risveglio.

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"Oh quanto mi sono mancati questi bellissimi occhi. " dico baciandogli la guancia. "Mi sei mancato tu!" continuo.

" Anche. ....tu...mi...sei. ...mancata.." dice facendo fatica parlare.

" Quanto è bello risentire la tua voce" dico sorridendo.

" Non ce di che.." dice lui all'improvviso.

" Ahm...non ti seguo." rispondo.

" Non ce di che.." ripete.

Non ce di che??? Ma cosa sta dicendo? ?

Ahhhhh. Per la cosa che gli ho detto prima.

"Quindi. ...tu hai sentito." dico un po imbarazzata anche perché ricordo di aver detto due parole un po troppo grandi: "Ti amo".

" Sì. E suppongo che hai visto che mi sono emozionato. .." dice lui, ma io mi aspettavo qualcosa di più di questo.

"Ahm..non hai nient'altro da dire? ?" chiedo un po delusa.

" mm..Faccio ancora fatica a parlare" dice tossendo.

" Capisco. " rispondo. Certo, non deve dirmi nulla perché a lui non sono mai piaciuta, ero solo la sua sorella minore e la sua migliore amica. Non devo aspettarmi niente.

"Ok. Allora io vado a chiamare tuo nonno per dire che ti sei svegliato, sarà entusiasto!" dico lasciando la sua mano.

Percorro i lunghi corridoi e alla fine vedo il signor Giuseppe con due scatolette piccole di pasta in mano.

"Ehi Sara ! Scusa se ci ho messo tanto. C'era una fila che non finiva più. " dice.

" Carlo si è svegliato! !" dico felicissima.

"Carlo si è svegliato? ! Grazie a Dio! " dice diventando rosso per la felicità.

" Andiamo da lui." propongo.

" Sì, mi è passata la fame" dice.

Percorriamo i corridoi e passiamo davanti alla sala operatoria. ....a quella orrenda stanza. Giriamo a destra e appena ol signor Giuseppe vede il nipote, piange per la felicità. Corre da lui e lo abbraccia.

Mi comuove vederli insieme.

Rimango vicino la porta per lasciarli un attimo "quasi" soli.

" Come stai Ragazzone? ?" chiede a Carlo.

" Non...potrei. ..dire...che...sto..bene. ..ma...posso sopportare. ...il...dolore.." risponde. " È bello rivedervi...." continua.

"Volete che me ne vada così potete parlare da soli" chiedo.

" No. Resta. ..vieni qui..." dice Carlo e io vado accanto al suo letto.

" Ci...hanno....messo...tanto. .i medici? ?" chiede Carlo.

" Sì. Ci hanno messo tanto. Mi stavo ammazzando dalla voglia di vederti" rispondo. E dopo aver detto quelle parole, il signor Giuseppe mi fissa. "Ahm...ho detto qualcosa di brutto? ?" chiedo molto imbarazzata.

" Oh no. Scusami,stavo solo pensando. ..." nob riesce a trovare le parole.

"A cosa?" chiede Carlo.

"Ecco..io stavo pensando che voi due sareste una coppia perfetta" dice guardando altrove. " Siete cresciuti insieme, vi conoscete. ..vi volete bene." continua.

" Noi siamo. ...migliori...amici!" dice Carlo guardandomi.

" Ha ragione" ribatto.

" Scusatemi...devo chiamare i miei nonno."dico

" Ritorna presto." dice Carlo.

Esco dalla stanza e corro verso l'uscita. ma all'improvviso due figure mi catturano l'attenzione.

Due ragazzini che giocano. Sembrano Carlo e me da piccoli; allora mi fermo per osservarli.

Il maschio ha circa 12 anni e la ragazzina ne ha circa 11. È bello vederli.

Ma appena la femmina mi vede, dice qualcosa al ragazzino e lui viene verso di me.

"Hey! Anche tu sei una di quelli "mentalmente confusi?" dice facendo il gesto delle virgolette.

Io cosa?! MENTALMENTE CONFUSA?!

" Io cosa? ! Hey ragazzino! un po di educazione! " dico un po confusa, arrabbiata e imbarazzata.

" Perché ci fissavi?! Anche a te fanno schifo i bambini malati? !" chiede molto arrabbiato.

" Uh. scusami. .non volevo offendervi. Vedi,io conosco un ragazzo che è malato di una cosa molto grave, quindi non puoi dire che ho qualcosa contro i malati perché lui è il mio migliore amico. " dico cercando di essere una brava ragazza.

" Vabbe cosa c'entra? " dice lui

" Non.....ok, scusatemi. È che mi ricordate la mia infanzia.Tutto qua. Siete uguali a me e l'amico mio" dico sorridendo.

" Cosa facevate?Anche tu eri malata?" Chiede.

"Sa piccoli eravamo entrambi sano solo che hanno scoperto questo tumore e ora....ora sta molto male.Da piccoli eravamo inseparabili. Ogni volta che stavamo insieme, scherzavamo,giocavamo e ci divertivamo, come voi. Solo che ora lui sta molto male, quindi non possiamo più divertirci cone una volta. Comunque mi chiamo Sara" dico.

"Io mi chiamo Paolo...e l'amica mia si chiama Sonia" dice girandandosi per invitarla di venire.

La vedo camminare, non normalmente perché zoppica.

" Ciao Sonia. Io mi chiamo Sara. Scusa per prima. " dico.

" Non fa niente" dice.

" Ragazzini mi ha fatto molto piacere conoscervi ma ora vi devi lasciare" dice.

" Dove vai?" chiede Paolo.

"Vado a fare una chiamata poi ritorno. Se volete chiacchierare un po', andate nella stanza numero 115" dico andandome ne.

Mentre cammino,prendo il telefono e cerco il numero della nonna e la chiamo.

Squilla....

" Pronto Sara. "

"nonna......sto all'ospedale." dico andando al sodo.

" Stai all'ospedale? ! cosa ti è successo? !" chiede nervosa.

" Non mi è successo nulla nonna." rispondo.

" con chi stai?" chiede.

" Col signor Giuseppe e....Carlo..." dico

" Cosa è successo? " chiede

"Nonna......." dico e inizio a piangere.

" Ehi piccola. Dimmi cosa è successo? " dice.

" Carlo sta morendo. " dico.

Ecco. L'ho detto. Il Mio Migliore Amico Sta Morendo.

la vita di SaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora