Capitolo 19- Viaggio all'inferno:

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"Veniamo a questo mondo innocenti. Con gli occhi spalancati. E' compito dei nostri genitori allevarci e proteggerci."

-Klaus Mikealson.

Klaus si risvegliò in una stanza vuota e all'apparenza bruciata ormai da tempo: era legato ad una sedia con delle catene e davanti a se, aveva Genevieve.

"Sta tranquillo, non sono alleata con Celeste." gli disse, in modo tranquillo.

"Eppure eri sempre al suo fianco." commentò Klaus, cercando di capire dove si trovasse, ma nulla. "Che cosa vuoi?"

"Voglio mostrarti dei ricordi su quella che tu definisci "Famiglia." Su Rebekah e sull'anno in cui ci siamo conosciute." rispose la strega.

"Perché?"

"Perché è giusto che tu sappia."

Genevieve si avvicinò a lui e gli appoggiò la mano sulla fronte.

"Prima dimmi dov'è Caroline." continuò Klaus, a denti stretti.

"Non preoccuparti, ha chi si prende cura di lei."

Per Caroline, quel pugnale era stato un vero e proprio viaggio all'inferno: aveva avuto incubi per chissà quante ore, fin che non si era risvegliata in quello che sembrava un loft.

Era sdraiata su un divano, il pugnale usato su di se era su un comodino, la stanza era ampia e aveva delle finestre che davano sulla città.

Da degli scalini alla propria sinistra, comparve Marcel con in mano un bicchiere d'acqua e una maglietta da donna: il sorriso alleviò un po' tutto quel dolore.

"Ti sei svegliata, come stai?" le chiese, porgendole l'acqua.

"Come se avessi appena scontato un girone all'inferno." rispose lei, bevendo.

Marcel rise, come se fosse una battuta. "Ti ho portato una maglietta di ricambio."

Solo in quel momento, Caroline si accorse di avere la maglia piena di sangue, così se la cambiò velocemente e riconobbe anche l'odore.

"Hai una maglia di una donna in camera...Fammi indovinare: Camille?"

Marcel annuì, senza togliere il sorriso. "C'era qualcosa tra noi due, ma non volevo metterla in mezzo a tutto questo casino, soprattutto con Klaus." spiegò.

Caroline spalancò gli occhi e subito le venne in mente che si era dimenticata di ciò che era successo. "Klaus!"

Genevieve aveva mostrato a Klaus che, nell'antico 1919, lei e Rebekah erano due infermiere che curavano i malati della febbre che avevano colpito New Orleans. Genevieve era una strega, mentre Rebekah e Marcel stavano ancora insieme, ma sotto la stretta sorveglianza di Klaus.

I due sembravano non poterne più e così chiesero alla strega di far tornare dalla morte il peggior nemico di Klaus: suo padre.

Ma alla fine, Rebekah si era accorta che era stata una pessima idea, perché sì Klaus era un uomo orribile, ma di sicuro non quanto il suo patrigno.

Genevieve si sentì in colpa e aveva l'intenzione di dire tutto a Klaus, ma Rebekah decise di ucciderla prima che lo facesse.

Klaus era furioso con Rebekah, ma prima che potesse commentare la vicenda, giunse Caroline che spezzò il collo alla strega.

"Non avevo bisogno del tuo aiuto." commentò Klaus, con fare duro.

"Ah si?" Caroline indicò le catene. "A me pare proprio di si." esclamò, spezzandole per renderlo libero.

Caroline notò che era anche abbastanza contrariato. "Che cosa è successo?"

Klaus non rispose, ma aggrottò le sopracciglia in modo molto inquietante, staccò via una zampa della sedia di legno su cui era stato seduto e si avviò di fuori.

In quel momento, Caroline si accorse di trovarsi in un ospedale abbandonato e sembrava che Klaus stesse impazzendo: chiamava la sorella con una vocina da serial killer, fin che non la trovò.

Caroline non capiva il perché Rebekah fosse così spaventata da suo fratello, era stata via troppo a lungo.

Ma si mise fra i due. "Klaus, che cosa vuoi fare?" chiese all'Ibrido.

"La mia cara sorellina ha riportato indietro mio padre dalla morte per uccidermi! E' colpa sua se dovevamo scappare da città in città!" esclamò Klaus.

Nemmeno Caroline poté crederci e si voltò verso Rebekah con una smorfia. "Tu cosa?!"

L'Originale era in lacrime. "Tu mi hai rubato la felicità solo per orgoglio! Io amavo Marcel e tu mi impedivi una vita tutta mia!"

Caroline si voltò verso Klaus con un'altra smorfia. "Beh, anche questo è crudele." commentò.

Quindi Klaus tentò di avventarsi contro sua sorella, ma Caroline lo fermò, prendendogli il paletto dalla mano. "Non posso lasciare che tu lo faccia."

"Tu non capisci, tu una famiglia non ce l'hai!" strinse i denti l'altro.

Caroline aggrottò le sopracciglia: era colpa sua dopo tutto. "Si, perché tu l'hai distrutta." Infine, gli piantò il paletto nel cuore, anche se sapeva che non sarebbe bastato per un Originale, ma lo avrebbe tenuto a bada per un po'.

"Grazie." le disse Rebekah, sotto voce.

"E' una brutta cosa quella che hai fatto, ma almeno tu sai chiedere scusa e non credo che lui sia uno che accetta le scuse." commentò Caroline,chiamando poi Elijah per farsi dare una mano.

Klaus si sarebbe risvegliato a momenti.

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Always and Forever. (Prima storia.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora