Nel frattempo, mi misi a camminare in attesa di una sua probabile risposta, le mie gambe non le controllai più sicché mi trovai in questo grosso parco abbandonato il cui era governato da sole panchine in legno scuro. Non ci ero mai stata, mi guardai incuriosita intorno.
Sulle panchine c'erano parecchie coppie di fidanzati, amici con bong e sigarette, il parco era asfaltata da una strada, camminai per essa affascinata dalla natura che mi circondava.
Guardando tutte quelle coppie mi immaginavo seduta su una di quelle sedie con Thomas, a mangiare gelato e ad accoccolarci insieme, praticamente un sogno irrealizzabile. Incosciente di dove fossi mi soffermai su una coppia in particolare, erano cosi dolci! Lei aveva le sue gambe su quelle del ragazzo, erano uno di fianco all'altro e lui gli accarezzava la guancia regalandogli baci assai delicati.
Il ragazzo aveva un viso famigliare, strizzando meglio gli occhi mi accorsi della sua vaga somiglianza con Marco, guardandolo meglio però era la sua coppia esatta: "Marco!" Non so perché lo chiamai, fu una cosa molto istintiva e involontaria; lui si girò, staccò il suo braccio dalla ragazza facendomi un cenno con la mano, dopo di che si alzò venendomi in contro. Io mi bloccai ripensando a quei cinque mesi fa "ciao Eli, come stai?" Mi chiese "tutte bene, tu?" gli risposi evitandogli il viso" si, tutto ok! Allora che mi racconti? Ho visto che ti sei fidanzata?" disse mettendosi la mano dietro la testa, tipico comportamento di uno imbarazzato "si, nulla di serio per ora. Anche tu suppongo. Beh questo momento sta diventando molto imbarazzante per cui ti lascio stare, vedo che sei in buona compagnia" aggiunsi guardando dietro le sue spalle la ragazza infastidita dalla situazione "va beh, ora è meglio che me ne vada!" Mi prese per il braccio "ei Eli, ti prego aspetta. Voglio parlarti.. ti prego." mi sussurrò "non ce ne bisogno. È tutto chiaro!" "no, non lo è ti prego. Domani." "Marco, lasciami, mi fai male." gli dissi provando a staccare il braccio dalla sua mano "ti prego Eli" mi ripetette "lasciami ho detto" e me ne andai, con un miscuglio di domande per la testa
Andai verso la stazione, aspettano il prossimo treno per tornare a casa. Il telefono squillò e guardando il display vidi il contatto di Thomas.
E: "ei pronto!"
T:" ei tesoro, dimmi. Che è successo?"
E: " stai tranquillo, ora va tutto bene. Ne parliamo un'altra volta"
T: "ora dove sei?"
E: "sono in stazione, sto tornando a casa"
T: "e il lavoro?"
Mi azzitti per un attimo, pensando bene a cosa rispondere
E: "ha chiuso prima."
T:" io ho finito, mi faccio una doccia e poi ti passo a prendere?"
E: "non ti offendi se di dico di no?"
T:" certo che mi offendo, ma Eli tutto bene?"
E: "si stai tranquillo. Ora vado è arrivato il treno. Ti voglio bene"
T: "anch'io te ne voglio piccola".
Pensai che non raccontare ancora nulla a nessuno fosse la cosa giusta da fare, non me la sentivo di affrontare il discorso fresco dall'accaduto.
La mattina mi svegliai molto disorientata. Mi svegliai con l'intento di andare al lavoro cosa che un secondo dopo mi rifece sdraiare sul letto. Allungai la mano sul comò in cerca del telefono, si illuminò facendo poi uscire il contatto di Thomas.
STAI LEGGENDO
ROMANZO-Free And Changed
RomanceElisabetta ha 20 anni e una storia da raccontare. Non sarà il suo periodo da adolescente, ma sarà la sua vita dopo i diciott'anni, quando la tipica ragazza misteriosa, riservata, studiosa e intelligente s'innamora del ragazzo calciatore ex tossico d...