Premessa: per questo capitolo mi sono ispirata al mio fan video sterek.
(STEREK - all you had to do was stay)
https://youtu.be/pN70lMHF8LM
Se vi va dategli un occhiata.
Ready?
Go..
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Il raggio di sole stavolta non entrò da quella finestra. Il tempo sembrava rappresentare perfettamente l'umore di Stiles. Fu il primo a svegliarsi. Scott dormiva beato sul lato sinistro del letto. Anche Derek soleva dormire sul lato sinistro. Se lo avesse fermato, se non lo avesse lasciato andare, probabilmente avrebbe dormito sul lato sinistro anche nel suo di letto. Ma è andata così e non poteva cambiare le cose.
*Sarei potuto restare li con lui*
*Assolutamente no, la scuola, papà.. il tuo futuro*
Non ci riusciva. Non riusciva a farsene una ragione.
- Buongiorno.
Si stroppició gli occhi mentre attendeva la risposta dall'amico.
- Buongiorno.
Rispose finalmente Stiles. I pensieri ormai lo trasportavano in un altro mondo.
- Come stai?
- Tutto ok.
Stiles si voltò a guardare l'amico. Ancora addormentato Scott non chiese altro. Si alzò e di diresse in bagno.
Una volta uscito dal bagno rientrò in camera e Stiles era seduto li, stessa identica espressione di alcuni minuti prima, stessa identica posizione.
- Hey così faremo tardi.
Stiles si alzò lentamente e si trascinò in bagno. Aveva gli occhi stanchi, di chi non dorme la notte ma anche di chi la notte la passa a piangere.
- Stiles?
- Sceriffo sono Scott.
- Scott, come mai sei qui? Stiles sta bene?
- ..si..Si lui si riprenderà.
- Cosa vuol dire "si riprenderà"?
- Derek.. è andato via.
- Cosa? Ma che diamine ha in testa quel ragazzo? Mi aveva promesso..
- Papà! Basta.
- Stiles..
- Basta, davvero. Non importa.
Lo sceriffo non parlò più. Guardò suo figlio e non poté non notare il vuoto nei suoi occhi.
- Scott andiamo.
Scott seguì Stiles e diede un ultima occhiata allo sceriffo, completamente attonito.
- Stiles guido io.
- No, preferisco guidare io.
- Sei sicuro?
- Sì.
Salirono in auto e partirono. Una volta arrivati raggiunsero gli altri in aula.
Il tempo scorreva lento. Stiles era disattento e si notava facesse fatica a rimanere sveglio.
- Stiles.. Va tutto bene?
Stiles si voltò verso Scott e fece cenno di si con il capo.
- Sei sicuro? Non hai un bel aspetto.
- Sì, ho solo.. non ho dormito stanotte. E ho ancora un po di sonno arretrato.
Scott non rispose e continuò a guardarlo.
Al suono della campanella Stiles dovette cambiare aula, alcune materie non erano comuni.
- Hey, Lydia (sussurrò Scott)
- Dimmi.
- Tienilo d'occhio okay?
- Chi?
- Stiles!
- Non capisco.
- Ti spiego tutto dopo. Ora va.
Lydia scosse il capo confusa e raggiunse Stiles. Scott tirò un sospiro di sollievo nel sapere che l'amico non era da solo.
- Hey, Stiles?
Stiles non rispose. Nel percorrere il corridoio tra rumori indistinti, voci, urla e mormorii, si sentii crollare il mondo addosso. Uno sbalzo di pressione forse. Un attacco di panico probabilmente. Respiro affannato, gola serrata, fronte bagnata. Le gambe tremolante credettero. Si aggrappò a qualcosa, qualcuno. Lydia.
- STILES!
La voce della Banshee era lontana per Stiles. Come chiuso in una campana di vetro. L'amica lo tenne ben saldo e lo portò nello spogliatoio.
- Resta con me. Stiles ascoltami. Chiamo Scott.
Prese il cellulare e chiamò il licantropo. Scott si precipitò nello spogliatoio, si dispose in ginocchio accanto al corpo inerme del suo migliore amico. Lo prese in braccio e lo portò fuori da scuola.
- Le chiavi..maledizione non so dove sono.
- Saranno nel suo zaino. Prendiamo la mia.
Si precipitarono all'auto della ragazza e corsero in ospedale.
- Scott! Oh mio Dio cosa è successo?
- Mamma penso sia svenuto.
- Ha avuto un attacco di panico. (Precisò la Banshee).
- Una barella presto.
Una volta steso sulla barella lo portarono via. Scott e Lydia rimasero in sala d'aspetto.
- Chiama suo padre.. Scott! Ascoltami chiama lo sceriffo.
Scott era scioccato. Prese il cellulare a fatica e compose il numero.
- Scott?
- Sceriffo..io..
- Scott che succede?
- Io..
Lydia gli prese il telefono di mano.
- Sceriffo sono Lydia. Siamo in ospedale, Stiles ha avuto un attacco di panico.
- Arrivo subito!
- Scott? Ti prego riprenditi!
- Ci sono. Scusa. Non posso crederci.
- Vuoi dirmi che cosa è successo?
Scott gli raccontò tutta la faccenda. Il volto di Lydia si fece cupo quando udì il nome di Peter.
- Quel mostro ha la capacità di rovinare sempre tutto. Ma Derek? Da quando si fa sottomettere così?
- Non ne ho idea.
- Che diavolo ci fate qui?
- Isaac? Tu che ci fai qui.
- Non eravate a scuola. Ho seguito il tuo odore.
- Stiles. Ha avuto un attacco di panico ed è svenuto.
- Per.. per via di Derek?
- Già!
- Quel ragazzo è perso.
Scott lo guardò per un istante e il suo solo pensiero fu: *riesci ad ironizzare anche in questi momenti?*
- Scott!
Lo sceriffo corse verso il ragazzo. Era agitato e spaventato.
- Dov'è Stiles?
- Lo hanno portato via i dottori. Sono sicuro che starà bene..
Lo sceriffo abbassò lo sguardo e si appoggiò al muro.
- John!
- Melissa! Come sta?
- Vieni con me.
- Mamma!
- Scott resta qui un attimo okay?
Scott non capiva. Cosa stava succedendo? Tutto questo mistero per un attacco di panico? O c'era qualcosa di più? Si stava agitando. Stava per perdere la pazienza.
- Scott calmati.
- Isaac? (Lydia era preoccupata)
- Fiuto la sua rabbia, la sua preoccupazione. SCOTT!
Scott non lo ascoltava. Strinse i pugni e corse a raggiungere Stiles. Isaac tentò di fermarlo ma fu spinto indietro.
- Non c'è modo di fermarlo Isaac.. lascialo andare.
I due restarono immobili a fissare l'angolo che l'Alpha aveva appena voltato. Era comprensibile, era spaventato. Il suo migliore amico era in una sala d'ospedale e nessuno sapeva dirgli niente. Il viso di sua madre era allarmante e Scott proprio non poteva starsene da parte. Si mise ad origliare dietro la porta.
- Mi dispiace John.
- Come può essere? È già successo ricordi? Ma era un falso allarme. Ripeti il test ti prego.
- John ascoltami.. stavolta nessuno ha manomesso i risultati. Lo so è difficile da accettare ma.. ti prometto troverò un modo per alleviare i sintomi.
- No! Non lo riempirò di farmaci.
Scott non ne poteva più. Mentre lo sceriffo e sua madre parlavano, Stiles aveva il cuore a mille, piagnucolava. Allora l'Alpha decise. Entrò in sala e si precipitò dal suo migliore amico.
- Stiles!
- Scott.. (tirò su con il naso e un nodo gli si bloccò in gola).
- Andrà tutto bene. Te lo prometto.
- No, non andrà bene. Ho la malattia di mia madre. A poco a poco perderò il senso del tempo, la ragione. Non è curabile.
Scott non riusciva a parlare. Si avvicinò a Stiles e lo abbracciò. Si strinsero in un forte abbraccio e Stiles si lasciò andare in un pianto liberatorio.
Melissa e John non si mossero. Li guardarono. Il volto dello sceriffo completamente sconvolto. Melissa preoccupata.
- Stiles dobbiamo fare un altro accertamento. Scott ti prego esci.
Scott lasciò Stiles su quel lettino gelido e si portò di nuovo in sala d'aspetto.
Stiles si distese sul lettino e mentre la macchina faceva il suo lavoro una serie di immagini gli vorticavano in mente. Flashback. Il loro primo incontro. Il suo viso e il suo corpo perfetto. Quei capelli e il timbro di voce. Le sue mani, gli avambracci, i pettorali. Le litigate, le minacce, i baci, le carezze.. tutto quello ormai era andato. Derek era andato; E non sarebbe tornato. Chissà se avrebbe fatto uno sforzo sapendo della sua malattia o se ne sarebbe fregato. Di una cosa però doveva ringraziarlo. Se non fosse stato per lui, per ciò che gli aveva provocato, la malattia avrebbe agito indisturbata. Non lo voleva. Non voleva quel lupo cattivo al suo capezzale. Lo avrebbe mandato via, eppure se lo avesse avuto di fronte sarebbe semplicemente sprofondato tra le sue braccia. Le lacrime gli rigavano le guance. Il rumore della macchina era cessato e senza accorgersene l'esame era finito. Stiles rimase a fissare il soffitto finché una voce famigliare non lo raggiunse.
- Figliolo..
- Papà..
- Mi dispiace..
Lo sceriffo scoppiò a piangere. Stiles si alzò dal lettino e lo abbracciò.
- Sto bene papà. Andrà tutto bene vedrai.
Lo sceriffo guardò suo figlio e lo strinse ancora di più a se. Si sentiva in colpa. Era compito suo tirarlo su di morale e invece stava accadendo il contrario.
In sala d'attesa Scott aveva raccontato tutto ai ragazzi, con fatica e non trattenendo le lacrime. Lydia piangeva a dirotto. Isaac sembrava arrabbiato. Quasi assente.
- Ragazzi.. perchè non andate a casa?
- No mamma. Io resto. Ragazzi andate voi.
Lydia e Isaac si guardarono dopodiché decisero di andare.
- Chiamami per qualsiasi cosa okay? Vado a cambiarmi, avviso mia madre e dopo ritorno.
- Sì, chiama anche me se ne sai di più. Tornerò presto.
- Isaac..
- Va tutto bene Scott.. a più tardi. Ah qualcuno di voi mi presta l'auto?
- Prendi quella di Stiles è ancora a scuola. Le chiavi sono nel suo zaino nello spogliatoio.
Isaac odorava di rabbia.. preoccupazione ma anche determinazione. Che cosa aveva in mente?
Lasciò Scott e Lydia in ospedale e si mise a correre. Arrivò a scuola e nel parcheggio notò la Jeep. Si precipitò nello spogliatoio e recuperò lo zaino. Lo portò con se e prese la macchina. La strada davanti a lui era sempre piu lunga e sempre più trafficata. Diverse corsie e il buio stava calando su di esse. La macchina continuava ad andare. Una sola meta e un solo scopo.
Quando arrivò nel parcheggio era ormai notte. L'edificio sembrava vuoto ma l'odore dei lupi era forte e fresco. Si avvicinò al portone e bussò.
Non rispose nessuno allora decise di entrare.
Derek era ancora lì, seduto al fianco di Cora. La ragazza distesa sul letto dormiva. Sembrava star bene, l'odore di morte si era allontanato.
- Isaac! Che ci fai qui?
- Sono venuto perché ho qualcosa da dirti.
- Isaac! Qual buon vento?
Peter era fermò su una scala a chioccia di metallo. Non aveva però osato avvicinarsi al centro della sala.
Isaac lo ignorò e si rivolse nuovamente all'impassibile Derek.
- Sì tratta di Stiles. Sta male. Molto male.
Derek ebbe un fremito. Alzò la testa e si voltò verso la finestra. Non riusciva a guardare Isaac negli occhi.
- Cosa è successo?
Aveva una voce roca e la barba era incolta. I vestiti erano ridotti a uno straccio e i suoi occhi seppur nascosti sembravano vuoti. L'azzurro di pochi giorni prima era sparito. Così come la sua dignità.
- Ha avuto un attacco di panico a scuola e Scott lo ha portato in ospedale. Li hanno scoperto che.. che ha una grave malattia.
- Che malattia?
- La stessa che aveva sua madre! Derek ha bisogno di te.
Derek non rispose. Rimase immobile e si morse le labbra.
- Derek!
- Cosa?
- Cosa farai?
Tremendamente colpevole fissò un punto lontano per evitare che i suoi occhi lucidi lo tradissero e rispose:
- Non lo so.
Isaac sgranò gli occhi. Attonito guardò Derek. La rabbia aumentava. Strinse I pugni e avvicinò il suo viso a quello di Derek.
- STILES STA MORENDO E TU NON STAI FACENDO NIENTE!
- Cora..
Isaac non poteva più ascoltarlo..
- NON C'È TEMPO!
Un ultimo urlo straziante e corse via sbattendo la porta. Derek rimase li fermo senza muovere un muscolo. Poteva sentirlo, il rumore della Jeep di Stiles svanire velocemente e con lui l'odore di Isaac, la sua rabbia e la sua disperazione.
- Derek..
La voce flebile di Cora lo portò fuori dai suoi pensieri.
- Hey.. come stai?
- Sto bene.
Il fratello tirò un sospiro di sollievo.
- Derek, ho sentito quello che ti ha detto Isaac..
- Lascia stare...
- No! Lo sento.. so bene che vorresti correre da lui ed è giusto così. Va da lui.
- Non posso..
- Sì invece. Sono guarita, va da lui ti prego. Aiutaci. Ha bisogno di te. Io me la caverò.
Derek si voltò in direzione di Peter e lo guardò minaccioso.
- Peter!
- Fammi indovinare.. Va via?
- Ora!
- Mia nipote ha bisogno di me.
- Adesso basta. Se non te ne vai giuro che ti strappo il cuore dal petto e non mi tirerò indietro.
Cora si alzò lentamente dal letto. Strinse la mano del fratello e gli diede man forte.
- Voi due.. stupidi bambini capricciosi, non meritate il dono.
- Quello che non merita nulla qui sei tu. VATTENE!!
Peter si alzò e diede un ultimo sguardo ai nipoti, poi se ne andò.
- Fratellone che aspetti? Vai!
- Non senza di te. Non ti lascerò da sola, sei ancora debole.
- Sei duro di comprendonio. E va bene. Mi sistemo un po e andiamo.
Mentre la sorella cercava di sistemarsi alla meno peggio, Derek si avvicinò alla spessa finestra e guardò fuori. Era fiero di ciò che aveva fatto. Ma sapeva anche che avrebbe dovuto affrontare una prova ben più grande e piu difficile. Farsi perdonare da Stiles, l'unica persona che non avrebbe mai dovuto ferire. Gli avrebbe creduto? Lo amava ancora? Lo avrebbe perdonato?
- Andiamo?
- Sì!
Deciso a riprendersi ciò che è sempre stato suo, uscì da quello stabile e andò a recuperare l'auto, lasciata in una sorta di parcheggio isolato e logorato dal tempo. Il viaggio sarebbe stato lungo ma nulla lo spaventava più del pensiero di non arrivare in tempo, più dell'orribile pensiero di perdere l'amore della sua vita.
Isaac era tornato in ospedale. Aveva l'aria di uno sbandato.
- Isaac! Che succede?
- Ci ho provato.. giuro sono andato fin li e.. lui..
- Non importa. Lo immaginavo.
- Avevi capito?
- Quando mi hai chiesto l'auto ho avuto qualche dubbio ma poi ho avuto modo di pensare e ci sono arrivato.
- Mi dispiace.
- Tranquillo.
Scott era stremato. La notte non era ancora passata e Scott non si schiodava da quella sedia.
- Hai sue notizie?
- È riuscito ad addormentarsi.. beh in realtà è grazie alle gocce ma almeno adesso riposa.
- Dovresti farlo anche tu.
- No, non mi allontano da Stiles.. ha bisogno di me.
- Non penso si sveglierà prima di domani. Resto io qui.
- Anche tu hai bisogno di dormire.
- Io sto bene.
- Anche io.
I due licantropi si lasciarono andare ad una lieve risata, amare purtroppo. Poi tutto torno silenzioso. Un silenzio assordante. Fortunatamente quella sera non c'erano stati feriti o morti. Qualche paziente durante la serata ma al calar della notte tutto era calmo.
Saranno state le 5 di mattina quando la porta dell'ospedale si aprì e una figura imponente attraversò l'atrio, seguito da una figura esile e minuta.
Scott era mezzo addormentato ma lo riconobbe.
- Derek!
- Ciao Scott.. lui dov'è?
Isaac si svegliò di colpo e incredulo riuscì soltanto ad esclamare: - woah!
- Sta dormendo. Che ci fai qui?
- Isaac mi ha detto di Stiles. Devo vederlo.
- Non credo sia una buona idea.
- Ti prego. Ho bisogno di chiedergli scusa.
- E te ne sei accorto adesso? È venuto fino in Georgia per te e tu cosa hai fatto? L'hai mandato via.
- Ho sbagliato. Ma dammi la possibili di rimediare.
Scott non voleva sentir ragione. Cora si sentiva in colpa e decise di intervenire.
- Scott, è colpa mia se Derek ha fatto ciò che ha fatto. Ti prego lascialo andare.
- Cora.. poteva.. poteva almeno parlargli. Chiamarlo. Ma niente.
- Non stavo bene ma ti giuro che appena mi sono ripresa, Derek ha ripreso le redini in mano. Ha capito di aver sbagliato. Sai anche tu che a Stiles farebbe piacere.
Issac si avvicinò a Scott e gli mise una mano sulla spalla.
- Scott, lasciamolo andare.
Scott si fece da parte e Derek lo ringrazio con un cenno del capo. Si precipitò da Stiles. Aprì la porta delicatamente per non svegliarlo. Prese una sedia e si sedette accanto a lui. Gli prese la mano e lo guardò. Era così fragile disteso su quel letto. Coperto appena da un lenzuolo di cotone. Aveva le occhiaie e la fronte sudaticcia. Le braccia distese immobili lungo il suo corpo. Uno o due lividi per il prelievo del sangue. La bocca asciutta. Le labbra secche e rosee. Il respiro stabile e le pulsazioni nella norma.
- Stiles.. non so se puoi sentirmi ma ho bisogno di dirtelo. Ho sbagliato ad andarmene senza avvisarti, a non chiamarti per dirti cos'era successo. Non ti biasimo se al tuo risveglio vorrai mandarmi via. Non so perché l'ho fatto. Cora aveva bisogno di me, è l'uninca famiglia che mi è rimasta. Poi ci sei tu. La mia nuova famiglia..
Stiles si mosse. Derek s'interruppe e si alzò in piedi.
- Derek..
La voce spezzata di Stiles chiamo il suo nome.
- Hey, hey sono qui.
Gli mise una mano sulla fronte e lo accarezzò. Stiles aprì gli occhi e lo guardava incredulo. Derek si addolcì e con gli occhi lucidi gli disse:
- Non andrò via, okay? Non di nuovo.
Stiles sorrise. Derek si avvicinò al suo viso e gli diede un bacio sulla fronte.Okay, capitolo sudato.. questo andirivieni non va affatto bene Sourwolf.. datti una calmata. Il destino di Stiles è nelle mie mani.. che fine gli farò fare? Oddio scusate sembro quasi cattiva.. voglio il meglio per i miei due piccioncini.
Se siete arrivati fin qui, grazie di ♡.
Alla prossima ;-)
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Little Red Riding Hood
FanfictionOkay, dopo anni mi ritrovo a scrivere ancora, per la prima volta qui. I protagonisti non sono etero. Ebbene si, la coppietta è formata da Stiles&Derek from "Teen Wolf". Sono diventata dipendente da questa serie e totalmente drogata degli Sterek. No...