26.4 Le Costellazioni e le loro Leggende

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1. Lacrime Della Dea ★✫✫

Ad Ovest, magnifica a vedersi, scintilla piano per tutto l’Inverno la costellazione delle “Lacrime della Dea”: due Stelle di fulgido splendore, come occhi di diamante spalancati nel buio e nel vuoto, ed una vasta nebulosa grigio-argento, come fatta di polvere finissima di perla, nella quale brilla un grappolo di Stelle puntiformi o lievemente allungate, come gocce di luce. Nell’immaginazione popolare sono gli occhi della Dea glaucopide, le sue chiare pupille e le sue lacrime.
Nel periodo di tumulto delle origini, quando le cose emergevano pian piano dal corpo indiviso del Caos, la Dea pianse più volte: le sue lacrime operarono sempre cambiamenti nel mondo, portarono nera vendetta o chiara speranza. La costellazione candida e lucente che parla di quelle lacrime domina l’Inverno delle terre di Extremelot.
Le due Stelle, come splendenti pupille portano i nomi delle figlie della Dea: Veddharta, la Rilucente di Grazia, e Ygharù, la Fulgida di Splendore. Ma, come accadde alle figlie della Dea, anche le due Stelle, una di splendore cupamente sanguigno, l’altra candida come il ghiaccio, mutano e spariscono.
Veddharta è chiamata anche “Stella di Sangue” (gigante rossa), che incupisce il suo bagliore fino a sparire nel gorgo del Solstizio d’Inverno, così come la figlia della Dea, colpita dall’ira tagliente della Madre, versò il suo sangue e bevve il sangue altrui, fino a sparire in un sonno simile alla morte.
Ygharù (binaria bianca), la candida, è invece detta “Lupa Bianca”: la sua luce di ghiaccio sorge col Solstizio ed accompagna la seconda parte della stagione fredda, ricordando la seconda parte della vita di Ygharù, mutata in lupa a conoscere il dolore di ghiaccio dell’esilio e l’amore dei mortali brinato d’angoscia.
Inoltre, v’è un grappolo di centinaia di Stelle bianche e luminose, in parte immerse nella polvere interstellare che riflette la loro luce.

✫✫★ 2. L’Albero della Vita ★✫✫

Subito dopo il tramonto dell’arco perlescente delle Lacrime della Dea, giunge nel cielo di Lot la prima delle costellazioni primaverili, simbolo del risveglio della natura al potere delle lacrime divine: quando il tempo gira sul cardine dell’Equinozio, e spirano venti carichi di pollini e di promesse, sorge, maestosa, la costellazione dell’Albero, che viene chiamata anche “Albero della Vita”. La sua luce benedice ciò che comincia, infatti è considerato propizio intraprendere qualsiasi cosa quando essa è visibile in cielo.
Tre Stelle ricche d’aloni come tre nodi sono le “Colombe”, gli astri che annunciano la Primavera, e segnano il fusto snello dell’Albero, il cui prodigio è la chioma, composta da tre fitte nebulose, una verde-argento, una di lieve luce rosata, una d’un giallo soffuso d’oro, cosparse di piccole stelle azzurre, come fiori.
È chiamata anche “Chioma della Sposa”, secondo un’antica leggenda popolare sul sacrificio d’una donna, che tagliò la sua bellissima chioma come pegno alla Dea, per riavere l’amato sposo: le colombe diventano allora i “nodi” della treccia, ed è considerato di buon augurio intrecciare appunto tre nodi nel folto dei capelli il giorno delle nozze.

★ Cua ✫ “colomba” in Quenya (bianca)
★ Séndómerel ✫ “usignolo” in Quenya (bianco/azzurra)
★ Alqua ✫ “cigno” in Quenya (azzurra)
★ Coirë ✫ “inizio di Primavera”, lett. “stimolo” in Quenya (giallo/arancio)
★ Tuilë ✫ “tarda Primavera”, lett. “gemmazione” in Quenya (rossa gigante)
Lo sciame che popola la chioma dell’albero è costituito da piccole stelle giovani di luce azzurra.

✫✫★ 3. L’Amore Vicendevole ★✫✫

Perennemente visibile nel cielo di Lot, guardata con un sospiro da ogni amante, è la costellazione che governa i cuori e le passioni: la costellazione di “Elea ed Elrhon”, o “dell’Amore Vicendevole”. Le linee sinuose di due corpi sono come congiunte, al centro, da una fulgida Stella, la più splendente del cielo, Elèn dal chiaro volto, che assume molti nomi tra le razze ed i popoli: è Eärendil tra gli Elfi, ed Ishtar o Espero tra gli Umani.
È il primo astro ad apparire, quando ancora il cielo non ha ceduto alla notte, ed il suo volto sfavillante s’accende come un monito, o un invito, ed è l’ultimo astro a cedere alla vampa del sole, estremo come i ricordi.
La sua luce rossa brilla nel cuore del cielo e della costellazione. Secondo la leggenda è il cuore, unico, di Elea, la prima Elfa di cui parla l’antica Storia di Lot, e del suo amato, l’Umano Elrhon: dal loro amore, benedetto dalla Dea, nacquero i Mezzelfi, ma, soprattutto, il loro amore fu il suggello dell’accordo tra Umani, servi della Terra, ed Elfi, servi dell’Esistenza.
“Perché noi saremo un unico cuore” si dicono nella leggenda Elea ed Elrhon. Il loro cuore è la Stella che vediamo precedere l’argento di Luri, e alla quale vanno le preghiere piene di sospiri degli amanti infelici e le benedizioni degli amanti felici o smemorati.

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