Big Stilinski era lì, immobile, davanti alla porta, aperta quanto bastava per scrutarvi dentro. Il figlio era disteso sul suo letto, la stanza era in disordine come al solito, l'unica novità era Derek. Derek, un ragazzo egocentrico e scorbutico, uno di quei ragazzi che si vedevano spesso in centrale per risse o rapine, o atti vandalici. Derek non faceva nulla di quelle cose, Derek era un lupo mannaro. E Stiles? Stiles lo era anche lui. Il suo innocente Stiles, tutto sarcasmo e cervello, adesso era anche forza, dimestichezza e rabbia. E sapeva che non riusciva a gestirla, ma offrire il proprio aiuto magari non lo avrebbe "aiutato" poi molto.
- Papà?
Lo sceriffo si irrigidì completamente.
Stiles da dietro le coperte sbirciava con i suoi occhietti inumiditi. *Come quando era bambino, come sempre.* pensò suo padre.
- Papà? È successo qualcosa?
Stavolta il tono di voce si fece più alto, e piu preoccupato.
Big Stilinski si costrinse a rispondere.
- Va tutto bene, ero solo venuto a chiamarvi per la colazione.
Stiles sprofondò di nuovo tra le coperte e lo sceriffo ne fu sollevato. Restò a guardarli per altri pochi minuti, poi scese le scale, sul volto un'espressione di preoccupazione, mista ad una leggera brezza di felicità, dovuta al ricordo del gesto del figlio.
- Stiles?
- Mh?
- Dobbiamo sistemare le cose.
- Credi davvero che ci riusciremo?
Derek si avvicinò di più al ragazzo.
- Insieme, ne sono certo.
Si baciarono. Stiles fremette, ma non si fermò. Doveva controllarsi, doveva farlo. Per suo padre, per Derek, per Scott e per tutti. Le loro mani si incrociarono. I loro corpi, come magneti si avvicinarono di colpo. Tutto voleva indicare che da lì a poco avrebbero fatto l'amore, ma Stiles si fermò di colpo. Le sue iridi si accesero, il nero e il bianco divennero più accentuati. I canini spuntarono dalle sue morbide labbra. La fronte e gli zigomi corrucciati.
Derek capì, ma non si allontanò.
Stiles con il capo chino, stringeva i pugni e prendeva enormi bocconi d'aria, i denti sfregavano tra di loro.
- Stiles? (Azzardò Derek)
- Va.. tutto.. bene!
Rispose Stiles. La voce roca e il sudore che gli impregnava la fronte, fino a scendere lungo il collo. In altre occasioni Derek lo avrebbe trovato sexy, non adesso. Non sapendo che stava lottando con tutte le sue forze ad un istinto che purtroppo, faceva parte di sé.Quando Stiles riuscì finalmente a calmarsi, Derek gli si avvicinò. Lo abbracciò forte e gli sussurrò all'orecchio: - Ce l'hai fatta. Per poi stampargli un grosso ma delicato bacio in fronte.
*ce l'ho fatta* si ripeteva Stiles.- Ottima la colazione sceriffo.
- Sono contento che ti piaccia Scott, ma lascia qualcosa anche agli altri.
Scott alzò gli occhi e sorrise imbarazzato. Per un attimo si era dimenticato di quei due. Una volta entrato da quella porta, si era detto di sopprimere i sensi da lupo, non avrebbe voluto ascoltare cosa si sarebbero detti di sopra. E tra un omlete e l'altra si era dimenticato di loro.
- Scott?
- Hey, allora ti ricordi del tuo migliore amico.
Derek arricciò le labbra e roteò gli occhi. Poi lo guardò di nuovo e gli sorrise.
- Ci siamo visti ieri!
- Ah si? Eri tu?
Gli diede un'occhiata come a dire: "ne sei proprio sicuro?" E Stiles capì.
- Buongiorno papà.
- Buongiorno (esclamò Derek come se fosse stato colto in fragranza di reato) si era dimenticato di dare il buongiorno al suocero, che sbadato.
- Buongiorno a voi. Vi conviene saltare i convenevoli e mettervi a mangiare, altrimenti il signorino farà piazza pulita.
Scott si sentì chiamato in causa, e sorrise. Nel frattempo agguantò un'altra omlete.
Stiles sorrise. Il quadro che aveva davanti era la cosa più vicina alla felicità che avesse mai visto, anzi era proprio la felicità. La sua famiglia, al completo. Non aveva bisogno di nessun altro. Certo, Isaac, Lydia e Malia erano comunque parte integrante della sua famiglia, ma sapeva che se avesse mai dovuto fare a meno di qualcuno, beh che non gliene vogliano, ma non avrebbe mai rinunciato di certo a Scott, o a Derek, o peggio, a suo padre.
Si era controllato, non era impossibile. Era solo difficile e doloroso, molto doloroso, ma ne avrebbe fatto l'abitudine, e tutto sarebbe filato liscio.
- Stiles, ti conviene sederti, questo animale sta finendo tutto.
Derek gli diede una gomitata. Scott gemette ma non smise di mangiare. La bocca piena e un leggero sorriso rivolto a Stiles. Stiles si sedette e iniziò a mangiare.
*La felicità. È proprio la felicità*7 anni dopo...
Capelli lunghi e marroni, occhi penetranti e corpo slanciato. Correva ad una velocità assurda, e gli stava andando incontro.
- Zio Stiles!!
La voce della piccola risuonò nelle orecchie e nel cuore di Stiles. Derek al suo fianco non poté fare altro che sorridere.
- Allison! Quanto sei cresciuta!
La bambina rise.
- Zio Derek! Guarda cosa so fare!
Si allontanò per portarsi al centro dell'enorme giardino, e con grazia fece una capriola in aria.
Derek batté le mani divertito.
- Brava piccola.
Qualcosa colpì Stiles alla nuca.
- Ahi!
- Come ai vecchi tempi amico! (Urlò Scott alcuni metri dietro di lui)
Gli lanciò un bastone, lo avrebbe riconosciuto tra mille. LACROSSE!
Si misero a giocare, mentre Derek si sedette ai lati del finto campo, con Allison.
-Fanno sempre così! (Esclamò la bambina con un leggero disappunto)
- Eterni bambini! (Esclamò una voce femminile)
- Kira, mi hai letto nel pensiero (rispose Derek divertito)
Kira si sedette accanto alla figlia.
- Allora, Scott mi ha detto che avete intenzione di adottare una bambina anche voi.
Derek si voltò imbarazzato.
- Sì, beh.. ci stavamo facendo un pensierino. Siamo sposati ormai da 2 anni, e ammetto che un piccolo marmocchio o una piccola peste non ci dispiacerebbe.
- È giusto che anche voi possiate avere una famiglia al completo.
Kira sorrise. Il suo volto era rimasto esattamente come 7 anni prima. Giovane, nemmeno una ruga a solcargli il volto, non si poteva dire lo stesso di Scott. Qualche ruga a lui era venuta. Così come a Stiles e a Derek.
- Sai, questa cosa di Stiles, ogni tanto viene fuori.
- Scott mi ha detto che non avete grossi problemi.
- Sì controlla perfettamente, ma ho paura lo stesso. Come puoi spiegare ad un bambino che i suoi genitori sono licantropi, e che uno dei due ha istinti omicida?
- È esattamente come spiegare ad una bambina che ha dei poteri che deve assolutamente controllare e che non può mostrare ai suoi amichetti.
Kira sorrise, un sorriso rassicurante.
Derek ricambiò.
- Spero davvero che stiamo facendo la cosa giusta.- Avevo detto niente poteri da lupo.
- Sei scarso come una volta. Non ho usato i poteri.
- Sì, certo. E tu sei il solito spaccone da 4 soldi.
Si guardarono e poi scoppiarono a ridere. Si abbracciarono e insieme raggiunsero la loro famiglia.THE END.
Okay... dovevo chiuderla in qualche modo. Quando inizi a scrivere una storia, devi saperti controllare e dare una spiegazione a tutto ciò che scrivi, o almeno alle cavolate più assurde. Purtroppo non riesco ad essere costante in questo periodo, quindi ho preferito un lieto fine. Non so se ci sia ancora qualcuno che segue questa storia, se ci siete, spero di non avervi deluso. Magari tornerò a scrivere, magari scriverò dell'adozione, chissà. Grazie comunque a chi ha seguito questa storia, che poi era la mia prima storia Sterek e omo in generale. A presto xoxo
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Little Red Riding Hood
FanfictionOkay, dopo anni mi ritrovo a scrivere ancora, per la prima volta qui. I protagonisti non sono etero. Ebbene si, la coppietta è formata da Stiles&Derek from "Teen Wolf". Sono diventata dipendente da questa serie e totalmente drogata degli Sterek. No...