Ragazza misteriosa

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Emma stava appoggiata con il gomito a un tavolino nella lavanderia guardando annoiata la signora Grindway mentre stirava una grossa maglia nera con messagi rasisti scritti in bianco. Era sicuramente la maglia di Johnny Verlack, penso Emma.
-Cosa altro potrei fare ora?
Chiese lei disperata dalla noia.
La signora Grindway non la faceva fare mai troppe cose, non perché era proprio una donna così simpatica, ma perché aveva sempre qualcosa da ridire sul lavoro di Emma.
-Meglio che stai buono per ora. Aspetta che finisce la lavatrice.
Disse la donna uscendo dalla lavanderia con un grosso cesto pieno di vestiti puliti.
Ora Emma era sola nella lavanderia, e come al solito si alzò per giocare il suo solito gioco. Le regole le aveva create lei, guardava ogni maglietta e cercava di indovinare di chi era.
Guardo una t-shirt rossa, con dei fiori bianchi imprimati...era di una misura media, probabilmente di Fiona Grint, una volta l'aveva vista con lei in' dosso. Si avicino a un tavolo con un scatolone grande...da dentro uscivano dei graziosi vestiti di seta, Emma guardo verso la porta per essere sicura che la Grindway era ancora via...aprì la scatola e tiro fuori un lungo vestito verde perlato, di un materiale luccicoso, non aveva mai visto vestiti cosi nella sua vita, sulla scatola c'era scritto con piccole lettere in corsivo H. Timberlake...erano vestiti della conduttrice del istituto. Se si sarebbe scoperto che aveva frugato fra i suoi vestiti avrebbe avuto grossi guai...butto subito il vestito nella scatola e fece per scapare, ma inciampo in un cavo, si afferro al tavolo per non cadere, e tiro il tavolo giù con lei, il scatolone cadete a terra, rovesciando tutti i vestiti. Emma si portò la mano alla bocca. Si alzò di scatto e cerco di rimettere tutti i vestiti nella scatola, alzò il tavolo e sistemo la scatola...sul corridoio si sentivano passi. Emma si rese conto di aver dimenticato una cosa...per terra era rimasta una collana con un grosso pandantivo dorato. Ma che ci faceva nella scatola per la lavanderia? Forse la Timberlake l'aveva messo per sbaglio. La porta si apri, Emma aferro la collana e se la mise in tasca. La signora Grindway entro e il suo sguardo cade sulla ragazza, con un aria sospettosa.
-Posso andare in camera mia adesso?
Chiese Emma con lo sguardo fisso in terra.
La vecchia donna fece un cenno con il capo e Emma si mise a correre fuori sul corridoio, si fermò solo quando si trovo in camera sua, con la porta chiusa a chiave. Si butto sul letto cercando di prendere fiato, Maurine non era in stanza, probabilmente ancora a colazione. Il pensiero della colazione le fece brontolare lo stomaco, così tiro fuori dalla tasca la bareta di cioccolata, che le diede Parker. La cioccolata era mezza sciolta e appiccicosa ma andava bene. Diede un morso al cioccolato dopo di che si alzò per tirare fuori dalla tasca la collana. Ora che la vedeva meglio era molto bella, oro, con piccoli modelli floreali sul pandantivo a forma ovale. Il pandantivo si aprì con un piccolo click, dividendosi in due parti, da una parte c'era una fotto vecchia in bianco e nero, nella fotto una ragazza sorrideva allegra facendo vedere i denti. Aveva più meno quindici anni, come Emma e dei capelli boccolati, scuri, tirati dietro da unna molleta. Dal altra parte c'erano crestate nel oro delle lettere.
" Chi pensa di cadere nel abisso senza rialzarsi, riceverà la spada con il suo stesso sangue"
Lesse Emma ad alta voce. Le parole non avevano senso per lei, cosi chiuse il pandantivo e infilò la collana in tasca. Aprì la porta e uscì dalla stanza incaminandosi verso la mensa, con un po di fortuna poteva arrivare in tempo per sgranocchiare qualcosa insieme a gli altri e pianificare la solita  evadazione notturna. Parker la seguiva sempre, Maurine era difficile da convincere, ma alla fine non rimaneva mai sola nel instituto, mentre TJ, l'amico di Parker, non si faceva dire due volte. Si alontanavano poco e ritornavano sepre in tempo, pero Emma addorava vedere la tranquillita della citta di notte, nessuno che la vedesse, nessuno che la sentisse, ma lei si sentiva come se potesse vedere e sentire tutti...quasi come un fantasma. Quando Emma aprì la porta, il rumore delle risatine dei ragazzi la colpì in faccia. Si inccamino verso il solito tavolo in fondo alla stanza gigante, vicino alla alta finestra. Li potevano parlare tranquilli senza essere aggrediti da supervisori che gli dicevano di stare zitti. Intorno al tavolo, Maurine, Parker e TJ stavano annoiati a fissare la poltiglia verdastra nei piatti.
-Cosa ci fai tu qui? Non eri in lavanderia?
Gli sussurro Maurine.
-Ho fatto prima questa volta.
Rispose Emma rubando una fetta di pane dal piatto di Parker. Iniziò a sgranocchiare mentre TJ le raccontava una storia che aveva sentito negli spogliatoi.
Maurine era l'unica attenta, mentre Parker e Emma si mandavano sguardi.A volte anche loro si meravigliavano del modo in cui comunicavano solo con lo sguardo, capivano semplicemente cosa volevano dire solo guardando gli'occhi del altro.
-Come facciamo alla fine? Questa sera..?
Chiese TJ vedendo che è ignorato.
-Alle 10 in corridoio.
Disse Emma prima di alzarsi per andare. Non doveva essere qui, se un supervisore l'avesse vista sarebbe stato peggio di un mattino in lavanderia. Parker si alzò e fece per seguirla. I due si incamminarono fuori dalla mensa, verso il ripostiglio, quello era il loro posto. A Emma venirono in mente delle immagini di lei e Parker da piccoli, che si nascondevano nel ripostiglio per dividere una brioshe rubata dalla cucina. Parker aspetto paziente che la porta del ripostiglio si chiuse e che Emma si sieda a terra.
-Allora? Cosa ce?
-Cosa ti fa pensare che ci sia qualcosa?
Chiese la ragazza agrottando la fronte.
-Sei uscita prima dalla lavanderia...non è dalla Grindway farti scappare cosi dalla punizione, e nemmeno da te chiedere di andartene prima. Poi..ai il tuo solito sguardo luccicante quando trovi una distrazione.
Disse il ragazzo insistente.
Emma giro gli'occhi e si infilò la mano in tasca per tirare fuori la collana.
-Ho trovato questa.
Il ragazzo prese la collana con delicateza studiandola.
-L'ho trovata nella scatola con i vestiti della Timberlake...non so che ci faceva li.
Continuo lei vedendo che Parker non metteva domande. Aprì il pandantivo e guardo la foto. Emma lo osservava nel semibuio della stanzetta.
- L'hai rubato dalla direttrice?
Chiese Parker in fine.
-No! L'ho trovato, non avevo tempo di rimetterlo nella scatola senza essere vista.
Parker la guardo storto e continuo a studiare il pandantivo.
-Asomiglia a te.
Disse lui porgendo il pandantivo a Emma.
Emma era un po sorpresa, lei non aveva visto nessuna somiglianza fra lei e la misteriosa ragazza.
-Avete gli stessi occhi...lo stesso sguardo. Lei però a la mascella più delicata.
Lei gli credeva, Parker era il migliore disigniatore che lei aveva mai conosciuto, poteva non solo descrivere un viso, ma disigniarlo perfettamente solo grazie alla immagine nella sua mente, e lei sapeva che lui conosceva il viso di lei anche meglio di quanto lei lo faceva, perché Parker l'aveva disigniata un miliardo di volte.
-Pensi che sia una coincidenza?
Parker scose il capo.
-Non può essere...la somiglianza e tropo grande direi, e poi io non credo alle coincidenze.
Emma guardo di nuovo il viso della ragazza.
Non poteva capire che aveva a che fare con lei la ragazza nel ciondolo della conduttrice . Ma non avette il tempo di dire nient'altro, perché la porta si aprì, e la Taterin stava nella soglia con un aria molto turbata.

La lotta degli angeli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora