottivano la terra di veleni, mettendo a rischio la vita della gente? Non poteva esistere, Paolo si sbagliava. Il segreto di Manuel doveva essere di natura diversa. Una situazione familiare complicata. Una malattia mortale in cui non voleva sconvolgerla. Qualunque cosa che non fosse infamante come una vita da criminale.

E sarà bello morire insieme (Manuela Salvi) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora