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Vi consiglio di ascoltare Animals- Maroon 5 mentre leggete ;)


L'unica cosa che Jace voleva in quel preciso istante era prendersi a sprangate per essere andato a casa di Luke. Ma per motivi logistici non corse via a cercare una mazza, bensì cercò di formulare in fretta una scusa.

"Luke io..."

Non sapeva come continuare, l'improvvisazione era sempre stata a lui ostile. Cosa voleva? Cosa stava facendo? Si era presentato davanti la porta del biondo con l'egoistica speranza che tutto sarebbe tornato come prima. E la consapevolezza che i suoi sogni si stavano infrangendo ancor prima che potessero essere espressi gli provocava una rabbia intensa. Sentimento che cresceva ogni secondo in più che Luke continuava a guardarlo con quello sguardo così freddo.

Di nuovo silenzio.

"Jace vattene" disse solo dopo un sospiro. Poi abbassò lo sguardo e fece un passo verso l'interno della casa. Prese la maniglia e fece per chiudere la porta, ponendo così una barriera fisica tra loro due.

Qualcosa scattò in Jace. Per un'ennesima volta qualcuno lo stava allontanando, lo stava cacciando via. La cosa che faceva più male era che proprio Luke era l'assassino dei suoi sogni. La sua ultima salvezza gli stava chiudendo la porta in faccia. E non poteva accettarlo.

No, no, ti prego Luke...

Infilò il piede fasciato dai pesanti stivali tra lo stipite e la porta proprio nel momento in cui questa stava per chiudersi. Luke alzò lo sguardo sorpreso da quell'azione, ma quando il moro spinse e la porta gli sfuggì dalle mani aprendosi nuovamente, nel suo sguardo si accese una scintilla di paura. Sapeva bene cosa era capace di fare.

"Luke..." continuava a ripetere come una cantilena mentre avanzava. Luke indietreggiò e furono entrambi in casa.

"Luke ascoltami..." disse Jace ma era evidente ad entrambi che la sua intenzione non era quella di parlare. I loro sguardi erano incatenati, legati con un nodo talmente stretto che Luke boccheggiava per cercare aria.

Jace continuava ad avvicinarsi e lui continuava ad allontanarsi. Erano ormai in casa ma Jace non sembrava più il ragazzo impacciato di qualche minuto prima, che si aggrappava a patetiche scuse cercando di rimediare ad un passato scritto con un pennarello indelebile.

Luke si ritrovò in salotto, scontrando la schiena contro il bracciolo del divano e si bloccò. Prima che potesse aggirare quell'ostacolo che lo imprigionava tra il divano e il corpo di Jace, questo gli afferrò violentemente il braccio, impedendogli la fuga.

"Luke ora devi ascoltarmi. E fare il bravo, altrimenti...". Gli parlava sussurrando le parole all'orecchio, provocando così brividi di paura che gli percorrevano la schiena. Jace gli sfiorò la linea della mascella con un dito "... altrimenti mi dispiacerebbe dover rovinare questo bel faccino...".

Il moro si scostò appena fino ad avere i loro nasi che si sfiorarono, gli stava fissando le labbra che distavano solo qualche centimetro.

"... un'altra volta."

Luke spalancò gli occhi e trattenne il respiro. Non voleva che accadesse di nuovo.

"Hai capito piccolo Luke?" chiese quasi gentilmente. Il biondo annuì appena, come se avesse paura che un gesto più brusco avrebbe potuto farlo infuriare.

"Bravo, baby boy".

Jace sorrise maliziosamente, inarcando un'angolo della bocca e leccandosi il labbro inferiore come avrebbe fatto un predatore vedendo la sua preda servitagli su un piatto d'argento.

Lo guardò negli occhi e Luke vide solo il buio. Non riusciva più a distinguere la pupilla dall'iride, i suoi occhi erano completamente neri.

Poi Jace s'impossessò violentemente delle labbra di Luke, rispondendo così al suo istinto primordiale di marcare il suo territorio.

Si sentiva il telefono di Luke squillare, una volta, due, tre, ma nessuno rispondeva.

Jace aveva fatto cadere il biondo sul divano e si era disteso sopra. Continuava a baciarlo con una furia che lo accecava e gli impediva di sentire le preghiere di Luke, il quale si dimenava e urlava cercando di uscire da quel vortice che lo stava trascinando ancora una volta nel baratro.

Black notebook||MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora