FULL MOON

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  - Dobbiamo farlo per forza?
  - Stiles, per l'ultima volta, si! Se ti liberi  rischi di fare danni.
  - Uffa!
Si lasciò legare con delle massicce catene ad un albero secolare. Borbottava di tanto in tanto ma Derek non ci faceva caso. La luna piena era alle porte, nessuno di loro sapeva cosa aspettarsi, Deaton aveva parlato di dimensioni gigantesche, quasi quanto Peter quando era un Alfa, ma la forza e l'agilità erano comunque inferiori. Oh almeno così dicevano. Le precauzioni non erano, comunque, mai troppe.
  - Potevamo benissimo farlo prima.. non dovevamo per forza aspettare la luna piena.
  - Non saresti riuscito ad arrabbiarti. Non ti arrabbi mai. Il che è un bene.
  - Non è vero. Adesso sono arrabbiato.
Derek sospirò spazientito.
  - Non sei arrabbiato. Hai solo messo il broncio.
Stiles non gli rispose. Aveva davvero messo il broncio. Fino a soltanto 2 mesi prima, se gli avessero detto che lo avrebbero legato ad un albero, avrebbe riso. E ora eccolo li, come le prime trasformazioni del suo migliore amico, quando legava Scott a casa sua. Era cambiato tutto. Adesso non erano più Stiles e Scott. Adesso erano Stiles e Derek. Scott di quella trasformazione non ne doveva sapere nulla. Non volevano mettere in pericolo nessuno. Derek si era offerto di prendersi tutto il male affinché alla fine di tutto, lo sceriffo e i ragazzi avrebbero visto Stiles in condizioni migliori. Ma tenere Scott allo scuro di tutto non gli piaceva affatto.
  - DEREK!
Stiles ebbe una sorta di convulsione.
  - Senti qualcosa? (Gli chiese il lupo allarmato)
Stiles non parlava più. Respirava in maniera pesante e aveva la testa abbassata. Le mani si muovevano velocemente come per spezzare le catene. I muscoli delle braccia pulsavano. Le gambe stavano gonfiandosi ad un ritmo veloce. Si stava trasformando. I capelli che prima coprivano le orecchie erano diventati soltanto una macchia poco visibile. Le orecchie, allungate e appuntite avevano preso il loro posto. Il viso non si riusciva ad intravedere ancora. Stiles non staccava gli occhi da terra. Derek era titubante. Non sapeva se avvicinarsi o aspettare. Non strillava di dolore, non emetteva suoni strani. Soltanto un respiro rauco come se recidivo da una polmonite. Era calmo. Stranamente calmo. Che fosse la quiete prima della tempesta?
  - Stiles? (azzardò Derek)
Stiles non rispose. Le gambe avevano acquistato la loro prorompente forma. Una peluria biancastra lo ricopriva dalla testa ai piedi. Le unghie lunghe graffiavano l'albero. Ci stava mettendo tutto l'autocontrollo che aveva in corpo a quanto pare. Perché di rabbia, Stiles, non ne aveva.
Derek ci riprovò.
  - Stiles? Stai bene? Puoi sentirmi?
Il lupo alzò finalmente il capo. Un muso lungo puntò verso Derek. Gli occhi erano dello stesso colore, non erano cambiati.
Non parlava, Stiles. Non emetteva suoni che non fossero ruggiti.
  - Okay, non puoi parlare. Allora vediamo se capisci. Sei in te? Posso slegarti? Fa un cenno con la testa.
L'enome lupo bianco non si mosse. Per un attimo sembrò capirlo, poi la bocca si spalancò e i denti aguzzi comparvero. Le catene cedettero e Derek cadde all'indietro nel tentativo di scappare. Stiles si era liberato. Era davvero enorme. Il luccichio nei suoi occhi si era accentuato. I respiri erano diventati pesanti e i movimenti non erano per niente goffi. Il piccolo e indifeso Stiles non c'era più. Si avvicinò a Derek lentamente, lui era lì per terra. Non si muoveva e sperava davvero che Stiles stesse solo facendo finta, o che magari avrebbe capito prima di fare qualcosa di cui pentirsene poi. La natura lupastra di Derek lo costrinse ad alzare le barriere di difesa, tirò fuori i canini e la fronte si corrugò. I due lupi faccia a faccia si guardarono. Il respiro di Stiles mosse appena la frangia bagnata di sudore del suo ragazzo. Furono attimi di immenso terrore, poi Stiles si sedette con un tonfo di fronte a lui. Sospirò e non distolse lo sguardo da Derek. Faceva quasi tenerezza.
  - Per un attimo ho pensato di averti perso.
Allungò la mano per accarezzarlo. Stiles si lasciò toccare. Come prima trasformazione non era andata poi così male. I due restarono così per ore, aspettarono l'arrivo dell'alba. Derek avrebbe voluto abbracciarlo, stendersi su quel pelo morbido e magari farsi un sonnellino, ma aveva ancora timore.
Quando l'alba spuntò, Stiles si ritrovò nudo accovacciato per terra. Le foglie sotto i suoi piedi erano state maciullate dalle sue enormi zampe. Derek non aveva chiuso occhio. Lo aveva fissato per tutta la notte. Vederlo di nuovo nella sua forma normale, gli riempì il cuore di gioia. Il suo amato era lì, e non era successo nemmeno l'ombra di quello che tutti temevano. Stiles era riuscito a controllarsi.
  - Der..
  - Hey, sono qui.
Finalmente poté avvicinarsi a lui. Lo abbracciò e gli offrì la sua giacca di pelle.
  - Sono nudo..
  - I vestiti sono andati, ma la cosa non mi dispiace.
Risero. Era incredibile come la bellezza di Derek non fosse stata sgualcita dalle occhiaie nere sotto gli occhi. Stiles non riusciva a pensare ad altro. Lo desiderava.
  - Andiamo a casa?
  - Aspettiamo che va via tuo padre, almeno non dovremmo trovare una scusa perché sei nudo.
  - Intendevo.. casa tua.
Derek fu sorpreso. Ci mise alcuni secondi a rispondere e quando aprì bocca per farlo, si ritrovò la gola secca e la voce stridula.
  - Andiamo.. (esordì con un colpo di tosse)
Stiles si alzò e si coprì con le mani, per quale motivo non lo sapeva nemmeno lui, Derek lo aveva già visto nudo e lo avrebbe rivisto ancora e ancora.
Salirono in auto. La Camaro li aspettava sul bordo della strada. Mise in moto e sfrecciò via. Si era creato quel silenzio imbarazzante delle prime volte. Fu Derek a spezzarlo.
  - È un bene che tuo padre abbia accettato la nostra relazione.
  - Se non lo avesse fatto, avrebbe trovato un big foot in bagno.
  - Smettila di chiamarti così.
  - Beh è quello che sono.
  - Tecnicamente sei un lupo mannaro.
  - Grande e grosso però.
  - Non eri poi così grosso..
  - Beh potevi farmi una foto.
  - Scusa se ero impegnato a non farmi sbranare.
  - Mi dispiace..
E lo era. Lo era davvero. Derek accostò e si voltò a guardarlo.
  - Ma che dici? Per cosa?
  - Per tutto. E se ti avessi fatto del male? Non me lo sarei mai perdonato.
  - Hey.. hey Guardami.
Gli prese il mento e lo obbligò a guardarlo.
  - Sapevo che non mi avresti mai fatto del male. Io mi fido di te capito?
Stiles abbozzò un mezzo sorriso e gli accarezzò la guancia. Derek ricambiò il sorriso e ripartì.
Il sole filtrava dalle enormi finestre che dominavano il soggiorno. Colpì Stiles dritto negli occhi, non si scansò, il tepore caldo lo esaltava.
  - Facciamo una doccia? (Propose Derek)
Stiles si voltò, gli occhi al sole divennero ancora più bianchi. Se ne era dimenticato Derek. Si era dimenticato di quanto fossero meravigliosi e allo stesso tempo inquietanti quegli occhi. Lo vide avvicinarsi lentamente e con disinvoltura, una disinvoltura che non era per niente tipica del ragazzino che aveva conosciuto nel bosco. Lo tirò a se prendendolo dalla cinta. Derek lo lasciò fare. Ostentava una cerca sicurezza il ragazzetto. Gli tolse la maglietta nera di cotone e la gettò lontana dietro di lui. Derek si stava eccitando. Lo eccitava anche solo il tocco delle sue mani. Non si trattenne, gli tolse la giacca di pelle che gli calzava larga. Era già nudo, Stiles. La sua pelle aveva acquistato un colorito diverso da quando era stato trasformato. Quel colorito scuro lo rendeva ancora più sexy. Le labbra dei due si scontrarono. Stiles gli morse il labbro superiore e lo tirò forte. Derek non fece nulla, si lasciò mordere mentre lo toccava. Gli accarezzava le spalle, il petto e i fianchi. Scese fino ai glutei. Si rese conto di quanto fossero tonici quei glutei. Stava scoprendo cose a cui la prima volta non aveva dato conto. Strinse quei glutei con enfasi. Stiles era passoto a mordergli il collo. Mordeva forte. Sembrava affamato. Mordeva tutti i lembi di pelle che gli capitavano sotto i denti.
  - STILES! (Urlò ad un tratto Derek)
Stiles non si fermava, il sangue scorreva lungo il collo di Derek che cercava invano e con tutte le sue forze di allontanarlo.
  - Stiles smettila mi fai male!
Ma Stiles non mollava. Derek crollò a terra in una pozza di sangue. Quando Stiles si rese conto di ciò che aveva fatto, si appoggiò al muro ansimando.
  - Derek!
Si avvicinò a gattoni al corpo del lupo.
  - Cosa ho fatto? Amore mio cosa ho fatto?!!
Lo scuoteva. Lo scuoteva e piangeva.
Derek non si muoveva. Il respiro era impercettibile. Lo sentiva però. Sentiva ancora il cuore battere, lento ma batteva.
Aveva bisogno di un'ambulanza.
Decise di chiamare Scott.
*avanti Scott, rispondi ti prego*
  - Stiles?
  - Scott! Ho bisogno di te. Sono a casa di Derek e ho fatto un casino.
  - Calmati. Che succede?
...
  - Stiles? STILES!
  - Gli ho morso la gola. Ha perso i sensi. C'è sangue d'appertutto.
  - Prova a rompergli un braccio. Innesca il processo di guarigione. Presto!
Stiles posò il telefono e prese il braccio di Derek. Chiuse gli occhi e tirò. Il rumore delle ossa che si frantumavano colpì Stiles come un pugno in faccia. Vomitò. Non riusciva a fermarsi. Aveva sopportato l'odore del sangue, la vista del sangue e il suo ragazzo accasciato a terra. Ma le ossa, quelle erano state la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
  - Stiles? Ci sei?
La chiamata era ancora attiva. Stiles riuscì a malapena a grugnire, dopodiché continuò a vomitare. Cosa non lo sapeva nemmeno lui. L'ultima volta che aveva mangiato era stato 15 ore prima. E dopo 15 ore di sicuro hai digerito.
Passarono circa 2 ore prima che Derek riprendesse conoscenza. Il sangue si era ormai seccato. Il collo non aveva più nessun segno di morsi e la pelle stava tornando liscia come lo era sempre stata. 
Stiles se ne stava accucciato a terra, con la schiena rivolta contro il muro. Non aveva osato smuoverlo da li. Tremava ancora per tutto ciò che era successo.
  - Sti..stile..
Derek cercava a fatica di chiamarlo.
Stiles si alzò di scatto e si precipitò al suo capezzale.
  - Sono qui.
Gli accarezzò piano la fronte, scostandogli i capelli dagli occhi.
  - Che cosa...
  - shhh.. non ti affaticare, prenditi qualche momento per riprenderti.
Derek allora non parlò più. Stiles gli prese la mano e gliela strinse forte. Aveva seriamente rischiato di perderlo. Ma stavolta non era andato in qualche edificio abbandonato fuori città, stavolta sarebbe sparito per sempre.
Nel silenzio assordante della stanza il telefono squillò.
  - Scott? (Chiese incerto)
  - Hey! È caduta la linea prima? Pensavo mi richiamassi.
  - Ho staccato io. Derek si è ripreso. (Il suo tono era freddo e distaccato)
  - Vuoi che venga?
  - No. Devo parlarne con lui prima di tutti.
  - D'accordo. Fammi sapere.
Staccò senza rispondere. Derek si stava svegliando di nuovo.
Aveva riacquistato il suo colorito naturale. Si alzò da terra e guardò Stiles. Non era arrabbiato. Non era deluso ne amareggiato. Sembrava piuttosto preoccupato.
  - Abbiamo un problema (esclamò).

C'è ancora qualcuno che segue questa storia? Perdonate la mia lunga assenza ma nella vita non si può mai dire.. non si ha modo di sapere cosa succederà il giorno dopo. E se non sei forte abbastanza, ci metti un po' troppo a riprenderti. Anyway.. se siete ancora qui grazie di ♡  fatemi sapere se sto degenerando ahha
Alla prossima ;-)

Little Red Riding HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora