Teresa le aveva dato appuntamento nella solita sala da te. Era il 27 febbraio, pioveva ininterrottamente dal mattino ed il traffico napoletano era impazzito: nulla di nuovo. La terra non tremava più dal giorno di Santo Stefano, i telegiornali avevano smesso di parlare diffusamente del rischio Vesuvio e, anche se il livello di allerta sul sito ufficiale dell'osservatorio rimaneva giallo, i napoletani avevano archiviato il pericolo. Quasi tutti.Valentina pensava a Natalia e faceva il conto alla rovescia per le vacanze di Pasqua, le avrebbe trascorse in Spagna in famiglia. Non vedeva l'ora.
Teresa arrivò in ritardo, gocciolante dalla testa ai piedi.
"Non avevi l'ombrello?"
"Avevi, dici bene. Lo ha distrutto il vento e comunque a poco serviva. Come fai ad essere asciutta?"
"Sono qui da più di un'ora, ero con Nico. Ti ha lasciato i saluti, è andato via da poco"
"Che dice, dorme profondamente?"
"Non ne è tanto sicuro e teme si abbassi troppo la guardia. Credo non mi voglia spaventare ma non è tranquillo"
"Non lo sei neanche tu quando dai una brutta diagnosi ad un paziente, anche se sai che può guarire. Lo tranquillizzi e tieni per te le preoccupazioni. Il babysitter del Vesuvio sta facendo la stessa cosa".
"Mi ha detto che ti odia profondamente quando lo chiami così"
Risero di cuore.
"Allora chi viene oggi?"
L'aria affranta dell'amica le suggerì la risposta.
"Quanti mesi sono passati? Quattro? Proprio non riesce a perdonarmi?"
"Anna è fatta così, lo sai. Ha bisogno di tempo"
"Non la sfiora mai l'idea che tempo forse non ce n'è? Io vedo la morte tutti i giorni in ospedale e arriva sempre inattesa. Nessuno è pronto, tutti lasciano una marea di cose in sospeso."
"Mamma che ottimismo, giornata allegra. Ricordami di dire a Nico di smetterla di trasfonderti tanto buon umore!"
"Scusa, è che questa situazione mi pesa davvero".
"Questa situazione si risolverà, ne sono sicura. Passiamo alle novità. Sto preparando privatamente una ragazzina all'esame di terza media. Tanti bei soldini extra. E' una famiglia molto benestante, anzi direi ricca. La ragazzina vive con la nonna anche se non ho capito perché non frequenti la scuola. Non credo abbia problemi di salute, mi sembra sempre molto triste. E' decisamente dotata, una vera spugna."
"Le gioie dell'insegnamento" la schernì Vale.
"E' arrivata Claudia!"
Furono entrambe molto felici di vederla. Aveva partorito da poco.
"Ragazze che tempaccio, la mia prima libera uscita e viene giù il diluvio! Anna non viene?"
Teresa scosse il capo.
"Santa donna! Troppo rigida, ora sta esagerando. Ho provato a parlarle quando è venuta a vedere il bambino, ma ha brillantemente glissato l'argomento". Guardò l'amica con occhi compassionevoli "Dalle altro tempo". Prima che Valentina potesse risponderle, Teresa s'intromise prontamente.
"Non ci provare a deprimere una neo-mamma, semplicemente non si fa", poi rivolta a Claudia aggiunse "è di umore plumbeo".
"Allora vi parlo di Matteo, così qualsiasi problema abbiate vi sembrerà ridicolo a confronto. Ragazze, non dorme mai! Ma come si può fare? Fosse per lui starebbe sempre attaccato al seno o in braccio. Se si è appena addormentato, come lo metto giù, strilla. Praticamente non ho fatto due ore di sonno consecutive da quando sono uscita dalla clinica. Perfino in bagno me lo devo portare e per fare la doccia devo aspettare che venga qualcuno a trovarmi. Sono stravolta, si vede?"
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Qui fu Napoli
Fiction généraleUno spaccato della vita di donne napoletane molto diverse tra loro per carattere ed età, le cui storie si intrecciano in una città in cui la più grande minaccia non è la camorra ma il Vesuvio. Rita apprende verità nascoste, Giulia affronta un tradim...