Capitolo 15

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Bianca le coperte e si decise ad alzarsi. Erano ore che si rigirava nel letto senza riuscire a prendere sonno, ripetendosi nella testa che non era possibile, che Paolo aveva torto e aveva accusato Manuel solo per gelosia. Ma nello stesso tempo, dalla memoria affioravano mille dettagli che le indicavano il contrario. Se non fossero state le 3 di notte, si sarebbe messa a gridare per la frustrazione, ma adesso suo padre stava dormendo - finalmente, aveva spento la luce solo alle 2:00 passate - e comunque c'era qualcosa di più utile che poteva fare per fugare ogni dubbio. Acceso il computer e si sedette alla scrivania, senza preoccuparsi di illuminare la stanza. Alla luce bluastra del video, scorse la tartaruga di terra per stringerla tra le dita.
Il tempo tutto toglie e tutto dà. Toglie le illusioni.
Digito il nome di Manuel nel campo di ricerca di Google ed esito alcuni secondi prima di premere il tasto di invio. Se la verità poteva risolvere i tuoi dubbi, d'altra parte quali danni poteva causare? Poteva cambiare quello che provava per Manuel? Non lo sapeva. Non aveva idea di cosa stesse accadendo al proprio cuore ma sentiva che l'unica cosa giusta da fare, per una volta, per andare avanti senza cercare via di fuga. Il tasto è atteso un paio di secondi che apparisse la lista dei risultati. Erasmo Lambiase. Bianca le stelle poche righe di riassunto in modo disordinato - assassinato, clan, resa dei conti, moglie e figlio - e clicco o per saperne di più, cercando di controllare il senso crescente d'ansia.

Ennesima resa dei conti, ennesimo massacro che insanguina la nostra regione per questioni di potere, di denaro, di vendetta. Questa volta, a farne le spese e il clan dei di Giacomo, che nella sparatoria avvenuta nella scorsa notte sulla tangenziale aperto 5 uomini, tra cui il braccio destro del boss, Erasmo Lambiase, non so per esserti reso protagonista di numerosi scontri a fuoco e per aver assassinato, 2 anni fa, il fratello di Ferruccio Scanu, dell'anonimo clan rivale dei minchia Como. Gli uomini giudicano di Giacomo tornavano da una festa di matrimonio, divisi in due auto. In quella di Lambiase viaggiavano anche sua moglie Caterina e suo figlio Manuel, scampati per miracolo alla strage dei sicari di Scano.

Bianca questo lo schermo, incredula. Per un attimo ho pensato che potesse essere un caso di omonimia, ma l'istinto mi suggerite era sulla strada giusta per capire. È sempre tanti altri articoli che riguardavano l'assassino di Erasmo Lambiase e tutti dicevano la stessa cosa, Emanuela era là e aveva visto suo padre morto ammazzato. Biancavilla un rapido calcolo mentale, partendo dalla data riportata sui siti: all'epoca, lui aveva solo 8 anni.
Una lacrima è scesa sulla guancia, uno stupido col dorso della mano. Continua a scorrere brilli mente il link perché, in fondo alla prima pagina di risultati, sfide un articolo diverso da quelli di cronaca. Spettacolo- laboratorio a cura del regista Raffaele Bruno... diciassettenne Manuel Lambiase...
Bianca apri la pagina.
Non capisci subito di cosa si trattasse, in un primo momento pensa una residenza estiva, visto che la struttura si trovava a picco sul mare, su un'isola collegata alla costa da una striscia di terra. Un posto pieno di sole, di luce, di colori. E basta una seconda occhiata per essere sicura che quell'edificio non avesse niente a che fare con vacanze che non fossero forzate. Le lingue nelle vene, ricordando le parole di Valeria riguarda l'anno perso da Manuel.
Pare che sia finito dentro per aggressione. Ha ferito uno quasi a morte.
Sulla pagina collegata al nome di Manuel si parlava di uno spettacolo teatrale organizzato dagli operatori sociali addetti al recupero dei detenuti. Laboratorio durato sei mesi terminato con una rappresentazione curata interamente dei ragazzi del carcere.

Lo spettacolo dal titolo 'Urla!' Regista raffaele Bruno esprime il senso di rabbia e di impotenza degli adolescenti di fronte alle ingiustizie degli adulti, alle scelte obbligate, alle vite segnate. Uno scenario suggestivo, nel cortile del carcere illuminato dalla luna, i ragazzi coinvolti hanno dimostrato che l'arte, la creatività, la comunicazione, restano armi fondamentali per combattere il disagio sociale. E sono porte verso un futuro diverso. I partecipanti sono stati: Fabio Bozzi, Salvatore Giusti, Andrea Li Bassi, Renato Lorusso, Gabriele Tarano, Luigi Treglia e le ragazze della sezione femminile, anni Danilo, Sara d'Ossola, Marina Velletri. distinto invece più per le sue abilità scenografiche che per la recitazione - a detta del regista, che lo prende affettuosamente in giro- il diciassettenne Manuel Lambiase. Sono infatti le splendide installazioni realizzate in legno dipinto che hanno arricchito lo spettacolo è creato un'atmosfera di speranza.

C'erano anche alcune fotografie, tra cui una del regista, un giovane sorridente non molto alto, che abbracciava Manuel. Un Manuel di 2 anni più giovane, con i capelli tagliati corti ma con lo stesso, inconfondibile sguardo profondo. È un sorriso indecifrabile, velato di malinconia.
Bianca preso un fazzoletto dalla scrivania e si soffia il naso. Ormai piangeva a dirotto non sapeva se per la rabbia, delusione, la compassione semplicemente per la voglia di abbracciare Manuel, una voglia talmente intensa strinse ad alzarsi dalla sedia e uscire sul terrazzino, in pigiama, ignorando il freddo della notte e dell'inverno in arrivo. Questo punto in cui il giorno si vedeva la striscia di mare, ora cancellato dal buio, e cerco di mettere ordine ai propri pensieri. Soprattutto, cerco di decidere cosa doveva fare, come doveva comportarsi, come avrebbe potuto affrontare Manuel. Mamma note arrivano i minuti, infatti, della scoperta della verità dolorosa consapevolezza. Manuel era figlio di un criminale. Manuel era stato davvero in carcere. E forse, come aveva detto Paolo, aveva a che fare con il traffico di rifiuti tossici e stava facendo perdere il sonno suo padre.
Bianca tremo, e non per il freddo.

Avvicinarsi alla scuola, il giorno dopo, su come avanzare attraverso un invisibile muro di gelatina. Ogni passo che costava fatica. Alla vista della cancello, Italy il cuore in gola. Ho tentato di andartene e darti un altro po' di tempo, rimandare all'indomani confronto con Manuel, ma le sue gambe continuavano a muoverti come se avessero già preso la loro decisione. Quando entro in classe, hanno richiesto dei suoi compagni. Aveva le orecchie come imbottito di ovatta e suoi occhi misera fuoco, dell'intera scena - compresa Valeria che si sbracciava verso di lei - solo l'angolo in cui sedeva Manuel. Vuoto.
Sì concesse di respirare sistemo al banco. Valeria le stava mostrando le scarpe nuove, discutibili trainer rosa con i lacci glitterati, e continuava a ridere su una certa cosa che l'aveva scritto Paolo per sms.
--Ti senti bene?-- le chiese all'improvviso. --Dovresti farti vedere da un medico, se vuoi il mio parere
--No.
Valeria rise, pensando a un battuta. Era buffo come interpretasse sempre al contrario ogni cosa che Bianca diceva.
--Sul serio-- esclamò l'amica. --Ultimamente ti comporti in modo strano.
E continua a farlo per il resto della giornata. Non rispose all'appello, il professore dovete chiamarla tre volte mentre Valeria le dava delle gomitate per farlo uscire dallo stato di trance. Vista distante che conduceva verso la seconda ora come se fosse eterno immobile. Allo squillo della campanella, strinse le mani sul bordo del banco, aggrappandosi come se stesse per naufragare e fissando la porta, in attesa.
Invece Manuel non comparve.
Bianca chiede di uscire per andare in bagno e lì si sciacqua la faccia. Grondante d'acqua, che le scivolava sul collo e nella maglia, sì permise di piangere di nuovo e si è chiusa in uno dei gabinetti, in attesa di calmarsi.
Dove era in quel momento, il ragazzo che stava spaccando il cuore?
Le sue assenze dovevano avere a che fare con la sua doppia vita. Cosa faceva? Con chi si vedeva? Bianca ricordo il tipo nervoso dagli occhi cattivi che guidava il Suv nero e gesticolava verso Manuel come se fosse arrabbiato con lui. Chi era? Milioni di domande e si accavallavano nella testa, ognuna privati risposta boh, ognuna con una potenziale, orrenda verità nascosta dentro di te. Durante la ricreazione, bianca andò in cortile a sederti sulle scale su cui, solo un paio di giorni prima, le Manuel si erano abbracciati. Calore e inquietudine. La cicatrice sulla guancia. Lo sguardo pieno di solitudine. Ritornato in mente ogni dettaglio, ma sotto una luce nuova. In classe, più tardi, chiese ai suoi compagni e se qualcuno avesse il numero di cellulare di Manuel. Conosceva già la risposta ma aveva voluto fare lo stesso tentativo prima di rivolgersi alla segreteria. All'uscita, mentre gli altri sciamavano fuori, si infilò nel corridoio degli uffici e bussò alla porta del segretario.
--Non posso fornirti i recapiti del tuo compagno-- le rispose quello. --Sono informazioni riservate Se lui non ha voluto dartele, noi non possiamo fare niente.
Bianca pensò in fretta. --Non ha fatto in tempo-- replicò --Io sono nuova in questa scuola e lui anche. Sa, la confusione dei primi tempi. Ma adesso c'è la consegna del compito di architettura io non voglio prendere un brutto voto a cose dell'esistenza. Ho bisogno di andarmi a prendere gli appunti, per favore.
Il segretario ci penso su, settico. Lavorava nella scuola da abbastanza tempo per conoscere i trucchetti che i ragazzi e le ragazze usavano per fregarlo. In quel momento, però, non sentiva puzza di imbroglio o forse voleva solo andarsene a casa, perciò decise ad accettare il computer ea cercare il file con l'elenco degli studenti. Voglio l'indirizzo di Manuel Lambiase lo porse a Bianca. --Non hanno telefono fisso.
Bianca preso il foglietto è a noi. L'indirizzo era anche meglio del numero di telefono. Abbia bisogno di parlargli guardandolo negli occhi.

Scusate il ritardoooooo spero che questa storia vi stia piacendo❤

E sarà bello morire insieme (Manuela Salvi) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora