3 CAPITOLO-USCIRE DAL PROPRIO GUSCIO

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"Non mi sembrava ancora vero, ho lasciato Luca e lo pure insultato" mi continuai a ripetere tra me e me, l unica distrazione sarebbe stata la danza e così fu: '7/11-Beyoncè' e per tre minuti potevo dimenticarmi di tutto ciò che è accaduto e ricordarmi quello per cui sto lavorando tutti questi anni.

Sono sola, nella mia stanza potevo trovarci: un letto, una scrivania, un Mac, un grosso specchio e molto spazio per ballare, di foto non ne avevo molte, avevo poche amiche, prima ne avevo di più ma col tempo mi son sempre voluta distaccare da tutti per paura della fiducia che potevo arrivare a dare, non mi consideravo una persona associale, era solo che avevo paura di far entrare gente nuova nella mia vita restando poi con il timore di rimanere ferita, l'unica cosa mi restava era la danza e la scuola.

Mi piaceva molto andare a scuola, ero proprio una secchiona in tutte le materie, avevo dei voti alti, e rimanevo molto soddisfatta di ciò che riuscivo a fare, ho sempre pensato al mio futuro senza mai vivere il presente, era ora di cambiare.

Al mio diciottesimo compleanno decisi di fare una festa, invitando tutta la compagnia di ballo a casa mia, avevo preso: vino, birra, rum, tequila e altri alcolici rubati dalla dispensa di mio padre, eravamo in 15 e tutti con un cosa in comune: l'amore per la danza.

Direi che il mio Processo di cambiamento doveva cominciare, perciò decisi di lasciarmi andare, la musica non mancava sicuramente come l alcol, c era un ragazzo alla festa che mi piaceva molto, si chiamava Sergio, era alto, muscoloso, aveva due occhi azzurri che e erano la fine del mondo, mi avvicinai a lui sperando di riuscire a ballarci assieme, iniziai con dei semplici movimenti di bacino e accompagnata al bicchiere di plastica in mano, puntai come meta il suo bellissimo corpo scolpito, lui mi sembrò interessato, mi prese per la vita finché ci trovammo uno di fronte all'altro continuando a ballare così li misi la mano dietro la nuca, lo avvicinai a me sperando in un bacio "mi piaci molto ti prego baciami", le nostre lingue piano piano si incontrarono con dei lenti e delicati movimenti accompagnati da dolci e morbidi baci, mentre lui mi teneva stretto a se con la mano sui miei fianchi: "mi piaci molto Eli, ti va di andare in luogo più riservato" mi chiese Sergio; non molto cosciente delle mie azioni accettai, mi piaceva davvero Sergio tutti han sempre parlato bene di lui, e mi sarebbe piaciuto uscire con lui.

La meta era prevista per la stanza dei miei genitori, a mala pena mi reggevo in piedi, la mia testa barcollava e il mio braccio era sul suo collo sperando di non cadere.

Mi prese in braccio e mi fece sdraiare, cominciò a baciarmi sul collo, poi sul petto. La sua mano tocco i miei fianchi scendendo sempre di più verso la mia gamba e avvinandola a sé "no che fai lasciami, basta ti prego voglio tornare alla festa" gli dissi con voce mielata "dai piccola abbiamo appena cominciato" mi rispose togliendosi la cintura dei pantaloni, si avvicinò sempre di più, lo sentivo entrare dentro di me, mi ricordo che piangevo, che cercavo di spingerlo via, ma ero debole e piccola.

Avevo il volto ricoperto in lacrime, lui se ne andò lasciandomi sola, io piangevo accovacciata nel letto.

L'unico ricordo reale di quell'esperienza saranno i rimorsi, i sensi di colpa, la paura, il disgusto, la dignità e il sangue sul lenzuolo.


Abituata a nascondere i miei sentimenti per dicicciotto anni, decisi di mettere da parte quello che fu successo, senza raccontare nulla a nessuno. Raccontarlo sarebbe stato troppo per me, significava ricordare e non potevo, non riuscivo e non volevo avere a che fare con alcun tipo di ansia o stress, fra un po' ci sarebbe stata la maturità e dopo di che me ne sarei andata lontano da quel posto, dimenticandomi di tutto concludendo così con l'errore più grande della mia vita, mi ritirai dal corso di danza per paura di incrociare il suo sguardo o il suo modo di guardarmi, avevo paura che mi rifacesse del male.

La danza per me non sarebbe finita così, avrei continuato a ballare ma nella mia stanza per me stessa perché la danza mi faceva esser me stessa.

Era lunedì mattina, le scuole restarono chiuse per una festa patriottica, così decisi di andare in bottega da mia mamma a darle una mano, mi piaceva stare li è d aiutarla a sistemare i prodotti, poi mi lasciava ascoltare la musica con le cuffiette, per cui con la compagnia dei Coldplay cominciai col riordinare le creme per il corpo a base di aloe vera. A dir la verità non me ne intendo molto di cosmetici naturali ma era giusto un modo per non stare da sola con i miei pensieri, poi la mia mamma è la persona più buona e simpatica di questo mondo, mi faceva sempre sorridere e non mi faceva mai sentire sola, era l'unica amica che avevo: "mi ha detto la tua insegnante di danza che ti sei ritirata dal corso, perché l hai fatto? Te ami danzare!" Mi chiese la mamma, mi tolsi le cuffie: "si è vero, ma ora ho la maturità mamma, la danza mi teneva molto occupata e il mio futuro non è la danza ma medicina" "la danza è la tua vita, la medicina il tuo lavoro" mi disse la mamma avvicinandosi a me, mi fermai a guardarla, in realtà la fissano per pensare alle sue parole e che aveva completamente ragione, ma non potevo farlo, non potevo tornare se nelle mie ore c'era anche quel bastardo. Mi misi le cuffie una seconda volta, seguendo la traccia di 'J. balvin' improvvisai dei passi sul momento, dietro di me mia mamma mi fissava ridendo, io mi girai ridendo anch'io:" perché ridi?" "rido perché sei bravissima" "mamma, ho già preso la mia decisione" glielo dissi con un tono mai usato prima d'ora quasi d'arroganza "lo so, e non la metto in dubbio, ascolta io due volte alla settimana vado a fare volontariato al centro di recupero dei tossicodipendenti e vorrei chiedere se organizzano dei balletti così, come piacciono a te, ti andrebbe di aiutarmi?" "non lo so mamma, te lo detto ho la scuola" "vabbe ma la scuola fra un Po' finisce, dai non ti terrà impegnata molto, esci da quel guscio Eli, dentro di te si nasconde una bellissima ragazza spensierata e estroversa" tra me e me pensai solo che l ultima volta che sono uscita dal guscio mi hanno violentata, perciò gli dissi di no, ma per farla contenta uno di questi giorni sarei andata con lei a vedere il posto e le persone al loro interno.


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