Black notebook||Muke

32.

Okay, ora non doveva farsi prendere dal panico. Aveva suonato il campanello e nello stesso istante in cui aveva sentito il trillo echeggiare all'interno della casa l'istinto di scappare via si era impossessato delle sue gambe. Fece due passi indietro e si ritrovò sotto i gradini. Poi si fermò. C'era una ragione se alle sette di sera si trovava davanti la casa di Luke, c'era un fottutissimo motivo. Solo che ora non lo ricordava più.

Okay, si doveva calmare, prese respiri profondi e chiuse gli occhi. Sarebbe stata una chiacchierata normale tra...vecchi amici. Amici che non si vedevano da un anno. Che come ultimo ricordo avevano delle immagini di ambulanze e macchie rosse sul pavimento. Che non si erano mai detti 'addio' perché l'ultima volta che si erano incontrati li separavano tubi infilati sottopelle e lenzuola da ospedale.

No, non sarebbe stata una chiacchierata 'normale'. Non lo sarebbe stata affatto.

Prese coraggio e salì i gradini trovandosi davanti la porta, ma appena sentì dei passi un'inquietudine all'altezza del petto gli fece voltare le spalle. Scese velocemente per l'ennesima volta i gradini con la testa bassa. Se mai ci fosse stato qualcuno lì a guardarlo lo avrebbe facilmente scambiato per qualcuno affetto da disturbi della personalità.

Non voleva vedere ancora una volta il disgusto sul volto del biondino, non voleva essere respinto, non poteva farcela.

Aveva appena messo le mani nelle tasche del giubbotto e si stava avviando verso il piccolo cancelletto di ferro che la porta si aprì. Un fascio di luce lo colpì di spalle e proietto sul vialetto l'ombra della sua figura.

"Jace"

lo so, lo so, il mercoledì si aggiorna, ma il capitolo 'boom' ancora non è pronto e non volevo saltare la tradizione del mercoledì. Dal momento che siete delle unicorne tanto belle giuro che lo pubblico domani e spero di lasciarvi come se aveste appena scoperto che Draco non è biondo naturale (Draco è biondo naturale)

prometto senza tema di smentire che un confetto mi possa colpire

-Helburn