Grossi nuvoloni neri e gonfi minacciavano un acquazzone sulla campagna. Bianca si fermo sul ciglio della strada per ricontrollare la cartina che aveva stampato da Internet. Era la terza volta che sbagliava direzione inizia quel Dedalo dv8 lì senza nemmeno una targa che ne indicasse il nome. Manuel viveva fuori città. Così fuori che bianca non aveva calcolato la benzina e il Vespone era pericolosamente a riserva già da un po'. Buffa, cercando di orientarsi e guardandosi intorno con aria perplessa. All'orizzonte non c'erano di che campi e olivi, come al solito. Nessuna casa, nessun cancello, e le macchine di passaggio erano talmente rare da fare pensare che la zona fosse davvero deserta. Non era rilassante starsene lì da sola. Studio la cartina e decise di tornare indietro fino all'ultima rotonda. Probabilmente era lì che aveva sbagliato. Dopo circa altri 20 minuti di giri inutili, finalmente in bocca una stradina alla fine della quale si intravedeva una casa. Bianca freno davanti a un cancello arrugginito e sbilenco. C'era un citofono, ma con i fili elettrici che penzolavano lungo il muro, tranciati. La casa, qualche decina di metri al di là del cancello, sembrava più un rustico per contadini, con i muri grigi escrow stati, il tetto sbiadito dal sole, gli infissi di alluminio dorato. Il cortile era ingombro di rottami e un trattore pronto per lo sfasciacarrozze se ne stava in un angolo, con le ruote sgonfie in messe tra l'erba c'è. Bianca esito. Non poteva essere la casa di Manuel. Dalla moto e dalla macchina che guidava, di sicuro doveva abitare in un posto diverso. Però magari i proprietari sapevano di una famiglia che si era trasferita da poco, visto che da quelle parti sembrava che i vicini fossero sempre molto bene informati. Spinse il cancello è dentro. Quando vuoi la porta, che non c'era il campanello, perciò bussa leggermente e attese, improvvisamente consapevole che poteva anche non esserci nessuno. In effetti il posto sembrava disabitato e le persiane erano accostate.
--Chi é?-- disse invece una voce cauta, dall'interno. Una voce da donna che la tranquillizzò.
--Buonasera, signora. Avrei bisogno di un'informazione-- rispose, cercarndo di sembrare disinvolta.
La porta si aprì quel tanto che bastava per rilevare una figura femminile basta, ben vestita, con la mano che reggeva Lucio completamente coperta di Anelli. La donna aveva un bel viso, da cui si deduce la che dovesse essere sui 50 anni, è l'estensione meno amichevole che bianca avesse mai visto.
--Chi cerchi?-- chiese infatti, in modo brusco.
Bianca si scharì la voce e le sorrise. --Credo di essermi persa. Sto cercando la casa di una famiglia che si chiama Lambiase. Dovrebbe abitare da queste parti, almeno secondo la mia cartina....
--Cosa vuoi dai Lambiase? Ti manda qualcuno?-- la interruppe la donna, sempre più aggressiva. La squadrò dalla testa ai piedi con aria sospetta e a Bianca venne istintivo arretrare di un passo.
--In realtà sto cercando un ragazzo-- tentò di spiegare, anche se ormai le sembrava inutile, visto che la donna non aveva l'aria di poterla né tantomeno di volerla aiutare. --Si chiama Manuel. Siamo nella stessa classe.
Il viso della signora si rilassò visibilmente. Spalancò la porta e si fece avanti, petto in fuori e mento sollevato. --E che cerchi da lui?
--Lei lo conosce?-- chiese Bianca, sorridendo di sollievo.
--Sono sua madre.
Avrebbe dovuto capirlo. Anche se erano diversi per stazza e colori - lei aveva una tintura biondo scuro e la pelle più chiara - si assomigliavano nello sguardo e nei modi.
--Mi chiamo Bianca Prandi-- si presentò lei, porgendole la mano destra.
La donna non le strinse la mano ma continuò a fissarla. --Non mi ha ancora risposto. Che cerchi da mio figlio?
Pronunciò la parola mio con tale enfasi che sembrava stesse parlando di una proprietà privata e non di una persona.
--Bé, stiamo facendo un compito insieme e lui oggi non é venuto a scuola, perciò volevo sapere quando possiamo vederci per finirlo...-- rispose bianca, sempre meno sicura che fosse stata una buona idea avventurarsi fili. Se Manuela si fosse trovata in casa, ci sarebbe stata la sua macchina parcheggiata nel cortile. E lui avrebbe sentito la sua voce e sarebbe uscito per incontrarla. Invece era evidente che la madre doveva essere sola.
--Mio figlio non dice a nessuno dove abitiamo-- replicò la donna. Ogni suo gesto esprimeva ostilità aperta, come sei Bianca fosse una qualche specie di insetto sgradevole da eliminare con un paio di manate. --Come hai avuto l'indirizzo?
Bianca esitò. Non voleva mettere nei guai il segretario della sua scuola. --Me lo ha dato lui. Davvero.
--Ti ha dato l'indirizzo di casa e non il suo numero di cellulare?-- incalzò l'altra in tono scettico. --E non era più facile telefonarlo che venire fino a qui? Ragazzina, tu mi devi dire che vuoi da mio figlio
--Io non voglio niente. Solo parlargli.
Bianca sentiva di non meritare quell'interrogatorio né quel tono ma non voleva essere scortese con la mamma di Manuel.
--Lo devi lasciare in pace -- fece lei. -- Lui non é cosa tua. Devi stargli lontana e non tornare più qui. Mi hai sentita?
--Signora, adesso sta esagerando-- esclamò Bianca, ferita. --Lei non mi conosce nemmeno e voglio solo chiedergli del compito..
La mamma di Manuel sorrise per la prima volta. Era un sorriso senza allegria, oscurato dal sospetto e dall'astia, a cui seguì un gesto di stizza. Bianca si sentì osservata da quegli occhi acuti, che avevano smesso di squadrarla e si erano fissati nei suoi.
--Sono femmina come te, che credi-- disse, come se servisse a spiegare tutto. Bianca batté le palpebre, in attesa di un seguito che le chiarisse quell'affermazione tanto ovvia quanto, in quel contesto, confusa. Se l'era immaginato o in quella frase c'era una minaccia velata?
--A te piace Manuel.
--Questo non é...-- tentò di protestare Bianca, ma venne interrotta da un cenno secco della donna.
--Sta zitta-- esclamò. --Sei una ragazzina ingenua se credi che lui potrà mai mettersi con una come te. E comunque é già fidanzato. L'anno prossimo si deve sposare.
Bianca trattenne il respiro. Stava mentendo. Quella donna orribile stava cercando di allontanarla dal figlio con ogni mezzo.
--Non é vero.
--Se non te l'ha detto, significa che non siete poi amici come pensi-- privati l'altra. Sembrava, adesso, che si stesse divertendo. Ti sapessi quanto poco Manta mancava che bianca corresse via da lì, il più lontano possibile, giurando a se stessa di non voler avere più niente a che fare con Manuel. --Vattene e non tornate. Lui non e cosa tua. Mi hai sentita?
Bianca si voltò senza replicare e raggiunse il cancello a passo svelto. La mamma di Manuel rimasta a guardarla come per assicurarsi che si allontanasse davvero. Non non abbandonò il cipiglio duro con cui aveva parlato e rientro in casa solo quando fu sicura che se ne fosse andata.
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E sarà bello morire insieme (Manuela Salvi)
SonstigesBianca é la figlia di un giudice antimafia.Il padre di Manuel era un boss. Nello zaino di Bianca c'è un album da disegno. Dai jeans di Manuel sbuca una pistola. Quando si incontrano all'ultimo anno di Liceo Artistico,Bianca e Manuel hanno una sola...