Non pensavo di sentirmi sola un'altra volta, credevo che stando con Marco la solitudine non mi avrebbe più cercata, ma invece eccola qua':un'altra volta nella mia stanza cosi piccola ma grande allo stesso tempo mescolando i miei pensieri in cerca di una via d'uscita.
Non riuscivo a togliermi dalla testa con quanta tenerezza affrontava il movimento dolce delle sue dita sulla mia pelle, con quanto impegno ci mettesse a esser fine dedicandomi n'abbraccio, oppure con quanta generosità mi sussurrava parole tenere per farmi sentire protetta.Per un instante ebbi paura di perderlo.
Era una settimana che non lo vedevo, ci eravamo parlati un paio di volte la sera ma senza fare alcun tipo di puntualizzazione su ciò che successe.
Morivo dalla voglia di raccontarli la verità, ma non potevo o almeno per il momento. Era meglio rimanere la solita ragazza perfetta senza alcun tipo di problema giusto per non farlo preoccupare ulteriormente e chiedere pietà.
Erano le 15:00 in una giornata di domenica e come al mio solito non avevo nulla da fare. Optai per ascoltare la musica: sfogliai interrottamente la playlist in cerca di qualche brano o artista orecchiabile finché dopo aver cambiato 10 canzoni diverse provai ad accendere la televisione: sul canale 4 c'era un film in bianco e nero-troppo noioso-, su 5 telegiornale, su 6 un programma di cucina emi resi consapevole che in quel momento solo il cibo avrebbe soddisfatto tutte le mie noie, poi tornai un secondo indietro, sul canale 5:
"Nuovo scandalo per il calciatore Thomas Barsiglia, avvistato da un paparazzo mentre usciva dal locale Montecarlo a Milano con la showgirl Enrica Letizietti, sarà una nuova coppia?
Pare anche che alcuni testimoni gli abbiano incrociati mentre si baciavano. Sarà sbocciata un nuovo amore per il giocatore della Juventus? O magari è la misteriosa ragazza che gli ha fatto perdere la testa al centro di riabilitazione? Questo e molto altro su' TelegiornaleOggi'".
Basita mi guardai intorno in cerca di risposte al vento, ciò traduceva che quel ragazzo fosse proprio come me l'aspettavo: un incoerente.
A esser arrabbiata non ne sarebbe valsa la pena, forse però a esser delusa sì, ma quello di cui fossi certa era che mi sentivo profondamente presa in giro pertanto volevo delle spiegazioni. Perché aveva bisogno di me quando poi si divertita altrettanto con una 'made in chirurgia plastica'?
L'unica cosa adeguata da fare era fregarsene e lasciarli fare la sua vita poiché nella mia non ne avrebbe mai fatto parte, la mia la stavo costruendo con Marco, almeno così credevo.
Intesta volevo sorvolare a tutte queste domande che mi ponevo sicché rimasi a fissare il vuoto cercando una risposta così da levarmi ogni tipo di dubbio, mi si chiusero gli occhi entrando in una profonda sonnolenza.
Feci un strano sogno: 'ero io accovacciata per terra in un angolo di una stanza gialla, stavo piangendo ero sola e col pigiama.
Mi spaventai e aprii gli occhi. La stanza al mio risveglio era magicamente buia, dalla finestra non entrava alcun tipo di luce,accesi il telefono per vedere l'ora:23:30 e spalancando leggermente gli occhi mi accorsi di aver ricevuto più di sette chiamate da Marco, preoccupata cercai di richiamarlo ma senza alcun tipo di risposta. Andai su internet per vedere gli orari del treno in modo tale da arrivare a Roma e ne trovi uno 10 minuti dopo: presi la giacca e corsi immediatamente alla stazione, non comprai nemmeno il biglietto.
Sul treno non c'era nessuno, i sedili erano tutti vuoti e solitari,l'unico rumore che si poteva sentire era quello delle ruote meccaniche sfregare contro i vagoni, Roma distanziava circa quindici minuti, e furono forse i piu' lunghi della mia vita.
Fortunatamente il bar dove lavorava non era molto lontano dal terminal e sempre a passo svelto cercai di andare a vedere che fine avesse fatto, se stava bene o meno.
Mancava poco, il suo bar era a tre negozi dalla mia posizione, rallentai il passo trovandomi davanti all'edificio. Lo cercai attraverso la vetrina, il mio sguardo fissava il vuoto finché non notai un ragazzo alto e moro al bancone, fortunatamente stava bene e stava lavorando.Entrai dal portone urlando il suo nome "Marco", mi osservò interrompendo la conversazione con la ragazza davanti a lui, il suo viso improvvisamente cambiò espressione, il colorito della sua pelle diventò bianco e l'atteggiamento del corpo non fu la solita che ha sempre avuto.
Lo aspettai alla porta sperando mi venisse incontro cosa che non accadde, imbarazzata dagli occhi dei clienti su di me andai da lui raggiungendolo. Sembrava che con la ragazza avesse abbastanza confidenza, sarà stata una sua cliente abituale "Eli che ci fai tu qui?" mi disse balbettando con voce sommessamente. Io mi avvicinai sempre di più a lui "mi sono preoccupata, quelle chiamate" gli risposi gesticolando, la ragazza di fianco a me mi fissò incuriosita dalla mia risposta, allungò il braccio dandomi la mano "piacere,io sono Chiara, la fidanzata di Marco. Tu chi sei?". Se dovessi associare una canzone alle emozioni provate n quel momento avrei sicuramente scelto 'wreking ball-Miley Cyrus". Come appunto detto da lei 'Non posso vivere in una bugia'oppure 'Tutto quello che hai fatto è stato distruggermi'.Mi son sentita esattamente allo stesso modo, nutrivo in me un dolore complicato ma forte. Improvvisamente stava sbocciando un odio e un disprezzo ma soprattutto un disgusto nei confronti suoi, mi è sempre sembrato il ragazzo perfetto con zero difetti e ciò occasionalmente mi preoccupata ma senza alcun tipo di conferma, quel giorno capì che dentro a ogni perfezione si nasconde un bastardo coglione-detto schiettamente-.
Ammetto di essermi spaventata, stupita da ciò che disse, la mia intonazione vocale cambiò sentendo salirmi su un groppo dirigendosi verso la miagola, provai a trattenere qualsiasi tipo di reazione negativa o lacrima, non sapevo come altro comportarmi, non riuscivo a fare la cosa giusta cioè dicendo la verità ma pensai che anche dicendo una bugia avrei comunque fatto la cosa giusta. Fu ora di porre termine a quella situazione da me problematica: rimanere completamente indifferente, cosa per cui gli diedi la mano presentandomi "piacere,io sono Elisabetta. Un'amica e una cliente abituale del bar. Ho sentito molto parlare di te." gli dissi guardando Marco con la coda dell'occhio "mah spero bene" disse lei sghignazzando "si certo,benissimo. Beh io devo andare è stato un piacere averti conosciuto"dissi a lei "ciao marco." aggiunsi.
I giorni seguenti furono meno dolorosi del previsto. Non ebbi alcuna traccia di Marco, non si fece ne sentire ne vedere, un comportamento a dir poco immaturo per la sua età, chiaramente non si sarebbe mai aspettato una mia visita. Cercai di chiamarlo più volte la settimana dopo, oche volte lo riuscivo a rintracciare e quando succedeva lui non rispondeva.
Erano le 20:30 di un venerdì, provai a richiamarlo. Il telefono squillava e una voce apparve dopo i primi quattro bip: "Pronto?"sentii, per un momento mi bloccai impreparata a ricevere una risposta"ciao Marco, sono io Elisabetta. Io non voglio lasciare le cose come stanno, cioè indifferenti. Voglio chiarire con te. Mi piacerebbe ricevere delle spiegazioni, sei un ragazzo molto intelligente e maturo, voglio sentire la tua versione dei fatti non solo quella della mia testa",le parole uscirono indipendenti dalla mia bocca, per qualche secondo non sentii nulla dopo di che dei leggeri singhiozzi accompagnarono la nostra conversazione, avrei scommesso fossero lacrime "ei ci sei ancora?"gli chiesi "si,ci sono. Ascolta meglio non vederci, sono stato uno stronzo e sicuramente meriti una spiegazione. Ti dico solo che sei una ragazza stupenda e non meriti alcun tipo di male".
Avrei voluto registrare quella conversazione per risentire la sua voce altre cento volte, mi sarebbe mancata molto e non volevo togliermela dalla testa.
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ROMANZO-Free And Changed
Roman d'amourElisabetta ha 20 anni e una storia da raccontare. Non sarà il suo periodo da adolescente, ma sarà la sua vita dopo i diciott'anni, quando la tipica ragazza misteriosa, riservata, studiosa e intelligente s'innamora del ragazzo calciatore ex tossico d...