Sentii il mio telefono squillare. Mi rigirai un paio di volte prima di arrendermi e rispondere.
-Justin..- sbadigliai, stropicciandomi gli occhi, ed imprecando mentalmente per non essermi struccata la notte precedente.
-Biglietti fatti, bellezza!- esclama Justin con la sua solita felicità. Sorrisi sapendo bene che anche lui lo stava facendo.
-Mi hai svegliata lo sai?- lo informo ridendo appena.
-Ma è mezzogiorno Jenny!- ride dall'altra parte del telefono.
-Ti aspetto sotto casa tua all'una, i miei non ci sono, conferenza "importante"- sbuffa e amo il modo in cui si imbroncia appena.
-Niente scuse capito? Partiamo la prossima settimana- aggiunge sentendomi zitta.
-Mh, okay!- rido, e chiudo la telefonata. Mi alzo restando in pigiama, sapendo che Sophia, la compagna di mio padre, lo detesta.
Scendo le scale sbadigliando sonoramente.
Mia madre ci lasció quando avevo dieci anni. All'età di dodici mio padre si risposó con questa "Sophia" che non so se si era capito, ma non la sopporto. È una di quelle che si sforzano ad essere perfette e migliori in tutto, e anche tu lo devi essere, se no non vai bene. Con me ha perso le speranze da quando compii 14 anni. Meglio così. Un problema in meno.
-Jenny..- mi rimprovera mio padre avvicinandosi per darmi un bacio. Storco il naso e rubo un biscotto dalla teglia posta sul bancone.
-Sai che Sophia non sopporta che tu stia ancora in pigiama a quest'ora- continua rubandomi il biscotto dalle mani ed addentandolo davanti al mio naso per rinfacciarmelo. Gli tiro un colpetto sul braccio e mi avvicino al frigorifero.
-A proposito, dov'è la "mostrigna"- dico, enfatizzando l'ultima parola ed aprendo l'anta, cercando il succo.
-Qui!- risponde lei, facendo il suo ingresso in cucina. Faccio spallucce, bevendo il succo dal cartone.
-Le persone poco educate fanno così- mi rimprovera Sophia guardandomi dal basso verso l'alto.
-Mh davvero? Lo dici come se mi interessasse!- affermo sogghignando.
Come al solito arriva mio padre a difenderla. Sbuffo sonoramente ed esco dalla cucina buttando il cartone a terra.
Sento mio padre chiamarmi, ma non mi importa, sbatto la porta alle mie spalle e vado verso l'armadio. Prendo i miei soliti skinny jeans neri strappati, una maglietta corta blu, e delle scarpe con un po di tacco. Vado verso il bagno, mi strucco, ed entro in doccia.
Non sopporto quando la difende, e non so neppure perché sta con lei. Mamma non era così. Mamma era gentile con tutti e mi voleva bene. Faceva di tutto per me, ed io feci di tutto, per lei, il mio massimo, sempre. Ho preso da lei gli occhi verdi, ed i capelli color caramello. Mi manca tanto.
Mi accorgo di essere stata troppo sotto la doccia quando iniziano a formarmisi delle grinze sulle dita. Decido di uscire e prepararmi il più in fretta possibile.
Ho voglia di vedere Justin. Lui mi capisce sempre. I suoi genitori non sono mai a casa per colpa del lavoro. Lui ci sta male ed ha provato più volte a dirglielo. Sono convinti che comprandogli cose decisamente troppo costose si comprano il suo amore.
Justin é il mio migliore amico da quando ero piccola, perché le nostre madri erano amiche al college. Lui è due anni più grande di me e adora cantare. Gli ripeto più volte che dovrebbe partecipare a un qualche reality, date le sue capacità, ma dice che non gli importa. Pff.
Esco in fretta dal bagno, scendo le scale e mi imbatto in Sophia.
-Dove vai?- chiede, con il suo solito tono da superiore.
-Non sono affari tuoi!- rido, sbattendo la porta e dirigendomi verso Justin.
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Now I'm here with you || Liam Payne ||
Fiksi Penggemar"E piansi. Mi sedetti e piansi. Era da tanto tempo che non lo facevo. E non mi era mancato affatto."