Cosa si fa ora?

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Parker si sveglio impaurito con la sensazione di eser ' appena caduto nel vuoto. La testa le faceva molto male e sentiva un ronzio insopportabile nelle orecchie. La stanza era affondata nel buio totale, a Parker le veniva difficile persino trovare il margine del letto. Si ricordo che nella stanza non c'erano ne finestre , ne luci. Si alzò dal letto facendo fatica a trovare la parete, si appoggiò per cercare di trovare la porta. Quando finalmente la trovo cerco di aprirla notando che era rinchiuso dentro. Inizio a sbattersi contro la porta e dare calci gridando.
-Aiuto!
Inizio a gridare sperando che oltre il fatto di averlo rinchiuso in una stanza senza nemmeno finestre, il mago non avesse fatto qualche cosa per evitare che lui sia sentito.
Senti un "click" e la porta si aprì, Parker si trovo davanti una Emma con gli' occhi gomfi e arossati dal sonno.
-Sei immpazito?
Chiese lei guardando l'amico da sotto le ciglia.
-Mi ha chiuso dentro! Dobbiamo andare via di qui! Non possiamo avere fiducia in questo...
-Tutto ok?
Chiese Christopher Mekenhall apparendo dal nulla. Parker saltello quando senti la voce del mago!
-Brutto stregone! Mi hai chiuso dentro!
-Parker!
L'ho sgrido Emma guardandolo confusa. Christopher alzò le mani in segnio di difesa.
-Le stanze degli ospiti si chiudono automaticamente durante la notte, e un dettaglio che non si può evitare quando le faccio apparire, mi dispiace di non avervelo detto prima.
Si scuso lui guardando Parker e il suo viso rosso di rabbia.
Emma lo stava ancora guardando storto.
-Allora come hai fatto tu a uscire?
Chiese Parker a Emma che era ancora addormentata in piedi accanto alla porta, ora apperta.
Emma fece spallucce .
-Il signior ' Mekenhall mi ha parlato. Mi voleva parlare.
Disse lei come se fosse una cosa più che ovvia.
-E meglio se tornate tutti e due a dormire .
Le consiglio il mago con un sorriso gentile stampato in faccia.
-Io non ci torno la dentro!
Piagniucolo Parker come un bambino.
Emma e Christopher girarono gli'occhi allo stesso tempo, facendo ritornare a Parker la rabbia.
-Perché sei tu così gentile con noi in fin' dei conti? Solo perché apparteniamo al tuo stupido mondo?
Chiese lui incuriosito dal sorriso gentile che fece arrossire Emma. Il mago sbuffo.
-Ho i miei motivi ragazzino. Diciamo che ve l'ho devo, ok?
Fece segnio ad Emma e uscì dalla stanza. Parker notò che le porte delle loro stanze erano sparite, forse era per quello che si chiudevano di notte, sparivano una volta aperte...aveva senso, penso lui un po vergogniandosi di come aveva agito. Emma si avicino a lui posando la sua mano sulla spalla di Parker.
-Hey, cosa ti succede? Sei tutto strano da quando siamo arrivati qui. Questo mago ci sta aiutando tantissimo...
Parker la interrompe arrabbiato.
-Vedo che ti sei abituata velocemente a chiamarli ''mago".
Emma schiuse le labbra sorpresa e si allontanò da Parker agrottando la fronte.
-E questo il problema? Non gli credi? Dopo tutte le dimostrazioni che ci ha dato! Ha curato Maurine!
-Non è questo...e solo...e che non mi fido di lui, va bene? Credo che neanche tu dovresti...potrebbe essere pericoloso...in realtà, credo che domani alla prima ora dovremmo andarcene di qui.
Emma rimase a fissarlo confusa. Strinse le braccia intorno a se per riscaldarsi e rimase li immobile. Parker penso che stesse riffletendo sulla sua proposta, ma poi si rese conto che l'aveva fatta arrabbiare, era rossa in faccia e i suoi occhi verdi si erano scuriti . Ovvio, penso lui, lei si fidava di quel uomo dal primo giorno mentre lui aveva avuto bisognio di quattordici anni per vincere la sua fiducia. Era forse il fatto che lui sapeva qualcosa su di loro? Il fatto che le aveva appena dato una vera pista per scoprire chi era? O era il fatto che fosse un vero mago e anche affascinate ? Era forse geloso? Geloso di Emma, la ragazza con boccoli color cioccolata e occhi di un verde profondo? La sua migliore amica, la sua unica famiglia? No. Era sicuramente il fatto che l'aveva sempre protetta e ora non sapeva come, non sapeva come agire, sarebbe dovuto essere felice anche lui, sarebbe dovuto essere grato per l'aiuto del mago. Emma aveva ragione. Come sempre, quando si arrabiava raggiungeva questa conclusione..lei aveva sempre ragione.
-Tu non hai mai fiducia in nessuno.
Disse Emma in fine rompendo il silenzio. Parker si passo la mano fra i capelli.
-Mi dispiace, e solo che...Non so cosa fare.
-Non ti succede mai...tu sai sempre cosa fare.
Lo contradisse lei incredula.
-E proprio questo il punto.

***
Il mattino porse i suoi primi raggi di sole sul mondo. Maurine aprì gli'occhi e inizio a guardare in torno nel panico, dove si trovava? Sentiva freddo e caldo allo stesso tempo, gocce di sudore freddo facevano appicicare il lenzuolo alla sua schiena. Maurine si alzò appoggiandosi sulle braccia. Inizio a guardare in torno, niente di quel posto bizzarro non le era conosciuto. Si ricordava della creatura che l'aveva attaccata nel cortile, si ricordava la mano di Emma che la teneva stretta mentre la trascinava correndo. La porta si aprì e un uomo alto entro nella stanza, Maurine non riusciva a capire la sua età, aveva i capelli dei colori del autunno e i vestiti un po strambi.
-Buon giorno raggio di sole.
Le sorrise e si avvicinò a lei. Maurine fece per aprire la bocca ma le parole non uscirono, non sapeva cosa dire.
-Lo so che sei confusa, ma ti assicuro che sei al sicuro.
Maurine si appoggiò al muro stravolta da un forte mal di testa.
-Dove sono i miei amici?
Chiese lei riuscendo finalmente ad articolare le parole. Si sentiva la gola secca e gli'occhi la bruciavano.
-Li vedrai fra un secondo. Ora dovremmo curare il tuo mal di testa.
Maurine soghinnio.
-Come lo sai?
Non era sicura se l'aveva detto lei o no, o pure era normale che lo sapesse? Era così confusa...
-Succede sempre dopo l'incantesimo.
Maurine non fece in tempo per rispondere. L'uomo schiocco le dita e una nebbia rossastra si lascio su Maurine, si senti gli'occhi piu pesanti, così pesanti che non riuscì a lasciarli chiusi...doveva dormire, ma perché si opponeva? Perché voleva restare sveglia? Non riusciva a ricordare cosa aveva sognato la notte prima ma non voleva ritornare in quel mondo, un mondo che esisteva nella sua testa, ma non poteva resistere, non riusciva, non cel'avrebbe fatta. Si addormento.

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