Capitolo 3

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È un istante e poi eccoci di nuovo noi. Insieme, uniti come sempre senza mai abbandonarci. Posso confondere i miei sentimenti, fare finta che non chiamino, ma tornano nei miei sogni.

Non posso credere che non ci sarà più nelle profondità di un pensiero perché siamo una cosa sola.

-Avrai voglia un giorno di abbracciarmi e dirmi quello che hai dentro di te-

Ha ragione, non voglio più nascondere quella sensazione senza fine. Sento i battuti sussurrare dal mio petto, come ombre che mi accompagnano.

Ma so che se cederò di nuovo soffrirò...di nuovo. La domanda è: mi fido di questo ragazzo e dei suoi sguardi? La risposta? Semplice...mi fido, gli darei la mia vita. Con lui accanto non sarò mai sola.

Lo guardo ancora un po', che cosa nasconde quello sguardo freddo?

-Shinichi, lascia che io viva quello che sei-

Dai suoi occhi sbarrati capisco che l'ho detto a voce alta. E la mia mano si è pure teletrasportata su una sua guancia. Beh...perché aver paura di essere sincera.

-Dimmi che cosa non va? Poche parole possono bastare, voglio ritrovarti. In quei momenti di sconforto eri la mia unica sicurezza. Torna da me...-

Si lascia andare in questa mia carezza e i suoi occhi si lasciano sfuggire qualche emozione.

-Ran, non lo dico, lo prometto...tornerò-

Siamo dei gesti confusi, vorremo stringerci un po' di più, ma è troppa la distanza fra noi. Fa male la sua assenza.

-Quindi hai intenzione di andare via lo stesso? Allora non hai capito nulla...guardami e promettimi che non ripartirai-

Provo a non pensare, ma l'amore fa male anche se credo ancora nel contrario, mentre mi accarezza lungo le mie lacrime piccole e brillanti.

-Non sai quanto vorrei stringerti la mano con la forza di quel bimbo che dormendo sognava te, cercava te. Non lasciarmi mai, la vita è una sfida e ho bisogno di te. La forza che ho dentro me l'hai data tu, Ran-

-Smettila di dirmi queste cose, ho capito che non resterai con me...hai ragione, la vita è una sfida e la Ran che sono adesso ce la farà, vai via-

So che resterà nel suo mondo per sempre e non voglio essere io a fermarlo. Sono i suoi sogni e deve viverli, io mi farò la mia vita. 

Farà un po' male, ma vivrò così. Mi ha insegnato ad affrontare i problemi, adesso farò da sola. Non avrò paura e senza più rancore resterà l'amico d'infanzia di prima.

Ci sono giorni dove non basta vivere, ci sono notti dove non conta nulla se non è con me, ci sono volte in cui non trovo la forza di dare di più.

-Ran lo so che pensi che metto prima gli altri e poi te, ma non è vero perché senza di te morirei, te lo giuro-

-Vai via, se mi ami fallo-

Ed ecco che torna quello sguardo passivo. Non mi risponde e torna serio.

Lo vedo uscire dalla stanza senza fiatare e sparisce dietro l'angolo, mentre sento i suoi passi scendere dalle scale.

Quante notti spese per immaginarmi insieme a lui. Ma forse è stato giusto così: conoscerlo ed illudermi.

Un desiderio resterà. Meglio pensare a sistemare le cose per l'arrivo di Conan di domani.

Sarà una giornata fantastica, sarà luce dopo la tempesta. Il suo piccolo sorriso mi tira sempre su il morale.

Mi porta in un mondo diverso, mi fa riscoprire i miei sogni e le mie fantasie.

Mi levo i vestiti bagnati dalla pioggia e mi metto qualcosa d'asciutto.

Adesso vado a trovare il dottore Agasa tanto non ho nulla da fare. È sempre stato un nonno per me e purtroppo non vado a trovarlo spesso.

Fuori nevica e sono costretta a prendere l'ombrello. Non faccio altro che pensare a lui.

Voglio un attimo senza paura, voglio un attimo senza ragione, un attimo senza pensarlo.

Ma è difficile. È sempre stato presente nella mia vita e non riesco a cancellarlo così.

Lo rivedo nel mio passato, è nel mio presente e me lo vedo accanto in futuro. 

Purtroppo il mio pensiero è libero e vola verso lui, verso i vecchi ricordi. 

Almeno con lui la mia vita non sarebbe mai prevedibile. Il nostro non è un amore da manuale, un amore che sa vivere di briciole.

Non voglio qualcosa che sappia di principi azzurri o di favole. Qualcosa di incontenibile.

Però, la mia pelle lo sa e lo sente già lontano. Cambierà l'aria, un giorno saremo felici...ognuno per conto nostro.

I pensieri mi hanno accompagnata a casa del dottore. Busso alla porta e una piccola testa rossa spunta.

-Ciao Ai, posso entrare?-

-Emh...veramente-

Intravedo un altro bambino dentro il salone. È Conan! Devo correre ad abbracciarlo! Vado verso di lui e quando mi sente si gira. Un momento...sta piangendo.

Freno la mia corsa e lo guardo dritto negli occhi che non sono coperti dagli occhiali.

Mi abbasso alla sua altezza e divento malinconica. Conan non piange mai, qualcosa non va.

-Piccolo che è successo? Oddio Conan, tu non piangi mai!-

Lo vedo asciugarsi le lacrime di fretta e diventare serio.

-Nulla, tranquilla-

Non me lo dice per non farmi preoccupare. Lo faceva anche Shinichi da bambino e lo fa anche ora.

Sono così simili. Non ho mai visto piangere neanche Shinichi e lo conosco da tutta la vita.

Neanche Conan, è la prima volta. Anzi, Sonoko mi aveva raccontato che aveva pianto quando mi credeva morta annegata.

Si era anche messo a gridare il mio nome. L'ho sentito, lo ricordo. Chissà se Shinichi avrebbe pianto se fosse stato lì.

-Che brutto difetto che avete!-

-Abbiamo? Chi?-

-Tu e Shinichi! Non fate altro che mostrarvi tanto coraggiosi ma alla fine anche voi avete delle debolezze-

Lo vedo aggrottare la fronte.

-Shinichi ha sempre e solo difetti per te, vero Ran? Non pensi che magari se è lontano da te è proprio per il tuo bene?- 

-Conan, ne parliamo più tardi...adesso mi spieghi come mai sei qui? Non dovevi venire domani?-

-Mi hanno accompagnato oggi e sarei venuto da te domani-

Sono felice di averlo visto un giorno prima.

-Domani, dopo scuola, ti porto a mangiare fuori!-

~Quel Che Ero~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora