Capitolo 43: LA STREGA

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In antichità si credeva spesso che le Fate e le Streghe avessero gli stessi poteri, perché entrambi usavano la magia e potevano entrambi maledire o benedire. Infatti nella lingua degli zingari rom, la parola usata per Fata era la stessa usata per indicare una Strega.
Gli irlandesi credevano che una donna diventasse strega trascorrendo 7 anni nell'Altro Regno e tornando poi molto invecchiata ma con una vasta conoscenza delle erbe, dei filtri e degli incantesimi segreti.
La famosa strega Biddy Early insisteva che i suoi poteri provenissero dagli Esseri Fatati. La Early usava sempre una bottiglietta blu, donatale dalle Fate, per guarire e prevedere il futuro. Alla sua morte, avvenuta nel 1873, la bottiglia fu gettata in un lago in modo che nessun altro potesse usarla.
Le antiche Streghe operavano le loro magie con l'aiuto delle Fate e ci sono numerose testimonianze di questo nei verbali dei processi per Stregoneria. Si racconta di un uomo, accusato di Stregoneria, che durante il processo affermò di usare una polvere per curare le malattie, e si offrì di condurre la corte alla Collina Fatata dove gli era stata data questa medicina. Aveva scoperto il tumulo in un momento della sua vita in cui era stato molto povero e non sapeva come sfamare la famiglia. Gli era apparsa una donna stupenda, che gli aveva assicurato che se avesse seguito i suoi consigli avrebbe potuto vivere agiatamente. La donna lo aveva condotto al tumulo e vi aveva bussato sopra tre volte. La collina si era aperta ed essi erano entrati. All'interno era seduta la Regina delle Fate circondata dal suo popolo. Fu proprio lei a donargli la polvere magica e ad insegnargli ad usarla. L'uomo non fu creduto, ma fu assolto comunque perché aveva salvato molte vite.

LA PAROLA DELLE STREGHE

Ascoltate ora le parole delle streghe,
i segreti che nascondemmo nella notte,
quando oscuro era il destino del nostro cammino,
che ora noi portiamo verso la luce.
Misteriosa acqua e misterioso fuoco,
la terra e l'aria sconfinata,
dalla segreta quintessenza li conosciamo,
e volere e mantenere il segreto e osare.
La nascita e la rinascita di tutta la natura,
il passare dell'inverno e della primavera,
li condividiamo con la vita universale,
gioiamo nel cerchio magico.
Quatto volte l'anno il Grande Sabbat ritorna,
e le streghe sono viste
danzare a Lammas e a Candlemas,
alla Vigilia di Maggio e all'antico Halloween.
Quando giorno e notte hanno egual durata,
quando il sole è al suo punto più alto e più basso,
i quattro Sabbat Minori sono chiamati,
e le Streghe festeggiano insieme.
Tredici sono le lune d'argento in un anno,
tredici sono i componenti del coven.
Tredici volte all'Esbat siate felici,
per ciascun anno fiorente e un giorno.
Il potere fu tramandato attraverso le ere,
ogni volta tra donna e uomo,
ogni secolo verso l'altro secolo,
prima che il tempo iniziasse.
Quando il cerchio magico è tracciato,
dalla spada o dall'Athamè di potere,
il suo confine tra due mondi giace,
nella terra dell'ombra in quell'ora.
Questo mondo non ha leggi da conoscere,
e il mondo dell'oltre nulla dirà.
Gli Dei più antichi sono là invocati,
la Grande Opera magica è compiuta.
Perché due sono i mistici pilastri,
eretti alle porte del santuario,
e due sono i poteri della natura,
le forme e le forze divine.
L'oscurità e la luce in successione,
l'opposto l'uno dell'altra,
presentati come un Dio e una Dea:
questo insegnano i nostri antenati.
Di notte egli è il cavaliere dei venti selvaggi,
il Cornuto, il Signore delle Ombre.
Di giorno egli è il Re dei Boschi,
l'abitatore delle radure delle verdi foreste.
Lei è giovane o vecchia come desidera,
naviga le nuvole squarciate nella sua nave,
la luminosa signora della mezzanotte,
l'anziana che tesse incantesimi nell'oscurità.
Il signore e la signora della magia,
che abitano le profondità della mente,
immortali e sempre rinnovati,
con il potere di liberare o legare.
Allora brindate agli Antichi Dei con il buon vino,
e danzate e fate l'amore in loro lode,
finché la bella terra di Elphame possa accoglierci,
in pace alla fine dei nostri giorni.
E fai ciò che vuoi sia la sfida,
che sia nell'Amore che non danneggia nessuno,
perché questo è l'unico comandamento.
Per la Magia degli antichi, così sia fatto!

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