"Il sìlenzio è l'urlo più potente". O almeno così dicono.
Stiles era in piedi al centro di una distesa immensa. Non era giorno, ma nemmeno notte. La nebbia avvolgeva i resti di quelli che una volta dovevano essere giganteschi abeti verdi. Il cielo invece era di un blu intenso e mascherato di innumerevoli stelle. Era solo e faceva freddo. Ogni suo respiro si condensava e piccole nuvolette galleggiavano nell'aria. La sua t shirt era sgualcita e quasi rimpianse di non aver ascoltato suo padre, una doccia e un cambio abito avrebbero fatto sicuramente la differenza. A passi incerti iniziò a camminare. Sentiva dei fischi lontani.. *devono essere loro* pensò. Socchiuse le labbra e fischiò anche lui. Non successe nulla, i fischi cessarono e il silenzio tornò ad avvolgere ogni cosa.
Il terreno era umido, come se avesse piovuto da poco. Il morso non gli faceva più male, la cicatrice era totalmente sparita. Cosa significava? Aveva funzionato?
*crac* un rumore alle sue spalle lo fece voltare.
Non c'era nessuno, ma non poteva esserne sicuro. Riprese a camminare e fu subito distratto da una sagoma ferma lunga la strada che stava percorrendo. Si avvicinò maggiormente per vederla meglio. Era una figura femminile. Aveva capelli lunghi biondo scuro, indossava una lunga veste bianca ricamata ai bordi. Era bianca in volto, magra e a piedi nudi.
Claudia Stilinski era immobile davanti al figlio e lo chiamava con la mano. Gli suggeriva di avvicinarsi.
- Ma..mamma? (Pronunciò incerto)
La donna non rispose. Stiles accelerò il passo e provò a parlarci ancora.
- Sei davvero tu? (La voce smorzata)
La nebbia gli aveva offuscato gli occhi, se li strofinò violentemente e velocemente. Non voleva perdere di vista quella figura. Tremava, non sapeva dirsi se per il freddo o per la tensione.
- Stiles..
- Mamma!
Una lacrima gli scese lungo una guancia. Si strofinò il naso con il braccio.
- Non c'è cura Stiles..
- Sì, si l'ho trovata mamma.. (le disse lasciandosi andare ad un piagnucolio)
- Perché vuoi cambiare il destino? Sei sempre stato un cattivo bambino. Cattivo!
- No, no, no!
Si mise in ginocchio e si portò le mani alle tempie. Soleva farlo quando il dolore diventava insopportabile.
- Devi morire.. come sono morta io..
- Perché?
- Perché è così che deve andare!
- No! Non sei tu.. non sei tu..non sei tu! (Sembrava dirlo a se stesso piuttosto che a lei).
- Sei uno sciagurato.. è tutta colpa tua se sono così. Tua!
- Smettila!
- Devi soffrire! Te lo meriti. Tuo padre ha fatto male a tenerti. Dovevamo mandarti in istituto.
Stiles non poteva più ascoltare quelle orribili parole.
- NON SEI MIA MADRE! (Urlò disperato).
Si alzò in piedi e strinse i pugni per darsi forza.
- Hai ragione Stiles..Sono il tuo peggior incubo! (Pronunciò quest'ultima frase con una voce diversa.. un suono metallico, diabolico)
- Vaffanculo! ( sputò fuori quell'insulto con tutta la rabbia che aveva in corpo, poi avanzò verso quella figura, sicuro di poterlo affrontare).
La figura rimase immobile. Sul suo volto si fece largo un sorriso. La donna era scomparsa e al suo posto c'era Scott.
Stiles si bloccò di colpo.
*maledetto bastardo*
- Stiles.. che stai facendo? Devi tornare indietro.
- È quello che sto cercando di fare maledizione.
- Sai perché non volevo accettare la tua trasformazione?
Stiles non rispose.. Strinse i denti, deciso a non cadere nel suo tranello.
- Perché volevo che tu morissi!
Una risata echeggiò nell'aria. Stiles riprese a camminare e avanzò a passo svelto senza abbassare mai lo sguardo.
- Preoccupato che possa scappare di nuovo ragazzino?
La figura prese le sembianze di Derek.
Faceva male guardarlo e sentire ciò che stava dicendo ma sapeva che non era davvero lui. Se voleva davvero riabbracciarlo doveva oltrepassare quella dannata "cosa".
- Stiles credi davvero di potermi battere?
- L'ho già fatto una volta, ricordi?
- Povero illuso. Non sono mai andato via da te.
- Menti!
- Non ti ho mai mentito Stiles.. e tu lo sai.
- No, non è vero!
Scuoteva la testa violentemente e le lacrime agli occhi non riusciva più a trattenerle. Aveva voglia di piangere e affondare tra le sue braccia. Le braccia di Derek. L'unico e il solo pronto a credere in lui sempre e comunque. Voleva tornare a casa. Ma come?
- STIIIILEEESSS!!!!!!
Un urlo squarciò quella nebbia, mosse i rami spogli e fece tremare la terra. Era Derek, lo stava chiamando.
- Non riuscirà a salvarti. Resterai con me, qui, per sempre!
- Mai!
- Non hai scelte. Il morso non ha fatto effetto, non potrai uscire da qui.. non senza di me.
Se quello che il nogitzune stava dicendo era vero, la sua vita era finita li, in quell'istante. Non avrebbe mai messo in pericolo la sua famiglia, non di nuovo.
Non sapeva che fare. Come reagire. Aveva sentito la sua àncora ma non sapeva da che parte andare. Se lui avesse urlato, Derek lo avrebbe sentito?
- Non ti sentirà. Urla pure se vuoi.
Poteva leggere nei suoi pensieri? Decise di non pensarci e di proseguire. Avrebbe camminato finché non fosse caduto stremato a terra o non fosse stato abbattuto.
- Dove credi di andare?
- Lontano da te, e già è un traguardo.
- Giri intorno.. non hai ancora capito?
Stiles si guardò intorno. Era tutto così assurdo. Sembrava una di quelle bolle che si regalano a Natale, quelle che se scuoti cade giù la neve e tutto cambia. Tutto diventa più bello, o più brutto. Dipende se ti piace la neve e il paesaggio.
*non smettere di camminare, non fermarti. Continua ad andare, Stiles, non ascoltarlo*
- Non smettere di camminare, non fermarti, Stiles, non ascoltarlo.. (cercò di imitare la sua voce in modo dispregiativo, paragonandolo ad un bambino) come se potessi davvero far finta che io non ci sia.
- STA ZITTO!!!
Quanto ancora avrebbe potuto reggere?!
- Accetta il destino. Saranno meglio senza di te. Soprattutto tuo padre. Che sollievo sarà per lui non avere un marmocchio capriccioso e insolente tra i piedi.
*Non è vero!*
- Oh, si che è vero.
- MA COME DIAVOLO FAI???!!!
Il nogitzune scoppiò a ridere. Si bleffava di lui.
- Gioca con me Stiles.
Stiles non rispose. Non lo guardava più nemmeno in faccia, aveva paura che prendesse ancora le sembianze di qualcuno che amava. Il sìlenzio era tornato a regnare in quel maledetto posto. Stiles continuava a camminare ma la strada sembrava non avere fine, ne biforcazioni o scostamenti. Un'unico sentiero di un marrone scuro che non lasciava nemmeno impronte. Era un incubo. Si sedette per terra e si appoggiò ad un tronco mozzato. Era stanco, voleva chiudere gli occhi e dormire. Ma non poteva farlo, che non sarebbe stato di lui se si fosse arreso?!
- Stiiiles?
Stiles si voltò a guardarlo. Aveva le sue vere sembianze e questo fu un sollievo per il ragazzo. Decise comunque di non rispondere, di pensare ad altro. Si mise a pensare ai momenti in ospedale con Derek, a questa mattina. Alle risate che si erano fatti, ai suoi occhi e al loro ultimo baciò.
*non sarà l'ultimo* pensò. Non gli importava se quell'essere poteva sentirlo.
- "Divergevano due strade in un bosco ingiallito.." quasi commovente quella scena piccolo bastardo.
- Cosa hai detto?
- Che sei un piccolo bastardo!
- No, prima!
Aveva citato la poesia di Frost. Ma questa mattina il nogitzune non poteva esserci.
- Vedi Stiles? Non ti sto mentendo. Io e te siamo inseparabili.
*no, non è questo*.. si alzò di scatto e iniziò a correre su quella strada.
- Corri quanto vuoi, non uscirai..
Era tutto nella sua testa..lo aveva finalmente capito. Aveva capito che una via d'uscita lui doveva immaginarsela.
- DEEEREK!!! SCOOOT!!
Fischi lontani sembrava gli stessero rispondendo.
*Tornerò da voi, lo so!*
- NOOOO!! (Urlò il nogitzune)
Iniziò a correre ma Stiles era troppo distante. Stava funzionando, la strada sembrava cambiare.
- NON ANDARE VIA! STILES TI PREGO!
La voce di Claudia era straziante. Stiles rallentò per un istante ma disse a se stesso che non doveva fermarsi.
*non è lei, continua a correre* strinse I denti e continuò a correre. Davanti a lui il sentiero si fece meno scostato, una parte di asfalto si fece largo e senza accorgersene Stiles si ritrovò a correre su una strada vuota che costeggiava il bosco.
Si fermò a riprendere fiato, certo ormai che il nogitzune fosse scomparso. Provò ad urlare ancora ma non ottenne risposta. Si guardò intorno, il cielo era di un blu scuro, le stelle erano scomparse. Era notte, non si vedeva nulla a parte le strisce giallo canarino per terra.
*Oh andiamo e adesso? Pensa Stiles! Pensa.*
- DEREK! GIURO CI STO PROVANDO! (Urlò disperato) poi si accasciò a terra stremato. Si mise a fissare il cielo e penso a quelle volte in cui si trovava a fissare il soffitto sul suo letto. A quella volta in cui lo aveva fissato per ore sperando di riuscire a trovare un messaggio adatto da scrivere a Derek. Quel soffitto ne aveva viste di cose. Derek che entra di nascosto in camera e lo sbatte violentemente al muro, Scott legato per via della luna piena. I due migliori amici e le loro risate. Le volte in cui suo padre si sedeva accanto a lui sul letto e lo guardava dormire, lo sapeva Stiles, non dormiva davvero. Faceva finta perché lo faceva star bene avere suo padre accanto. E il bacio con Lydia? Il loro primo bacio. Non aveva più importanza oramai certo, ma era comunque un bel ricordo. Le notti con Malia, le litigate con Isaac. Non poteva perderli così, senza nemmeno lottare. Un buon capitano trova sempre la strada per far ritorno a casa.
Si alzò lentamente, aprì le braccia al cielo e respirò tutta l'aria che poté.
- IO MI RIFIUTO DI AFFONDARE! (Urlò con tutta la forza che aveva in corpo.) L'urlo echeggiò. Poi fu coperto da un forte ululato. Proveniva dal bosco alla sua sinistra. Stiles si voltò ed aspetto di vedersi un enorme lupo saltargli addosso e sbranarlo. Ma non fu così. Una luce bianca si fece largo tra gli alberi e lo coprì quasi come fosse una grossa onda in prossimità della riva.
- Ci sente secondo voi? (Malia continuava a punzecchiargli il braccio)
- Lasciate fare a me.
Deaton si avvicinò al ragazzo. Gli prese il polso per controllargli i battiti.
- Stiles? Riesci a sentirmi? Sono Deaton!
Stiles aprì leggermente la bocca e portò la testa su un lato. Poi lentamente iniziò a parlare.
- ..D..D..Der..Derek.
Derek spinse via Deaton e strinse la mano di Stiles.
- Hey, hey sono qui. Sono qui!!
Gli baciò la fronte, le guance. Aveva gli occhi lucidi e il cuore gli scoppiava di felicità.
- Non è morto! Festeggiamo?
I ragazzi guardarono Isaac sconcertati, poi si lasciarono andare ad una risata nervosa.
- Figliolo?
- Papà? (Strizzò gli occhi e cercò la mano del padre)
Lo sceriffo gli strinse la mano e gli accarezzò la guancia.
- Sia ringraziato il cielo. Stai bene??
- Ho fame..
Il solito pozzo profondo, sembrava esser tornato.
- Aiutiamolo ad alzarsi. (Incalzò Deaton)
Scott si avvicinò all'amico e aiutò Derek prendendo Stiles da una spalla. Una volta seduto, Stiles non aprì gli occhi.
- Figliolo perché non apri gli occhi?
- Io non lo so, sono un po' stanco.
- Prenditi tutto il tempo che ti serve ragazzo. Non dev'essere stato facile li dentro.
- No, no, per niente! C'era mia madre.
- Claudia? (Lo sceriffo sembrava sorpreso)
- Si, ma non era davvero lei. Il nogitzune ha cercato di farmi cadere. Mentiva..
- Ci avrei scommesso! Stiles che altro hai visto?
- Derek e Scott..
- I legami piu profondi certo. Nient'altro?
- Non so se era mio padre ma ha parlato anche di lui.
- Non lo guardavi?
- Avevo paura di guardarlo. Le sue parole erano tremende. Se non lo guardavo potevo dargli meno peso.
- Certo, hai fatto bene figliolo. Ogni cosa che ti ha potuto dire quell'essere sappi che non era la verità.
- Lo so papà. Ti voglio bene. Voglio bene a tutti voi. Si, anche a te Isaac!
Tutti scoppiarono a ridere, Isaac si avvicinò a Stiles e lo abbracciò.
- Giuro Derek non sono gay.
Derek aggrottò la fronte e fece un mezzo sorriso. Non voleva arrabbiarsi, non in quel momento. Era troppo felice di riavere Stiles tra le sue braccia. Aveva funzionato. Tutto era tornato al suo posto.
- Stiles vuoi bagnare un po' gli occhi? Magari sono secchi e per questo non riesci ad aprirli.
- Credo sia per colpa di quella luce. Sembrava di avere il sole in faccia, soltanto un po' più bianco.
- Mmmh! prova ad aprirli lentamente allora, copriti con una mano se ti fa star meglio.
Stiles ubbidì. Si coprì gli occhi con le mani e lentamente li aprì. Iniziava a vedere, nessuna complicazione. Ci vedeva benissimo. Anche i più piccoli dettagli. Si tolse le mani lentamente per abituare gli occhi alla luce e li vide. Li vide tutti. Erano davanti a lui.
Sorrise nel vedere la sua famiglia di nuovo. Però qualcosa sembrava non andare.
- Ma..Ma.. Lo vedete anche voi? (Domandò perplessa Lydia)
- Sì...( Rispose secco Scott) ma che diavolo? Deaton?
Deaton si avvicinò al ragazzo. Tutti lo osservavano curiosi, Stiles si stava chiedendo il perché.
- Mio Dio! (Esclamò Deaton)
- Cosa? Che c'è? (Domandò Derek bruscamente)
- Stiles.. Stiles non è un Licantropo!
All'esclamazione di Deaton, rimasero tutti a bocca aperta. Sui loro volti era chiara la confusione e la sorpresa nell'aver udito quelle parole.
Stiles corrugò la fronte.. si mise le mani al volto, poi salì fino agli occhi.
*Che cazzo sono allora?* pensò sconcertato.Ed eccoci qui.. non potevo farlo morire, è il mio personaggio preferito infatti non so come facciano le scrittrici "vere" ad uccidere i loro "bambini".
Well, fatemi sapere anche questa volta cosa ne pensate. Se siete arrivati fin qui grazie di ♡ .. alla prossima ;-)
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Little Red Riding Hood
FanfictionOkay, dopo anni mi ritrovo a scrivere ancora, per la prima volta qui. I protagonisti non sono etero. Ebbene si, la coppietta è formata da Stiles&Derek from "Teen Wolf". Sono diventata dipendente da questa serie e totalmente drogata degli Sterek. No...