15.

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Ormai stava diventando un'abitudine. Era appoggiato al muretto, con la solita sigaretta alle labbra, con i soliti anfibi, aspettando il solito ragazzo. Sempre per la stessa motivazione, che non sapeva nemmeno lui.

Il giorno prima era letteralmente scappato da quella casa. Era comprensibile,no?, essere spaventati da ciò che si prova per qualcuno che fino a quel momento era stato solo ai margini della sua vita. Perchè era successo questo con Luke. Lui si era impossessato della sua mente in un modo subdolo, lentamente e letalmente. E lo aveva portato alla pazzia. Ed era proprio a questo che attribuiva il sogno del bacio. Perché era stato solo un sogno, vero? Non si erano baciati nella realtà, no, no di certo. Era stato troppo perfetto per essere vero.

Chiuse gli occhi e aspirò il fumo che prima o poi l'avrebbe ucciso, tanto prima ci avrebbe pensato quel biondino, pensò lui. Ed era talmente assorto dall'immagine di quegli occhi blu che quasi non si accorse del ragazzo che stava correndo verso l'ingresso della scuola. Era lui.

Gettò la sigaretta a terra, nemmeno preoccupandosi di spegnerla e lo raggiunse il prima possibile. Lo fermò, toccandogli la spalla e Luke si girò. Si guardarono per secondi che sembrarono ore. Era tutto così perfetto, anche se erano davanti la scuola, anche se tutta quella massa di adolescenti gli stava superando senza sapere cosa stava accadendo tra di loro, anche se non aveva motivo di essere perfetto. C'erano loro due, si stavano guardando, si stavano dicendo mille cose. E questo bastava.

Ma, come succedeva nei migliori film romantici, la magia venne spezzata da un gruppetto di ragazzi che si fermarono alle spalle di Michael.

-Hey ragazzi, guardate qua! Hemmings sta facendo il gay con Mike!- disse uno, provocando le risa in tutto il gruppo. Nessuno aveva prestato attenzione alla scena, altrimenti si sarebbero accorti che era proprio Michael che aveva la mano stretta attorno al polso di Luke.

-Se non sparisci subito ti facciamo un bel livido viola in faccia. Il viola s'intona con il tuo essere frocio, non credi?- continuò un altro, e giù di nuovo con le risa. Michael abbassò lo sguardo e tolse la mano, portandosela in tasca, come ad evitare che l'istinto gli dicesse di bloccare ancora Luke.

Il biondo guardò il ragazzo e, deluso, si allontanò con la testa bassa. Si mise le cuffie e alzò il volume della musica al massimo, ma nemmeno questo riuscì a sovrastare il rumore che il suo cuore fece quando si spezzò.


Ti prego Luke, perdonami...

M.

Black notebook||MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora