Fuori piano

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Erano già le otto di sera, e Emma era ancora lì, distesa sul letto a fissare il soffitto, ma non si annoiava, era una cosa che faceva spesso quando aveva troppi pensieri per la mente. Ora si sentiva esplodere la testa, ancora non riusciva a dimenticare la collana, il viso della ragazza, la crisi di Parker.
Era ancora confusa, cosa stava succedendo? E solo una brutta giornata, penso lei cercando di calmarsi. Domani sarà tutto pasatto, si disse alzandosi dal letto. Cerco di concentrarsi su la evadazione di quella notte. Prese la sua felpa nera e aprì la porta uscendo sul corridoio. Non c'era traccia di Maurine, a un certo punto aveva bussato alla porta, ma Emma non gli aveva aperto. Lì diede un po fastidio il fatto che non aveva lasciato l'amica entrare nella camera che apparteneva anche a lei, ma si rendeva solo adesso conto del ingiustizia. Andò a cercarla, in silenzio. Ormai l'ora della cena era passata, erano tutti nelle loro camere, ad aspettare il controllo serale per poi andare a dormire, lei e Maurine dovevano essere nella loro camera a quel ora, per non insospettire i supervisori.
Cerco di concentrarsi su dove poteva essere Maurine. Si inccamino verso l'aria dei maschi e cerco la porta 205, la stanza di TJ e Parker, Maurine doveva essere lì, dove se no? Busso piano alla porta e aprì senza aspettare una confirmazione da dentro, dopo tutto lei e i ragazzi si conoscevano da fin troppo tempo per lasciare quel tipo di regole morali intrommetersi fra loro. La stanza era un vero disordine, ma nessuna traccia di Maurine o TJ. Sul letto però, c'era Parker, steso a pancia in giù, con la testa sotto al cuscino. Si avicino piano, e si sedette sul letto in silenzio, non disse niente per un po, e Parker pur sapendo della sua presenza non si mosse neanche. Alzo la mano esitante e tocco a malapena la schiena del ragazzo.
-Dovresti essere abituato.
Disse in fine, rompendo il silenzio. Si aspettava a un grido furioso, ma Parker non disse niente, alzò la testa e la guardo negli'occhi.
-Penso che e possibile abituarsi a una cosa del genere?....Emma io...non sono normale! Ferisco le persone, faccio del male a quelli a cui voglio bene, potrei fare del male a te. Non me ne rendo nemmeno conto, finché non passa.
La ragazza socchiuse le labbra per dire qualcosa, ma non sapeva cosa. Ogni volta dopo una crisi avevano la stessa discussione, Parker soffriva sempre, e lei non poteva aiutarlo.
-Quello non sei tu.
Fu tutto quello che disse.
Parker si alzò di scatto.
-A il mio aspetto,la mia voce, usa le mie forze per fare male! Mi sa proprio che ti sbagli.
-Non e colpa tua! Non hai mai ferito nessuno.
Disse la ragazza con le lacrime a gli' occhi.
-Perché ci sei sempre tu, ma non ci sarai li per me sempre, Emma. Non sarai sempre li a fermare le mie crisi. Devi accettare che nessuno mi vorrà mai.
-Io ti voglio! Grido lei impacientata. Sei il mio unico amico, l'unico che mi ha mai voluto bene. Non puoi dire che non sarò sempre con te, io non ti abbandonero mai. Lo sai.
Parker scosse la testa allontanandosi da Emma.
-Non potrei mai condannarti a questo, a una vita passata a controllarmi, non soporterei mai farti vivere una vita intera così.
Emma si avvicinò al amico, bloccandolo al muro. Parker penso che era troppo vicina.
Hai mai pensato che io voglio vivere così? Che voglio vivere la mia intera vita con te? Tu sei tutto quello che ho, Parker.
Il ragazzo la guardo socchiudendo le labbra , i occhi gli si errano fatti più lucidi, più brillanti, ed Emma sorisse trionfante. Era riuscita un altra volta a calmare le acque. Salto a dosso al' amico in un abbraccio  stretto . Lui rimase riggido, poi si rilasso nel abbraccio e ricambio.
-Grazie.
Sussurro lui nel suo orecchio. La porta si aprì e TJ entro dentro con una faccia panicata.
-Mancano 10 minuti al controllo, non riesco a trovare Maurine.

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I tre ragazzi presero la rincorsa verso i posti dove sarebbe potuta essere Maurine, cercarono negli stanzini dove usavano nascondersi per un po di tranquillita, la cercarono nel grande soggiorno , pieno di ragazzini che leggevano o facevano compiti, la cercarono nella biblioteca, ma niente traccia di Maurine. L'unico posto rimasto era il giardino. Stavano correndo con TJ in fronte, essendo il piu veloce. Speravano di non essere trovati a correre sui corridoi, non solo avrebbero avuto problemi ma sarebbero stati fermati e non avrebbero fatto in tempo a trovare Maurine per il controllo. Corssero fuori, ma nel cortile centrale non c'era nessuno.
- Dove e finita, diamine!
Disse TJ quando da non molto lontano si senti un grido, una voce conosciuta. Emma prese a correre disperata fra gli 'alberi, ormai era abastanza buio fuori, e il giardino del istituto Fairwale era piu una reservazione naturale,che saliva verso la collina, sarebbe potuta essere ovunque la fuori, e ci sarebbe servito troppo tempo per trovarla. Un altro grido si senti questa volta piu vicino a lei. TJ e Parker erano subito dopo di lei.
-Maurine!
Non rispose, in cambio tiro fuori un altro grido, e allora Emma la vide. Le sue gambe si fermarono al improvviso e il fiato anche. Grido e fece per andare in dietro. Tenendo stretta Maurine c'era una grande creatura dalla pelle grigia e viscida, gli'occhi rossi lanciavano scintille, e invece di bocca aveva un grande buco perfettamente rotondo circondato da un sacco di denti apuntiti, le braccia atorcilliate intorno a Maurine erano tentacolli con lunghi artigli. Emma senti un singhiozo dietro di lei e senti la mano di Parker sulla sua spalla. Maurine continuava a gridare con tutta la sua forza.
Emma non sapeva che fare, impulsivamente si mise a correre verso la creatura, con le lacrime a gli'occhi. Parker fece per fermarla ma non riusci, lei doveva aiutare Maurine, doveva fare qualcosa...ma cosa?Non si rendeva nemmeno conto di cosa stesse succedendo, stava correndo disperata verso la creatura, che inaspettativamente lascio cadere Maurine a terra, quest ultima cadde con un suono distorsionato e un singhiozo, rimase immobile con gli'occhi chiusi. La creatura si dirrigeva verso Emma adesso, lei si eschivo e si mise a correre nella direzione oposta, non stava piu piangendo adesso, doveva concentrarsi, doveva fare qualcosa. Correva quanto velocemmente poteva, ma non avrebbe retto tanto, la creatura era troppo veloce per lei. La sentiva sempre piu vicina. Con un grido fu alzata da terra, stava lottando per eliberarsi dalla forte presa ma non ci riusciva. E la fine, penso lei. Il monstro la giro con la faccia verso di lui, puzzava di fango e catrame, Emma stava osservando da vicino la pelle viscida, con disgusto. Gli' occhi della creatura scinttilavano in un modo che dava i brividi. Lasciami ! Cerco Emma di gridare, ma non ci riusci, le parole non uscivano fuori. Sentiva le lacrime avicinarsi, ma le tratenne, non doveva piangere, sopratutto non se stava per morire. Non voleva morire piangendo. No! Non voleva morire proprio. Senti un suono discustoso, e gli'occhi della creatura si scurirono, il corpo si distorsiono prima di cadere a dosso a lei. Emma grido e lotto per togliere la creatura viscida, ma era troppo pesante. Una mano la affero e la tiro fuori. Appogio la testa a una spalla tremando e songhizando, adesso le lacrime arrivavano .
- Va tutto bene.
La rasicuro la voce calda e vibrante di Parker. Era lui, aveva uciso la creatura. Si giro e guardo il corpo a terra, con un coltello nella schiena. Al improviso il corpo si illumino in un verde fluorescente e poi scompari. Emma saltello nelle braccia di Parker.
-Cos'e? Cos' era?
Chiese Parker senza ricevere una risposta.

La lotta degli angeli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora