TRUST ME

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Il sole era appena sorto. L'ospedale si stava svegliando, infermieri, dottori e pazienti infestavano i corridoi.
Nella stanza 24 però Stiles dormiva ancora. Derek aveva lasciato la stanza per farlo dormire sereno, ma non aveva mai lasciato il corridoio. Era accovacciato a terra, appoggiato al muro.
- Derek?
Il lupo mugugnò qualcosa ma non aprì gli occhi.
- Derek svegliati!
Stavolta Scott insistette.
- Sono sveglio!
- Ah si? Non si direbbe capo. Ah ma forse stai solo riposando gli occhi.
- Isaac sta zitto!
Derek aprì gli occhi e si alzò di scatto.
- Come sta Stiles?
- Bene. Sta dormendo ancora.
- Suo padre sta parlando con mia madre. Forse lo mandano a casa.
Derek non rispose. Aprì la porta e raggiunse Stiles. Dormiva come un bambino, era sdraiato su un lato e stringeva a se il lenzuolo. Aveva i capelli bagnati dal sudore della fronte, il riscaldamento aveva alzato di molto la temperatura della stanza.
- Non voglio che resti in queste condizioni (sussurrò Derek)
Scott era appena entrato.
- Cos'hai in mente? (Sussurrò Scott di rimando)
- Trasformarlo!
Scott si sorprese e contrasse il volto in una smorfia di disappunto.
- No!
- Pensaci Scott. Il morso potrebbe salvargli la vita.
- O porne fine! Derek il morso potrebbe non funzionare.
- Preferisco provarci piuttosto che guardarlo sparire lentamente.
- Non sei tu a decidere. Suo padre non accetterà mai.
- Accetterà se chiuderai quella boccaccia!
- Lo sceriffo ha il diritto di sapere quali sono i rischi!
Derek non rispose. Si voltò verso Stiles, lo guardò per un istante poi si rivolse a Scott.
- Parliamone fuori.
Scott fu d'accordo. I due uscirono e si diressero nell'atrio.
- I rischi ci sono ma farò di tutto purché non accada.
- Non puoi fare niente. Abbiamo le mani legate. Sarà il suo corpo a decidere e notizia flash il suo corpo è malato. Lo rigetterà!
- Ragazzi di cosa state parlando?
- Issac.. puoi per favore dirgli anche tu che trasformare Stiles non è la soluzione?
- Sì invece! Può esserlo.
Scott sgranò gli occhi.
- Ah bene ti ci metti anche tu adesso?
- Scott, se Stiles diventasse un licantropo non avrebbe più la malattia. Che c'é di sbagliato?
- Cosa...Cosa c'è di sbagliato? TUTTO!
L'urlo di Scott fece trasalire gli infermieri di turno.
Si guardò intorno e controllò il suo tono di voce.
- Stiles potrebbe non sopravvivere al morso. Potrebbe morire! Ha ancora molti anni davanti prima che la malattia prenda il sopravvento perché rischiare di perderli?
- Se lasciamo che la malattia avanzi avrà meno probabilità che il morso faccia effetto.
Derek era calmo e pacato ma dentro di lui tutto voleva esplodere. Che cosa non riusciva a capire Scott? Perché era così contrario alla trasformazione? Avrebbe davvero preferito vedere il suo migliore amico in condizioni pietose? Non lo amava abbastanza come Derek lo amava.
- Derek ha ragione. Io sto con lui. Scott pensaci bene, adesso sei accecato dalla paura e dalla rabbia nei suoi confronti ma sono io a dirtelo, pensa che l'idea sia stata mia.
- Non cambia nulla. Sono contrario e lo sarà anche suo padre.
Isaac ci rinunciò, guardò Derek ma questi non dava segni di resa.
- Non appena verrà glielo chiederemo.
- Bene! (Esclamò Scott lasciandosi andare su una poltrona per le attese).
Il ticchettio dell'orologio era l'unico suono che Derek riusciva a sentire e non faceva altro che innervosirlo maggiormente. Erano passati solamente 20 minuti ma erano passati così lentamente che sembrava fosse passata un'ora.
- Scott.
- Mamma! Dov'è il padre di Stiles?
- È andato da lui. Hanno bisogno di stare un po' insieme.
- Capisco. Allora tra un po li raggiungo.
- Io invece penso che tu debba andare a casa, farti una calda e lunga doccia e poi a scuola!
- Mamma non posso andare a scuola, non senza Stiles.
Melissa si addolcì improvvisamente e si avvicinò al figlio.
- Tesoro io lo capisco ma non puoi perdere l'ultimo anno. Stiles oggi pomeriggio tornerà a casa e da domani può tornare a scuola.
- Starà bene?
- Non so dirtelo con certezza. Probabilmente continuerà ad avere disturbi del sonno e attacchi di panico. Non abbiamo ancora la percentuale con la quale la malattia degenera. Un mese, un anno o forse 3. Tutto dipende dal suo organismo.
- Mamma pensi che possa esserci una cura?
- .. non lo so davvero. Fino ad oggi non abbiamo notizie positive purtroppo. Adesso devo andare. Pensaci okay? Magari va a casa anche solo per una doccia e poi ritorna.
- Va bene tranquilla.
Melissa si allontanò lasciando Scott frustrato dalle sue risposte. C'era qualcosa che non andava.. Derek era sparito.
- Derek!
Scott corse via sicuro di trovarlo li. La stanza di Stiles.
- DEREK!!
Si gettò su quella porta che sbatté al muro per la troppa forza. Derek era lì e stava parlando con John.
- Scott..
- Non lo ascolti. Ha bisogno di sapere i rischi prima.
- Scott cosa sta succedendo?
Scott era perplesso, Derek non gli aveva ancora detto nulla?
- Stavo aspettando te Scott.
- Perché?
- Perché non voglio essere io il cattivo, non stavolta. Se c'è qualcuno che per la paura rovinarà la vita di Stiles, quello dovrai essere tu.
- Ma insomma di cosa diavolo state parlando?
Lo sceriffo era davvero esausto.
Derek guardò Scott poi si rivolse al suocero:
- Ho pensato ad una possibile soluzione per evitare che Stiles subisca la malattia.
- Di cosa si tratta?
- Trasformarlo.
Stilinski sgranò gli occhi e balbettò qualcosa come: non può essere..
Scott decise di intervenire.
- Prima di decidere, deve sapere quali siano i rischi. Stiles potrebbe non sopravvivere. Il corpo può rigettare il morso in alcuni casi, soprattutto se il corpo è malato.
- Non importa quali siano i rischi, mio figlio non diventerà un lupo mannaro.
- John ci rifletta..
- Ho detto no! Uscite di qui.
- Ma.. (protestò Derek)
- USCITE! (Urlò furioso lo sceriffo)
Scott si avvicinò alla porta e guardò Derek. Il lupo era immobile fissò sul suo ragazzo che svegliato dall'urlo del padre cercava di capire che cosa stava succedendo.
- Stiles..
Pronunciò quel nome come se fosse il suo ultimo respiro e poi raggiunse Scott. Si chiusero la porta alle loro spalle e lasciarono padre e figlio da soli.
- Hai sbagliato tutto.
- Io? Derek è una reazione del tutto comprensibile. Abbiamo lottato contro innumerevoli creature soprannaturali in questi ultimi tempi e Stiles ci stava per rimettere la pelle per colpa di uno di loro. Non avrebbe potuto reagire altrimenti.
- Lo sa lui come lo sai tu che l'unica soluzione è questa. Non accetterò che Stiles muoia per colpa di due codardi.
- Codardi? STILES POTREBBE MORIRE ANCHE SE VENISSE TRASFORMATO.
Di nuovo non seppe darsi una regolata e lo staff medico e i pazienti furono attirati e lo fissavano. Ne succedevano di cose strane a Beacon Hills ma mai nessuno aveva osato usare il termine "Trasformare".
- Scott! Ma che ti è preso?
Anche Melissa era stata attirata dal suo urlo.
- Non c'è niente da vedere, tornate al vostro lavoro.
Uno sguardo di rimprovero e poi un ammonimento:
- Statemi a sentire voi due. Non so cosa stia succedendo ma se non vi date una regolata sarò costretta a mandarvi via. E non m'importa se siete licantropi, se devo sbattervi fuori a calci, lo farò.
Si voltò e tornò al suo lavoro.
- Non mi va più di discutere. Hai sentito suo padre. Non vuole, punto.
- Te lo ripeto Scott. Non accetterò un no come risposta.
Derek accelerò il passo è sparì tra i corridoi lasciandosi Scott alle spalle.
Era già mattina inoltrata e fuori sembrava tutto tranquillo, magari un po' d'aria gli avrebbe fatto bene.
- Papà spiegami che diavolo è successo prima. Perché hai aggredito Derek? E perché Scott non ha fatto o detto nulla?
- Figliolo per favore possiamo non parlarne? Non è importante.
- Non trattarmi da malato terminale o da pazzo incosciente. Sono ancora io per adesso.
- Non era mia intenzione trattati come hai detto tu. Voglio solo trascorrere un po di tempo con mio figlio senza che i problemi ci rovinano questo momento. È troppo?
Stilinski aveva gli occhi lucidi e rossi. Stiles capì che non era il momento adatto per iniziare a litigare e decise che avrebbe aspettato magari il pomeriggio per chiedergli nuovamente cos'era successo in sua "assenza".
- Come va in centrale?
- Non ci sono ancora tornato.
- Papà, io sto bene, BH ha bisogno di te.
- Non ha senso tornare a lavoro se il figlio scapestrato che mi ritrovo non può intromettersi nelle comunicazioni autoradio o nelle indagini di omicidi.
Era sarcasmo quello? Beh almeno uno dei due non lo aveva perso.
- Posso sempre intromettermi da qui. Fammi avere una radio e una frequenza.
Ah il sarcasmo! Era la loro unica difesa. Difesa dal dolore, dalle delusioni, dall'amarezza e dalla rabbia. Qualsiasi sensazione negativa se coperta dal sarcasmo aveva meno influenza su di loro.
Mentre i due chiacchieravano liberamente, Stiles scorse qualcosa fuori dalla finestra. Se ne stava lì sul cornicione, in piedi e con fare minaccioso. Lo fissava e non batteva ciglio. Non era un'allucinazione, lo sapeva bene. Non stava dormendo era tutto reale.
- Papà, perfavore puoi andare a prendermi qualcosa da mangiare? Il cibo che passano qui è davvero pessimo. (Reggeva come scusa?)
- Sì... Si cosa ti prendo?
- Patatine?
- Forse è il caso che ti prenda qualcosa di più salutare.
- D'accordo scegli tu. Tanto qualsiasi cosa ti chieda avrai sempre da obiettare.
- Non fare il bambino capriccioso, lo faccio per il tuo bene. Torno subito.
- Va bene.
Aspettò che lo sceriffo uscisse, ascoltò i suoi passi allontanarsi, dopodiché forzò la serratura della finestra ed entrò.
- Derek perché non sei entrato dalla porta? È per via di mio padre?
- Non andiamo molto d'accordo.
- È perché mi hai lasciato andando via? Ti ho perdonato, glielo spiegherò.
- Mi hai davvero perdonato?
- Avevo altre scelte?
Abbozzò un sorriso poi sbatté la mano sul letto.
- Dai avvicinati.
Derek si avvicinò e gli prese la mano.
- Mi sei mancato Sourwolf.
- Anche tu.. non è passato giorno o minuto senza che io pensassi a tutto il male che ti ho causato lasciandoti di colpo senza darti una spiegazione.
- Cora era in pericolo, lo capisco.
- Anche tu lo eri.
- Ma non potevi saperlo.
- Ho poco tempo, sento che sta per tornare. Ho intenzione di curare la tua malattia ma Scott si è messo in mezzo e tuo padre non accetta la situazione.
- Di cosa stai parlando?
- Lascia che ti trasformi. Ti prego non far si che io viva senza di te.
Gli strinse tutte e due le mani poi corse via lasciando la finestra aperta e Stiles confuso. Pochi secondi dopo, lo sceriffo varcò la porta.
- Ti ho preso questi biscotti, sono alla frutta. Cose più salutari di queste purtroppo non ne ho trovate.. Stiles? Hey figliolo stai bene? Perché la finestra è aperta?
Stiles guardò suo padre e scosse la testa.
- Che hai? Devo chiamare il dottore?
- No. No, papà dimmi perché hai litigato con Derek.
- Ne abbiamo già parlato lasciamo stare.
- DIMMELO.
Urlò e si mise le mani alle tempie. Gli occhi lucidi e le lacrime pronte a rigargli il volto.
- Derek ha suggerito una possibile cura. Una cura che solo un pazzo potrebbe prendere in considerazione.
- Beh, allora sono pazzo papà. Ho intenzione di farmi trasformare che voi lo vogliate o meno.
- *maledetto è riuscito a plagiarti*
Tirò dei pugni alla sedia e chinò il capo.
- Papà ascoltami.. mi fido di Derek. Ha anni di esperienza alle spalle e.. e non è soltanto questo. Quando ero piccolo ricordo che la mamma mi accusava di essere cattivo. La guardavo e nei suoi occhi vedevo odio e disprezzo. Diceva che volevo farle del male e mi urlava contro di andarmene. Di stare lontano da lei. Papà non voglio urlarti di stare lontano da me. Non voglio pensare che Derek mi possa far del male o che Scott sia cattivo. Andiamo parliamo di Scott, il mio migliore amico. Non ha mai fatto male ad una mosca. E Lydia? Cosa potrei pensare di lei se venisse a trovarmi? La mia vita è finita nel momento stesso in cui quella macchina ha evidenziato quelle aree del cervello. Potrei morire, lo so bene. Ci siamo passati già con Jackson. Ma che vita sarebbe la mia se rifiutassi il morso? Sarei peggio di un vegetale.
Aveva la gola secca Stiles ma il cuore libero. Finalmente era riuscito a dirgli tutto ciò che provava. Non aveva mai parlato del dolore che provava per via dei ricordi della madre e parlarne in quel momento gli era stato d'aiuto.
Lo sceriffo non parlava. Delle lacrime gocciolavano sulla sedia e le sue mani tremavano.
- Papà..
Stiles fece uno sforzo e si alzò dal letto.
- No, Stiles. Resta a letto devi ancora riposare.
- Sto bene davvero. Ti prego fidati di me.
Non rispose ma gli diede un forte abbraccio. Nascose suo figlio tra le possenti spalle e Stiles tornò bambino anche se solo per quell'istante.
Scott era seduto nell'atrio. Di Isaac nemmeno l'ombra. Lydia aveva avvisato che avrebbe ritardato. Kira si era offerta di fagli compagnia ma Scott non voleva sconvolgerla maggiormente. Aveva già i suoi problemi a gestire la Kitsune.
Mentre Scott era occupato a pensare, Derek entrò in ospedale.
- Sei tornato. Spero tu abbia cambiato idea.
- Sei tu a doverla cambiare. Anzi sai non importa cosa pensi, Stiles ha deciso.
Scott fu sorpreso. Stava mentendo sicuramente.
- La tua è solo una tattica, puoi star certo che non sono così idiota.
- Niente tattica. Sto andando da lui mi ha appena inviato un messaggio.
Scott controllò il suo telefono per vedere se aveva ricevuto qualche messaggio. C'era il silenzioso, circa 5 messaggi e uno di quelli era del suo migliore amico.
Si alzò e si diresse da Stiles seguito a ruota da Derek, soddisfatto ma ancora preoccupato che Scott potesse rovinare tutto, di nuovo.
- Stiles.. ti prego riflettici.
- Scott sono pronto a correre il rischio pur di non vedervi soffrire quando dovrete sopportare le mie pazzie, i miei sbalzi d'umore. Quando non vi riconoscerò o peggio tenterò di aggredirvi. Non voglio passare il resto della mia vita in una squallida camera d'ospedale, senza offesa per l'ospedale e per tua mamma, fa un ottimo lavoro davvero.
Il buon vecchio Stiles sembrava esser tornato.
- Mi dispiace..
- E di cosa?
- Non accetto questo rischio, non voglio perderti per un capriccio. E se con gli anni trovassero una cura?
- Con gli anni Stiles potrebbe morire!!
- Derek ti prego! ( John era esausto)
Derek si voltò e la sua rabbia era palese.
- Sceriffo lei è d'accordo??
- Scott se c'è una cosa che ho imparato in questi ultimi anni è che devo fidarmi di mio figlio.
Scott non replicò, si avvicinò all'amico e gli strinse la mano.
- Ne sei proprio sicuro?
- Sì. Fidati di me.
Scott si ammorbidì. Esitò un'istante poi strinse la mano dell'amico e fece la migliore delle promesse.
- Sono con te fratello.
Gli occhi di Stiles divennero lucidi. Sul volto si fece largo un timido sorriso. Non gli importava il rischio che correva se aveva anche una minima possibilità di poter restare al fianco delle persone che amava.

Ci ho messo un'eternità per scriverlo *esausta*.. non so come sia venuto, se ho scritto bene o se risulta noioso. Quello che so per certo è che non potevo sconvolgere le relazioni Stiles/Sterek/papifiglio.
Se siete arrivati fin qui grazie infinitamente. Fatemi sapere cosa ne pensate; accetto anche critiche, non sono mica Sourwolf ahah *imbarazzata* Alla prossima ;-)

Little Red Riding HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora