--Sei silenziosa, stasera.
Bianca sollevo lo sguardo dal disegno che stava completando, seduto sul divano. Suo padre era in cucina e armeggiava con l'amico commissario, cucinando e discutendo come al solito.
Paolo, davanti a lei, le mani in tasca e il sorriso aperto, si aspettava una qualche risposta. Una conversazione. Ma bianca non aveva voglia di parlare. Stava per dirglielo chiaramente, quando lui continuò.
--Sto uscendo con Valeria
Lei annui, aspettando il seguito. Si chiese se non stesse cercando di farla ingelosire, ma il suo tono sembrava tranquillo.
--E una ragazza molto sensibile. E poi è davvero incredibile che sia sempre così allegra, nonostante tutto.
--Si è decisamente allegra-- replicò lei, tornando al disegno. Paolo si decise a lasciarla in pace, andò in cucina a chiedere se serviva una mano.
Durante la cena, una mezz'ora più tardi, bianca ascoltava malapena i discorsi dei due adulti. Nella testa, continuava a rivivere quei preziosi momenti con Manuel ea emozionarsi a ricordo della sua bocca, del suo corpo. Non riusciva a pensare ad altro. Non riusciva ancora a capacitarsi della disinvoltura con cui si era spogliata davanti a lui, come se fosse una cosa naturale, lei che di solito aveva sempre avuto bisogno della protezione dei vestiti persino in spiaggia.
--E a scuola come va? Immagino ti sarai ambientata, ormai.
Il commissario Leone che l'aveva con lei. Gli sorrise educatamente e annuì. --Si, mi trovo molto bene.
--E gli esami, ti preoccupano? Paolo non parla d'altro e mancano ancora mesi--replico lui, tagliando la fetta di roasbeef che aveva l'aria di non essere stata cotta abbastanza.
--Non sono molto agitata, a parte la prova di architettura.
Leone sollevo lo sguardo dal piatto. --Fai una scuola artistica? Non me lo avevi detto Francesco.
Bianca guardo suo padre con aria interrogativa. Paolo, accanto a lei, continuo a mangiare in silenzio come te la conversazione non lo riguardasse.
--Quel ragazzo a cui stiamo dietro frequenta il liceo artistico. Si è trasferito quest'anno da dove sai--aggiunse il commissario con espressione eloquente. Il giudice annuì e si rivolse a Bianca.
--Conosci un certo Manuel Lambiase?
Lei esito e cerco di non lasciar trapelare la paura che le era esplosa dentro. Non poteva mentire, sarebbe bastato un semplice controllo per scoprire che erano nella stessa classe. Cerco di mantenere un'espressione indecifrabile anche se era stato orribile sentir pronunciare il nome di Manuel da suo padre. --Si. E un mio compagno di classe. Un tipo solitario. Perché?
Bianca prego che Paolo non dicesse nulla. Non sembrava intenzionato a farlo, se ne stava zitto a masticare, con l'aria rabbuiata.
--Non ne siamo ancora sicuri, ma potrebbe essere il collegamento che cercavamo. Per una brutta storia di rifiuti--le spiego il giudice, preoccupato. --Hai mai avuto a che fare con lui? Gli hai parlato?
--Abbiamo fatto un compito insieme. Ma è una persona sgradevole e ho chiesto alla professoressa di cambiarmi compagno di studi--rispose lei con una mezza verità. Se avesse negato con troppa convinzione, avrebbe potuto destare sospetti.
--Be ti consiglio di starne alla larga-- intervenne il commissario, che aveva ripreso a mangiare. --Quel tipo è pericoloso e ha già la fedina penale sporca.
--Bianca quel ragazzo è stato in carcere--specifico suo padre, continuando a salutarla con aria preoccupata. --Ha aggredito un uomo e lo ha ferito gravemente con un coltello. Non l'ha ammazzato solo per miracolo.
--Fosse per me, quelli come lui non dovrebbero nemmeno metterci piede nella scuola pubblica, in mezzo ai ragazzi per bene-- commento il commissario scuotendo la testa.
Bianca premesse ma si costrinse a tacere. Avrebbe potuto ribattere che i ragazzi perbene, nella scuola, spacciavano marijuana e cocaina anche ai mocciosi del primo anno, ma non sarebbe servito a proteggere Manuel.
--Staro alla larga da lui--si limitò a rispondere. --Non c'era nemmeno bisogno che me lo diceste. Avevo già capito che era un tipo strano.
Mentre lo rinnegata, il viso di Manuel le ricomparve davanti, un attimo prima che la baciasse, con le labbra appena dischiuse e l'espressione accesa.
--Bene--approvo suo padre, e anche il commissario sembrô soddisfatto.
Dopo cena, Bianca attirò Paolo in camera sua con la scusa di fargli vedere un disegno.
--Grazie--gli disse, dopo aver chiuso la porta. --Per prima.
--Penso tu abbia capito che ci tengo a te--replico lui
--Anche se adesso esco con Valeria, possiamo essere amici.
--Io...
--Stasera non ho detto nulla di te e di quel ragazzo solo perche voglio che tu ti fidi di me--la interruppe. --Non è per gelosia che ti prego di stare attenta, Bianca.
Lei si irrigidì. --Sembra che sappiate un sacco di cose su Manuel. Avete già emesso tutti la vostra sentenza.
--Gli hai chiesto dei freni dell'auto di tuo padre? --chiese Paolo, deciso a farla ragionare.
Non avevo avuto il coraggio. Ogni volta che s'incontravano, era come se il mondo esterno sparisse. Come se entrambi avessero il diritto di essere persone nuove, con una vita diversa da quella che erano costretti a subire. Erano attimi talmente intensi che le domande scomode venivano dimenticate, forse involontariamente, forse no.
--Sei una ragazza ingamba--continuo Paolo. --Capirai da sola che stai sbagliando. Se davvero quel ragazzo è coinvolto nel traffico, sai cosa significa, vero?
Bianca abbasso gli occhi. Non lo sapeva. Non voleva saperlo, aveva già le lacrime agli occhi.
--Non sarò io a dirtelo--concluse lui. --Lo scoprirai da sola e saprai fare la scelta giusta.
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C'era assemblea d'istituto, se ne stavano pigiati nella palestra da un'ora mentre i rappresentanti degli studenti cercavano di rispettare l'ordine del giorno, con scarsi risultati. Bianca sedeva in un angolo, Manuel in quello a posto, come al solito. Ma non facevano altro che guardarsi. Anche se cercavano di dare nell'occhio il meno possibile, di non rivelare ai compagni quello che stava accadendo tra loro, il campo visivo di una era sempre completamente occupato dall'immagine dell'altra. Non c'era spazio per nessun altro. Concerto. Tutti si alzarono in piedi, battendo le mani per qualcosa che aveva detto un ragazzo al microfono. Molti fischiavano e gridavano, bianca approfitta della confusione per gattaiolare fuori.
Manuel Davide e la segui. Sapeva dove stava andando e, mentre percorreva il corridoio a lunghe falcate, ti senti sempre più impaziente. La notte prima aveva dormito pochissimo, svegliato in continuazione da ricordo di Bianca e del momento in cui si era spogliata davanti a lui.
Quando entra nell'aula del terzo piano, la persiana era stata abbassata a metà per creare una luce più morbida. Lei era seduta al tavolo, il blocco da disegno in una mano e la matita carboncino nell'altra.
--Spogliati-- gli ordino
Manuel sorrise, imbarazzato, po' scosse la testa. --Bianca....
--Voglio ritrarti--spiego lei. Aveva lo sguardo determinato. --Hai detto che l'arte rende immortali. Le persone i momenti. Quando ti perderò, avrò qualcosa di te che nessuno mi potrà rubare.
Manuel tacque e chiudi la porta a chiave. Lentamente, inizia a spogliarsi. Quando restò nudo davanti a Bianca, ti senti sopraffatto dall'emozione, dagli occhi di lei che non erano per niente imbarazzati ma osservavano, avidi e accesi.
--Se mi guardi così, verrà fuori un disegno osceno--disse lui. Sorrideva ma non sembrava a disagio. --Dove devo mettermi, signora artista?
Bianca ci penso su. --Vieni qui, vicino alla finestra.
Man mano che si avvicinava, poteva osservare ogni particolare del suo corpo armonioso. Sarebbe stato come ritrarre una statua dalle linee regolari e definite. Il difficile era cogliere le sfumature del suo sguardo.
--Di solito i modelli non stanno sdraiati sopra un panno drappeggiato? -- scherzo Manuel che a starsene così vicino a lei cominciava a sentirsi sulle spine.
--Tu no--rispose lei, aprendo il blocco e iniziando a tracciare i primi segni impaziente. --Quando stai in piedi, sembri pronto a scattare. Hai una tensione nei muscoli che ti rende perfetto. --Arrossi dopo averlo detto, ma continuo ad ancorarsi alla matite. La luce colpiva il corpo di Manuel di traverso, radente, creando un effetto drammatico di luci e ombre. Bianca aveva il cuore in gola e a un certo punto dovette fermarsi.
--Fa caldo qui dentro.
Manuel rise. --Certo. Adesso sai cosa ho provato, quel giorno che ti sei messa in posa.
Si mise a ridere anche lei e lui penso che fosse splendida. Serena conti capelli in modo che non finissero sul foglio e aveva l'aria concentrata. Le lascio disegnare. Riusciva a sbirciare il suo lavoro e vide che aveva delineato tutta la figura, dalla testa ai piedi. Poi, mentre lei era chinata, passa avanti e si rimise in posizione.
--Ti sei mosso
--Non è vero
Bianca lo guardò, dubbiosa, poi riprese il lavoro. Ma non appena abbasso di nuovo la testa sul foglio, Manuel avanzò ancora.
Lei sollevo lo sguardo e scoppio a ridere. --Dai! Così mi deconcentri.
--Se mi osservi più da vicino, sono sicuro che lavorerai meglio sui dettagli--commento lui. Bianca tornò seria, a parte gli occhi, e si alzò dalla sedia.
--Cosa devo fare?
--Spogliati--la imito lui, cercando di non ridere
--Vuoi farmi il ritratto? -- chiese Bianca. Già sentiva la voglia di stringerlo, ma non si mosse.
Manuel scosse la testa. --Lo sai, io le cose animate non le disegno. Potrei al massimo baciarti.
--Vedro di accontentarmi, allora--dichiaro lei. A distanza di pochi passi da lui, comincia a spogliarsi e non capiva se erano brividi di freddo ho di recitazione quelli che le increspavano la pelle.
Quando furono nudi entrambi, si tratta di un solo attimo e dopo, distinto, erano l'uno tra le braccia dell'altro a baciarsi ea esplorarsi per la prima volta. Finire una terra, sul telo che era rimasto lì, e Manuel non si trattiene più, abbandono ogni discorso logico, ogni timore, uccidendo a quello che gli ordinava il cuore, violento e dolorante. Voleva bianca. Formulò quel pensiero nella sua testa. La voleva più di ogni altra cosa. Sentivo le tue mani accarezzarmi ogni angolo di pelle e la bacio sul collo, sulle spalle, sul seno bianco è piccolo, sentendola fremere e stringergli la nuca. Era perfetto. E non c'era nient'altro, oltre quello.
--Sei sicura di volerlo?-- le mormoro nell'orecchio. Erano entrambi coperti da un velo di sudore, nonostante il gelo della stanza, e lei tremava ea noi, abbracciando e baciando lo come se ne andasse della sua vita. Non seppero per quanto tempo fecero l'amore. Sapevano solo, alla fine, che non era abbastanza. Non lo sarebbe stato mai. E anche separarsi per divertirsi sembrava impossibile. Ci provarono più volte, ma poi finivano per ricominciare con i baci di nuovo i pochi vestiti che avevano indossato scivolavano a terra. Finché il suono di una campanella li raggiunse da lontano bianca guardo l'orologio
--Oh, no.
--Cosa?
--E l'uscita. Non abbiamo sentito i cambi d'ora. -- si alzò in piedi di scatto e si rimise i vestiti in fretta e furia. Manuel la imito controvoglia, poi sbircio fuori dalla finestra: gli studenti già sciamavano fuori. In pochi minuti, la scuola sarebbe stata vuota.
--Dobbiamo sbrigarci--Esclamo. Quando furono vestiti, la prese per mano e uscirono nel corridoio, assicurandosi che non ci fosse nessuno.
Il rumore di una porta che si spalancata alle loro spalle però, li fece sobbalzare dopo pochi passi. Erano troppo distanti dalle scale per potersi mettere in salvo.
--Ehy! Voi due--fgrido il bidello, sbucando da una stanza con una scopa in mano. --Che ci fate qui sopra? Non siete della quinta B?
--Corri, Manuel--esclamo Bianca, che voleva solo sfuggire a un imbarazzante interrogatorio.
--Fermatevi! --gridava il bidello, troppo grasso per raggiungerli. --Lo diró al preside, fermatevi!
Non si fermarono, se non quando si furono confusi in mezzo agli altri ragazzi radunati in cortile. Si separarono subito, Manuel diretta da somoto, bianca verso il Vespone. Non si salutarono nemmeno, come se fossero due estranei. Ma anche se nessuno poteva vederlo, il tesoro che adesso nascondevano dentro li univa dal profondo dell'anima.
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E sarà bello morire insieme (Manuela Salvi)
De TodoBianca é la figlia di un giudice antimafia.Il padre di Manuel era un boss. Nello zaino di Bianca c'è un album da disegno. Dai jeans di Manuel sbuca una pistola. Quando si incontrano all'ultimo anno di Liceo Artistico,Bianca e Manuel hanno una sola...