Capitolo 20

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Apro gli occhi. Sono legata e imbavagliata su un divano. La stanza sembra pulita e profumata. C'è una tv, un tavolo, una cucina.
Sembra un piccolo appartamento. Ovviamente le finestre sono chiuse e i raggi del sole non si vedono. Non riesco a capire se è giorno oppure no, non so quanto tempo sono rimasta a dormire. Mi giro intorno per capire se qualcuno è nella stanza, ma non vedo nessuno. Adesso devo trovare solamente un modo per slegarmi le mani. Inizio a smanettare con la corda che mi lega, ma non riesco a tirare fuori le mani. Sento il rumore del vento fuori. Stamattina però non c'era vento. Quando sono uscita da casa di Shinichi era tutto pieno di neve ma si stava bene.

Shinichi dove sei? Vieni a prendermi, portami con te. Perché ogni volta che siamo di nuovo insieme deve arrivare qualcosa a seperarci, perché non possiamo restare insieme? Io ho bisogno di lui perché mi fa ridere, perché si incazza se faccio qualcosa di sbagliato, ma lo fa solo perché si preoccupa. Ho bisogno di sentirmi amata, protetta, al sicuro. Ho bisogni di lui e dei suoi «sei bella», «sei brava», anche se non è assolutamente vero. Ho bisogno di lui perché mi fa sentire adeguata, al posto giusto, come se non avessi nulla di sbagliato. Lui accetta le mie stranezze, i miei difetti, le mie incertezze e le mie paure. Ho bisogno di lui perché anche se non è il tipo da dire ti amo un paio di volte al giorno, me lo fa capire in tutti i modi possibili, per non farmelo scordare. Mi fa credere nell'amore, nei sogni, nelle speranze e nei desideri, mi aiuta a farlo. Ho bisogno di lui per guardare il cielo, per non vergognarmi di mettere il costume a mare. Mi fa sentire utile. Mi fa fare quello che più amo, ho bisogno di lui perché in fondo non mi lascia mai, perché si annoda i miei capelli fra le dite e ne sente il profumo. Mi aiuta a combattere il passato, mi abbraccia quando fuori fa freddo. Lui che mi scrive lunghe lettere e che a Natale mi regala guanti caldi per riscaldarmi. Lui mi ha sempre dato tutto questo. So che non smetterà mai di piacermi perché l'ho amato fin dal primo momento in cui ho visto i suoi occhi. Non mi sono pentita di aver scelto lui. L'ho scelto anche con la distanza di mezzo, con la paura di non vederlo. Ho sempre scelto lui perché nessuno è in grado di essere al suo livello, perché nessuno è in grado di ridere come lui. Io credo in lui, so che verrà a tirarmi fuori da questa situazione.

Sento una porta aprirsi e mi immobilizzo. Sento passi avvicinarsi e piango tremando. Quando vedo l'ombra dell'uomo chiudo gli occhi. Non voglio vedere la morte in faccia. Improvvisamente mi leva lo scotch dalla bocca e inizia a slegarmi le mani. Quale rapitore o rapitrice farebbe una cosa del genere? Apro gli occhi per guardarlo in faccia e vedere quanto disgusto riesco a provare. 

-Haru?! Perchè?! Come hai potuto?!-

Forse era meglio non aprire gli occhi. No, non doveva esserci lui qui. Perché Haru? Perché mi sta facendo questo?

-Shhh!! Che ti urli?! Ho visto tutto mentre stavo venendo a casa tua e vi ho seguiti! Sono il tuo fidanzato o sbaglio?-

-Huh...-

Già, il mio fidanzato. Ancora non gli ho detto nulla su Shinichi e adesso non c'ho proprio il coraggio di dirglielo. Ha rischiato la sua vita per salvarmi ed io l'ho preso anche per il rapitore. Dirgli di Shinichi adesso sarebbe crudele.

-Ran, dobbiamo andare via!-

-Hai chiamato Shinichi? Non possiamo andare senza catturare il criminale!-

Il rumore di una pistola proviene da dietro me e qualcosa mi tocca la schiena.

-Tranquilla, voi non andrete da nessuna parte. Shinichi è stato avvertito da me. Gli ho teso una bella trappola, vero? Facendogli credere di avermi trovato l'ho fatto allontanare per venire da te-

Adesso capisco: deve essere il serial killer di cui parlava oggi Shinichi. Bastardo. Guardo Haru in viso cercando una via di scampo, ma noto con dispiacere che anche lui non sa cosa fare.

-Lascia la ragazza, subito!-

Io, Haru e il criminale ci giriamo verso l'ingresso della stanza. Shinichi è lì con una pistola puntata contro il rapitore.

-Shinichi...-

Lo guardo ormai piangendo per la paura. Punta i suoi occhi sui miei e mi fa quel suo solito sorriso furbo che mi da tanta sicurezza.

-Ti avevo già detto che sei una piagnucolona, vero? Ti porterò fuori di qui a qualsiasi costo, te lo giuro piccola-

Gli sorrido per quel ricordo lontano che affiorisce. A quell'età non avevamo tutti questi problemi. Eravamo solamente io e lui.

-Adesso basta! Allora Kudo, come ci si sente ad vedere la persona che si ama in pericolo? Per colpa tua, mia moglie è stata uccisa dalla polizia!!-

Sento la pistola fare pressione sulla mia schiena. Credo di aver capito di cosa sta parlando. Due anni fa Shinichi stava seguendo dei casi di rapina a mano armata. La ladra in questione venne catturata da lui e portata in galera, ma riuscì ad evadere dalla cella, però non riuscì mai ad uscire dall'intera prigione poiché venne uccisa da una guardia.

-Da quel momento per trovate pace ho iniziato ad uccidere senza un apparente motivo. L'avevo solo col mondo intero. Ma il dolore non è mai passato. Beh, sono sicuro che facendoti soffrire alla stesso identico modo, mi sentirò meglio, Shinichi Kudo-

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