Segreti divisi a quattro

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Il braccio le faceva molto male, ma la Taterin non mollava la presa, borbottava brutte parole mentre conduceva Emma e Parker dalla conduttrice. In qualche modo Emma ci voleva andare, voleva vedere la Timberlake, voleva studiarla per chi sa che motivo.
Parker aveva il viso opaco, gli 'occhi fissi  in terra, se era almeno un po turbato ,l'ho nascondeva molto bene. Il corridoio era ancora abbastanza lungo.
-Mi fa male il braccio.
Disse lei in fine cercando di avere una voce indifferente, questa cosa faceva sempre arrabbiare la donna.
-Poco me ne frega a me! Piccole bestie schifose, sono curiosa di sentire che ci facevate li dentro! Non è la prima volta che vi trovo li, e sicuramente  neanche l'ultima...siete tutti una banda di idioti senza cervello.
Franettico la donna tremando dalla furia. Dopo tutto non è che avevano fatto chi sa che, si stavano solo nascondendo, e non è un crimine, la conduttrice , che era una donna abbastanza ragionevole, penso Emma, non le avrebbe fatto niente, ma la Taterin non vedeva l'ora di mettere uno di loro nei guai.
Arrivati davanti alla porta, la donna busso, e una voce rocca, e infastidita gli diede il permesso di entrare. Emma fisso lo sguardo sulla Timberlake, una donna semplice, con capelli chiari, e sguardo intimidatorio, sembrava che se ne fregasse di tutti loro, ma allo stesso tempo non provava felicità nel far' loro la vita un calvario a differenza degli 'altri supervisori. Non era la prima volta che Emma la vedeva, ma era la prima che la vedeva veramente, i suoi occhi la studiavano come se volesse disigniarla nella sua mente, per non dimenticarla mai piu. Il contorno del viso, ogni singola lentigine, le ciglia folte, le sopracciglia espressive. Parker sembrava studiarla allo stesso modo, ma meno disperato di lei, e in un modo più artistico, con la testa inclinata, un ciuffo di capelli neri e ricci caduto sulla fronte, le labbra  semiaperte.
La donna fece un cenno con la testa e i due si sedettero allo studio. Mentre la Taterin franeticava rabbiosa, e la Timberlake faceva finta di ascoltarla, Emma lancio degli sguardi verso Parker, cercando di chiedere il suo parere. Una domanda era rimasta non messa fra loro due, ma cercavano lo stesso la stesa cosa nella donna, anche se Emma era molto confusa e scettica al idea.
-Ragazzi, avete fatto arrabbiare molto un supervisore...cosa che mi aspetto da te Mekenzi, ma tu?
Disse la direttrice  guardando Parker- non mi aspetto a questo da te....hm...ragazzo.
Parker sembro turbato , non era mai turbato per una punizione, o per essere sgridato, allora restava una sola cosa che Emma sapeva che lo tormentava...la direttrice  non aveva pronunciato il suo nome, non perché non lo conoscese bene, ma perché non lo sapeva, Parker non aveva un cogniome, non l'aveva mai avuto. Non si sapevano le sue origini.
-Non mi interessa tanto cosa avete fatto...siete adolescenti...mi spiego? Cosa facevate li sono affari vostri...ma una punizione vi spetta sicuramente.
A Emma veniva quasi da ridere...cosa pensava la direttrice  che facevano lei e Parker?
Emma sapeva bene cose avrebbe fatto ora, avrebbe dato loro una punizione e gli avrebbe lasciato andare via. Niente di grave.
-Allora...vediamo..
La Timberlake tirò fuori un piccolo quaderno e iniziò a sfogliarlo.
-Questa settimana, in cucina, aiuterete a preparare la colazione, pranzo e cena, e dopo laverete tutti i piatti. Spiegati?
I due ragazzi accenarono e si alzarono, salutarono la direttrice  in modo rispetoso e uscirono dalla stanza. Una volta chiusa la porta Emma scoppio a ridere. Tutto l'accaduto gli sembrava ridicolo. Parker strinse i pugni.
-Smetilla !
Grido il ragazzo facendo barcollare sorpresa l'amica.
Emma lo guardo e il suo viso diventò serio, non disse niente, ma fece quello che faceva sempre quando Parker stringeva i pugni e iniziava a respirare con difficoltà come adesso, gli saltò addosso e l'ho bloccò al muro, tenendolo fermo, l'ho guardo negli occhi per tanto tempo, per molto tempo, a un certo punto il ragazzo lasciò ammorbidire il corpo e Emma sentì il suo petto alzandosi e abasandosi in respiri normali. Si alontano piano da lui, staccando i loro corpi. Il distacco la fece sentire freddo.
-Come ti senti?
Gli chiese lei stringendosi le braccia intorno al corpo infastidita. Parker aveva spesso attacchi di rabbia da quando errano piccoli, ed Emma era l'unica a poterlo calmare, ma era sempre molto spiacevole, Emma sentiva sempre come se per un periodo di tempo Parker abandonasse il proprio corpo, sostituito da un sconosciuto.
Parker continuava a fissarla senza rispondergli , poi si lascio scivolare sul pavimento.
-Dovremmo andare.
Fu tutto quello che disse.
Infatti dovevano proprio andare, era già pomeriggio e dovevano andare a lezioni. Durante la strada nessuno dei due non disse niente, si separarono per andare ogni uno nella sua classe, Parker la guardo un ultima volta negli occhi mimando un 'grazie', dopo di che sparì.

***
Durante le lezioni Emma non fece che pensare al pandantivo , alla ragazza della foto . Maurine continuava a mandargli  biglietinni con domande a cui lei non rispondeva, l'amica voleva sapere cosa le stava succedendo, ma neanche lei l'ho sapeva. Cosa poteva dirgli in fin'dei conti?
"Be, sai , ho trovato un medaglione con una foto di una ragazza che potrebbe essere della mia famiglia da quanto dice Parker, il mio amico che è appena passato in una crisi di rabbia. La direttrice sebra coinvolta e non riesco nemmeno a pensare che il ciondolo appartenga a lei..."
Sinceramente non sapeva neanche perché tutto questo suonava così ridicolo. Dopo tutto era imposibile che quella ragazza fose sua parente, lei non aveva parenti e non serviva neanche che si faccese speranze. La ragazza forse era una parente della direttrice, e con una piccola coincidenza asomigliava a lei, tutto qui. Si soffio  via il pensiero e decisse di dimenticare il ciondolo.

***
Quando uscì da lezioni erano ormai le sette di sera, Maurine le corse dietro chiamando il suo nome mentre tutti gli altri le fissavano. Lei  aveva l'abitudine di ignorare  le persone, ma non Maurine.
-Vuoi spiegarmi cosa ti succede? A te e Parker...TJ a detto che è stato zito per tutto il giorno.
-Si e chiuso di nuovo in se stesso.
Rispose Emma senza guardare Maurine, ma guardando dritto davanti.
-Perché?
-Una crisi.
Disse lei come se accadesse tutti i giorni. Maurine si fermò di colpo e afferrò  il bracio di Emma.
-Di nuovo? Come e successo?
Chiese lei seriamente procuppata.
Emma la guardo per qualche secondo studiando il viso del'amica. I capelli biondi, dritti a scalatura, gli'occhi profondi di un grigio verdastro, le labbra semiaperte in un espressione  confusa. Emma voleva molto bene a Maurine, sentiva in qualche modo il dovere di proteggerla, e poi loro quattro erano come una squadra, ma non poteva dirlo, non poteva tradire Parker, tutti sapevano del fatto del cogniome, ma ricordarlo a Maurine...a Emma gli sarebbe sembrato tradimento verso Parker.
Si staccò  dalla ragazza e si mise a correre verso la sua stanza. Maurine la poteva seguire, dopo tutto la stanza era anche sua, ma non era da lei, sapeva del legame fra Emma e Parker, e sapeva che lei e TJ non potevano intromettersi fra i due, doveva lasciare Emma da sola. Maurine si incammino verso i dormitori dei ragazzi, sperava che almeno TJ sarebbe riuscito a parlare con Parker, ma non ci sperava. Un immagine spaventosa dalla loro infanzia gli apparse in mente, aveva otto anni, era il suo primo anno al istituto Fairwale, stavano giocando nel cortile, lei, Emma e Parker, TJ veni al istituto solo un anno dopo, Maurine aveva l'abitudine di mettere tante domande, così si messe a chiedere dei loro genitori ai nuovi amici, non gli conosceva da tanto, e non sapeva del problema di Parker, il ragazzo sembro infastidito dalle domande, come Emma daltre'tanto ma molto di più. Maurine non smetteva di chiedere, finché Parker esplose, strinse i pugni e diventò rosso, si mise le mani in testa, Maurine  barcollo, buttandosi al indietro, Emma gli disse di correre via, dopo di che saltò addosso  a Parker buttandolo a terra, gli teneva le braccia ferme a terra, e l'ho fissava negli' occhi. Maurine voleva scappare, ma le sue gambe non si muovevano. Era stata la prima volta che vise una delle crisi di Parker, da allora ne furono molte, ma scappava sempre via lasciando Emma sola con lui. Nessuno tranne loro quattro sapevano, era il loro segreto, uno fra tanti altri.

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La lotta degli angeli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora