Parte 9 Capitolo III Matilde - Amore e dolore

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Matilde aveva  conosciuto Flavio ad una festa di compleanno organizzata in pizzeria da un amico comune. In realtà, come capitava spesso, non conosceva direttamente il festeggiato, ma un amico di un amico. Era una ragazza piacente e da sempre dimostrava più dei suoi anni. Conosceva tanta gente e a differenza delle sue amiche che preferivano frequentare sempre lo stesso gruppo, a lei piaceva cambiare, ritornare e cambiare di nuovo. A sedici anni, dopo innumerevoli sabato sera in discoteca, si era stufata dell'ambiente: scartati gli impasticcati, gli alcolisti e gli scopatori rimaneva ben poco e quel poco era di una superficialità disarmante. Cominciò a guardare i ragazzi più grandi e scoprì gli universitari. La maggior parte di loro snobbava le discoteche e preferiva i locali di tendenza, magari con musica dal vivo e con la propensione a ritrovarsi nello stesso posto in base alla facoltà di appartenenza. Non che fosse una regola. Flavio infatti frequentava Economia e Commercio ma bazzicava dove erano soliti incontrarsi quelli di Giurisprudenza, come il festeggiato della sera in cui si conobbero.

Erano finiti casualmente seduti l'uno di fronte all'altra e conversarono a lungo. Settembre era appena cominciato. Aveva sedici anni e avrebbe iniziato il quarto liceo linguistico di là a dieci giorni. Ma non pensò di mentire quando rispose alla prima domanda di Flavio dopo le dovute presentazioni.

"Allora, che facoltà frequenti?" dando per scontata la sua maggiore età.

"Non ho ancora deciso" rispose con una mezza verità che indusse il ragazzo a pensare che si sarebbe iscritta il prossimo novembre.

Il tempo delle ordinazioni e l'attesa della pizza trascorsero disquisendo su quale poteva essere la scelta migliore in considerazione dei suoi studi, dei suoi interessi e della tendenza del mercato del lavoro. Matilde si interessava da poco di fotografia, cosa che Flavio liquidò come hobby senza prendere minimamente in considerazione la possibilità che lei prospettava di farlo diventare un lavoro e spingeva sulla scelta di un corso di laurea tradizionale che l'avrebbe preparata ad un lavoro stabile, sicuro e comodo per una donna.

"Dovresti iscriverti a Lettere, meglio ancora l'Orientale visto che hai studiato lingue" considerazioni che avrebbero dovuto farle scattare un campanello d'allarme che invece rimase muto di fronte al fascino di un ragazzo tanto più grande di lei: quattro anni alla sua età sembravano davvero tanti. S'innamorò di quel giovane proveniente da famiglia non particolarmente agiata, madre casalinga e padre impiegato che avevano cresciuto i figli nel mito della laurea, il pezzo di carta che avrebbe loro assicurato un futuro. Un miraggio d'altri tempi.

Si misero insieme due mesi dopo, passando per la scoperta della vera età di Matilde e del ritardo negli studi di Flavio, che non era poi così convinto della facoltà che aveva scelto per esclusione.

Erano insieme da quasi due anni quando il campanello d'allarme cominciò a suonare.

"E' stata una bella cena, non credi? Gente nuova e interessante" erano in auto e la stava riaccompagnando dopo una serata a casa di un collega di lui che divideva l'appartamento con tre studenti del progetto Erasmus, uno spagnolo, un greco ed una tedesca.

Flavio non rispondeva.

"Perché sei così silenzioso?"

"Che avevi tanto da parlare con lo spagnolo?"

"Non è facile trovare un madrelingua con cui fare pratica, è stato bellissimo rendermi conto che ricordo così tante parole e che riesco ad applicare correttamente le regole grammaticali. Mi ha fatto i complimenti soprattutto per la pronuncia. Ho di che essere orgogliosa, no?" disse sinceramente entusiasta per come era andata la serata.

"Già, splendido", le rispose sarcastico.

Lo fissò sbalordita. Che fosse un tipo geloso ormai lo sapeva da tempo, ma in quella occasione le sembrava totalmente fuori luogo.

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