Michael veniva spinto da tutti quei ragazzi che cercavano di raggiungere ognuno la propria meta. E anche lui avrebbe dovuto, ma proprio non sapeva cosa fare. Le parole di Ashton lo avevano completamente investito con la forza di una locomotiva contro un negozio di porcellane cinesi.
Era esattamente così che si sentiva.
Prese un profondo respiro e abbassò lo sguardo sui suoi passi, cercando di pensare il meno possibile a ciò che gli stava accadendo, ma inevitabilmente gli tornarono in mente le parole del padre di Luke. Doveva scoprire se era la verità: era l'unico modo per calmare la sua irrequietudine. Poi quello che aveva detto Ashton... Oh. Ashton.
Forse avrebbe dovuto parlargli, forse...ma non terminò quel pensiero che si scontrò contro qualcuno. S'inginocchiò per raccogliere i libri caduti mentre una voce femminile, acuta e allegra, continuava a snocciolare scuse prive di senso logico.
"Scusami tanto, non volevo, non ti ho proprio visto. Non nel senso che sei invisibile, perchè sei un tipo che non si può non notare. Oddio, non intendevo farti un complimento... ma detto così sembra troppo rude. Comunque scusa, sono così imbranata, e sto facendo un casino con le parole e... solo scusa.".
Era praticamente un fiume in piena e Michael aveva smesso di ascoltarla dopo pochi istanti. Quando alzò lo sguardo e vide che la ragazza gli stava porgendo la mano si diede mentalmente uno schiaffo in fronte perchè lei si era presentata e lui non aveva nemmeno sentito il nome.
"Io sono Michael" disse stringendole la mano. "Puoi ripetere il tuo nome, per favore" continuò il tinto grattandosi la nuca. Alla ragazza scappò una piccola risata, che coprì portandosi una mano davanti la bocca e Michael pensò subito che lei fosse come uno di quei personaggi dei libri che nessuno può odiare. Uno di quei personaggi per cui odi dover finire il libro, come se volessi leggere di loro per sempre.
"Sono Sophie, e già ti conosco: seguiamo lo stesso corso di francese" poi accorgendosi dell'orario che indicava il suo orologio da polso bianco continuò, "Ed è proprio ora la lezione. Anzi, è già iniziata da qualche minuto. Vieni in classe?".
E solo in quel momento Michael realizzò che era ancora a scuola e che non aveva fatto i compiti per casa. Poi ricordò il motivo per cui non aveva avuto tempo e un sorriso ebete gli si disegnò sul volto. Era stato troppo impegnato a risolvere un problemino...biondo.
"Si, andiamo" disse scuotendo la testa per evitare che altri ricordi lo distraessero.
"Hai ancora i miei libri" gli fece notare Sophie, ma lui scosse le spalle facendole intendere che una ragazza aveva il diritto di farsi portare i libri da un gentiluomo. O qualcosa del genere.
Arrivati davanti la porta della classe aspettò ancora qualche istante prima di entrare, guardando il corridoio ormai deserto. Magari si aspettava di vedere un ciuffo giallo spuntare da dietro l'angolo e degli occhi celesti che gli facevano tremare le gambe.
Doveva parlargli al più presto, anche perchè nei film nel lasso di tempo che divide due persone dal parlare succedono le catastrofi irreversibili.
Succede solo nei film, vedrò Luke al cambio dell'ora e gli parlerò. Dopo averlo baciato.
Ma i film dopotutto sono solo delle storie in cui non si spera più.
Hi! Capitolo di passaggio? Qualcosa di indistinto? Vomito di unicorno arcobalenoso? Non so bene cos'è questo capitolo e cercherò di aggiornare domani. So...che ne direste di lasciare un commentino perchè proprio non ho idea se la trama vi stia piacendo. Love you all
Helburn
xxx
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Black notebook||Muke
Fanfictiondove Michael trova sotto il suo banco un quaderno nero e ogni giorno qualcuno risponde a ciò che scrive. Mai si aspetterebbe ciò che gli accadrà "Chi sei?" "Mi hai visto tante volte e ti guardo da lontano" boyxboy ~ sad boy!Luke...