9.

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POV LESLEY
-ci vuoi del limone nel tè?-mi chiese Stiles.
Mi aveva praticamente trascinato a casa sua per calmarmi,subito dopo aver chiamato suo padre.
La zona vicino alla caverna adesso era ad accesso limitato ai poliziotti e allo sceriffo.
-no-sussurrai con lo sguardo puntato chissà dove.
Avevo una coperta avvolta attorno alle spalle e Lidya era di fianco a me.
-hey,tutto okay?-mi chiese la bionda.
Io non le risposi.Rimasi a fissare il muro davanti a me ripensando a ciò che avevo visto ed a ciò che avevo sentito subito dopo...
Scossi violentemente la testa per scacciare quell'orrendo pensiero dalla mia mente e mi concentrati sulla tazza di te che Stiles mi aveva messo sotto il naso.
-cavolo...-sussurrò Stiles guardando il suo cellulare.
-che c'è?-disse Lidya.
-è Kira...andrà in Europa con i suoi per un po' di tempo-
-beh...forse è meglio così-disse la ragazza-stanno per arrivare tempi oscuri...lo sento-
Probabilmente sulla mia faccia si lesse il mio sconforto perché Stiles mi si avvicinò.
Sentii una mano che mi carezzava il braccio ed alzai lo sguardo sul volto del mio amico.
Aveva un aspetto tremendo:era visibilmente pallido e stanco, con due occhiaie che raggiungevano il pavimento.I suoi occhi,di solito di un bellissimo color nocciola,erano arrossati e tristi.
-non significa per forza...quello.Quello che hai sentito può aiutarci a trovarlo.Ma dobbiamo restare uniti ed avere speranza. Okay?-
Disse e notai che ad ogni parola i suoi occhi si facevano sempre più lucidi.
In un attimo mi balenarono in mente due parole.
Al cimitero.
-è al cimitero-sussurrai.
Non so come facessi ad esserne così sicura,ma ero certa che Scott fosse al cimitero.Io lo sentivo.Sapevo che ci stava aspettando.
Mi alzai di scatto facendo cadere la coperta sul pavimento.
-che cosa?-mi chiesero in coro Lidya e Stiles alzandosi in piedi anche loro.
Io piegai leggermente la testa di lato per...beh...diciamo che non so nemmeno io perché lo feci. Ma qualunque fosse il motivo mi aiutò a sentire altre due parole, le stesse che avevo sentito alla caverna.
È scomparso.

POV SCOTT
Mi guardai intorno per l'ennesima volta.
Per l'ennesima volta gridai aiuto ma nessuno arrivò.
Per l'ennesima volta cercai di trasformarmi ma non accadde nulla.
Ci riprovai.Ancora.E ancora.Nulla.
Nemmeno il ricordo del vero alpha.Nemmeno il ricordo del ragazzo che andò nel bosco a cercare un cadavere,senza sapere che da quella notte lui avrebbe dovuto lottare,soffrire,morire...questo ormai era il mio destino...salvare o essere salvato,uccidere o essere uccisi,ingannare o essere ingannati.
No!Gridai.Non sarebbe finita in quel modo.
Camminai dritto davanti a me.Dopo circa mezz'ora ancora camminavo;non ero in una stanza,o sarei già andato a sbattere contro una parete.
Ad un certo punto i miei piedi incontrarono un ostacolo che non avevo potuto vedere.
Caddi faccia avanti e quando mi rialzai per vedere in che cosa ero incampato rimasi pietrificato.
Ai miei piedi giaceva un cancello divelto,alto diversi metri e fatto di un metallo nero come pece.
Alzai lo sguardo chiedendomi che cosa ci facesse un cancello in un luogo come...hem...si beh non ero ancora sicuro di dove mi trovassi.
Dal fondo di quello che pensavo fosse un cimitero si intravedeva una nebbiolina rossa,illuminata da qualcosa che non riuscivo a vedere.
Avanzai tra le tombe sperando di non vedere nessun nome conosciuto,e così fu.
-Scott-un sussurro.Appena percettibile,ma c'era.
mi voltai per vedere da dove proveniva la voce e feci in tempo a vedere una chioma scura sparire dietro a una tomba.
Seguii l'ombra della ragazza fino a quando non riuscii a starle dietro.
Aveva i capelli mossi,scuri e lunghi fino alle spalle.Era magra e alta,indossava un bellissimo vestito bianco candido che le arrivava fino ai piedi ,in vita aveva una cintura a cui erano allacciati una custodia di un arco e una faretra piena di frecce con delle punte d'argento.
-non può essere-sussurrai bloccandomi.
Non poteva essere lei...lei era...beh...non poteva essere lei e basta.
La seguii comunque,ancora un po' shockato (non sono sicura che si scriva così),fino a quando si fermò davanti ad una lapide a forma di angelo,di fianco c'era un'altra lapide a forma di demone. La trovai una cosa molto ironica.
Si fermò,appoggiò qualcosa su entrambe le tombe sussurrando piano delle parole incomprensibili dopodiché si alzò e mi guardò dritto negli occhi.
A quel punto riconobbi lo sguardo disarmante,i lineamenti perfetti,delicati ma comunque quelli di una guerriera.Come una bellissima rosa piena di spine.
-Allison...-sussurrai,improvvisamente con la salivazione completamente azzerata.
Lei sorrise.Quel sorriso che avevo imparato ad amare.
-Scott...io non sono Allison-disse quasi ridendo.
A quel punto il mio cuore si ridusse alle dimensioni di una nocciolina e smisi di respirare.
-che...che cosa vuoi dire?-chiesi con le lacrime agli occhi.
Avevo aspettato per troppo tempi questo momento per farmelo strappare via così.
-io non sono Allison!Sono solo un messaggiero-
Io fissa i la figura che avevo davanti per un po',rimbambito.
Forse per troppo tempo.
Lei gesticolò come una matta per attirare la mia attenzione.
-hey!Guarda che io non sono mica qui in vacanza!-disse con disprezzo,cosa che mi sorprese-e tu..fuff...direi che la tua non è decisamente una vacanza-concluse guardandosi intorno.
-cosa intendi dire? Dove sono io?Dove sono i miei amici?-avevo così tante domande in testa che credevo che mi stesse per scoppiare da un momento all'atro.
Lei (o lui,che sia) mi guardò a lungo,forse valutando se era opportuno,o meno,rispondere alle mie domande;probabilmente optò per la seconda opzione perché guardò le lapidi che aveva davanti e mi invitò a fare lo stesso.
Io la affiancai deluso e osservai le tombe.
Quella con l'angelo era fatta di marmo bianco, mentre quella con il demone era fatta di marmo nero.
-che ci faccio io qui?-chiesi ancora.
Il messaggero rivolse gli occhi al cielo e sospirò ma non rispose alla mia domanda,non del tutto.
-TU devi scegliere Scott-mi disse puntando un dito prima su una e poi sull'altra tomba.
-che cosa dovrei scegliere?-in quel momento ero più confuso che mai ed esigevo delle risposte.
-devi scegliere se vivere...o morire.Lasciar vivere o lasciar morire...loro-
Puntò un dito verso la lapide bianca e la superficie si increspò mostrando delle immagini veloci ed indistinte ma riconobbi subito chi c'era nelle immagini...i miei amici.
Lidya,Stiles,Malia,Isaac,Liam...
Lesley.
Lesley...la ragazza di cui mi ero innamorato fin dal primo giorno in cui l'avevo vista,quando l'avevo conosciuta.Avevo imparato ad amare i suoi difetti e le sue debolezze.
-hey!Mister incantato!Forse tu ed i tuoi ospiti avrete pure l'eternità ma io no!Quindi ora ascoltami-
Io mi voltai verso di lei.
-i miei ospiti?-chiesi confuso.
Lei sbiancò di colpo e si portò una mano alla bocca.
Beccata pensai.
Lei chiuse gli occhi e fece dei respiri profondi poi riprese a parlare con una voce profonda e metallica,quando riaprì gli occhi erano quasi completamente bianchi.
-non mettermi alla prova Scott McCall.Io ti ho in pugno.Te.I tuoi amici.La tua famiglia.Tutto ciò a cui tieni di più. Fai come ti dico o tutto ciò che conosci giungerà alla fine,senza speranza di redenzione per nessuno.Le tenebre invaderanno il tuo cuore e la tua mente.La tua anima è mia.Tra pico lo sarà anche il tuo cuore.-
Disse e dal suo sguardo dedussi che aveva raggiunto il suo scopo.
Cercai di non mostrarmi spaventato ma evidentemente la mia faccia mi tradiva.
-Scegli-ordinò indicando l'altra tomba.
La superficie si increspò e io scorsi delle immagini orribili.L'America scossa da terremoti innaturali, eruzioni vulcaniche,tsunami e qualsiasi altra catastrofe naturale.
Poi l'immagine si fermò su una persona.Una ragazza.Aveva i capelli lunghi incrostati di terriccio misto a sangue nero e un'altra sostanza di color violaceo.
La ragazza era di spalle.Dalla maglia stracciata si intravedeva la pelle sottile e pallida lacerata in più punti.Dalle ferite sgorgava una sostanza densa e violacea.
Poi la ragazza sembrò accorgersi della nostra presenza perché si volto lentamente.
Quando ebbi visto il suo volto mi piegai in due e vomitai al di là della lapide.
Metà della sua faccia era letteralmente liquefatta e l'altra metà era cosparsa di piaghe orribili dalle quali sgorgava del pus violaceo.Del naso rimaneva poco e le labbra erano carbonizzate.
Dopo pochi secondi la povera malcapitata si mise ad urlare.
-voi!Voi mi avete fatto questo!Mostri!La Morte D'Argento!Voi l'avete creata!-gesticolò ed agitò i pugni putrefatti in aria con rabbia e si scagliò su di noi.Io caddi all'indietro credendo che l'immagine fosse reale,ma proprio in quel momento quella scomparve ed io tornai a guardare l'ombra di Allison.
-cos'era?-sussurrai.
Lei rise sotto i baffi e sospirò.
-il futuro-rispose semplicemente.
Poi si voltò e si allontanò.
-hey!aspetta!-Gridai alzandomi-che cosa intendevi per il futuro?-
Iniziai a correrle dietro ma mentre correvo più di una volta mi sembrò di vederla traballare,come una fiamma,come se non fosse reale.
Smisi di tentare di raggiungerla quando scomparve dietro a una lapide.
Mi guardai intorno ma quando mi girai invece di vedere un cimitero mi accorsi di essere in una città apparentemente abbandonata.
Le vetrine dei negozi erano in frantumi,alcune erano coperte da dei teli,le finestre delle case erano murate e avevano dei segni di bruciature lungo il bordo.
Quel posto mi dava i brividi.Dava l'idea di un vecchio manicomio abbandonato, e i manicomi...beh...diciamo che preferirei essere da tutt'altra parte.
Mi guardai intorno ma tutto ciò che vidi in più fu un boschetto,simile alla riserva di Beacon Hills,proprio dove prima c'erano le due lapidi,quella nera e quella bianca.
Mi avvicinai titubante e mi accorsi che era proprio la riserva di Beacon Hills.
Sentii un rumore alla mia destra e mi voltai di scatto intravedendo una figura che si allontanava tra gli alberi.
La seguii finchè non arrivò ad una radura con al centro un'enorme albero.
Per abbracciare il tronco probabilmente non saremmo bastati io,Stiles e Isaac. La chioma imponente impediva di vedere il cielo che,ne sono sicuro,era nero come la pece.
-Scott-una voce fin troppo conosciuta mi riscosse dai miei pensieri.
Mi voltai lentamente verso l'ombra della Blake trattenendo gli istinti omicidi.
-tu-sussurrai con voce tremante-che ci fai qui-
Lei mi sorrise sprezzante e si guardò in torno spaesata.
-beh...stavo per farti la stessa domanda-rispose ridendo.
Io la guardai confuso.
Indossava un abito nero e attillato, molto diverso da quello di Allison.
In mano aveva un grosso coltello sporco di una sostanza verdastra.Veleno.
-che ci devi fare con quello?-chiesi indicando il coltello ma tenendomi a debita distanza.
-oh-rispose lei guardando prima il coltello e poi me,aggrottando le sopracciglia.
-immagino...questo-
Non feci in tempo a registrare le parole che mi ritrovai a terra,con l'elsa dell'arma che mi sbucava dal petto.
Potevo sentire il veleno che scorreva nelle mie vene,bruciava come il fuoco, faceva tanto male che dalla mia bocca non usciva un suono;solo rantoli soffocati.
-beh...Scott-sussurrò la donna chinandosi sul mio corpo,scosso da violenti spasmi.
-credo che non sia l'ultima volta che ci vedremo... Ti aspetto-
L'ultima cosa che vidi fu il sorriso disgustoso della Blake, poi l'oscurità prese il possesso della mia mente.
Tutto ciò che ricordo dopo fu solo il dolore.

POV LESLEY
Inciampai imprecando in una grossa radice e mi ritirai in piedi in fretta.
Eravamo stati al cimitero ma non c'era traccia di Scott,quindi avevo sentito una voce nella mia testa che mi suggeriva di andare alla riserva...ma qui non c'era nessuno.
Mi voltai verso la luna piena e gridai.
Gridai come non avevo mai fatto prima.
Gridai al mondo la mia rabbia e la mia frustrazione. Un grido muto,ma tanto potente da svegliare il paradiso,e chiedere aiuto.Aiuto perché sulla terra da loro creata regnava l'inferno.
-Lesley!-gridò Stiles preoccupato raggiungendomi.
-si-sussurrai-sono solo frustrata...tutte queste voci nella mia testa...non porteranno a nulla-
Stiles mi guardò e io mi sbattei mentalmente una mano sulla fronte.
Scott era praticamente suo fratello...non avrei dovuto spegnere così le sue speranze.
Lo capii dal suo sguardo arrossato e deluso,forse deluso dal fatto che avessi mollato così facilmente la presa.
Mi voltai verso la radura che avevo davanti ma non aveva niente in più delle altre che avevamo "visitato" negli ultimi giorni.
-un'altro buco nella'acqua vero?-chiese Stiles osservando attentamente la radura cercando indizi invisibili del passaggio di qualcuno.
Io sospirai rumorosamente.Ogni volta che avvertivo delle...percezioni su determinati luoghi Stiles veniva sempre con me,nella speranza di trovare il suo migliore amico...ma ogni volta io lo deludevo.
Talvolta Lidya o qualche altro membro del branco mi aveva accompagnata, ma mai senza Stiles.
-meglio tornare da Melissa-disse Stiles voltandosi e incamminandosi verso la sua amata jeep azzurra.
Melissa era distrutta.Da settimane non avevamo uno straccio di notizia di Scott e ogni volta che portavo Stiles in "gita" con me lei insisteva per venire,con le lacrime agli occhi. Ma ogni volta eravamo costretti a insistere per farla rimanere a casa.
Anche se per miracolo avremmo ritrovato suo figlio,non sarebbe sicuramente stato lo stesso e sarebbe stata troppo dura per Melissa vedere Scott in quelli stato.
Con gli occhi che mi pizzicavano raggiunsi Stiles e senza dire una parola salii in macchina e sbattei la porta dietro di me.

POV MELISSA
Mamma.Mi voltai di scatto,lasciando quasi cadere la tazza di caffè che avevo in mano,ma non c'era nessuno.
Chiusi gli occhi e sospirai.
-sei solo stanca,sei solo molto stanca-sussurai a me stessa.
In quello stesso momento sentii la jeep di Stiles parcheggiare davanti a casa mia e il rumore di due portiere che sbattevano forte.
-hey-disse Stiles entrando in casa.
*dopo i recenti avvenimenti Stiles era venuto a vivere a casa mia...con il resto del branco*
-ciao-sussurrai affranta dato che non notai nessun'altro con loro...
-nulla?-chiesi anche se mi aspettavo già la risposta.
Lesley scosse la testa dispiaciuta e io sentii gli occhi pizzicarmi minacciosi di rompere la diga.
-scusate-sussurrai portando mi due dita sotto gli occhi per asciugare le lacrime.
Chiusi gli occhi e iniziai a singhiozzare.
Ogni lacrima versata era come una pugnalata in pieno petto.
La consapevolezza di dover restare in panchina,di non poter fare nulla,di essere inutile,mi uccideva.Come un mostro che divora lentamente le sue prede,mentre respirano ancora.
Poco dopo sentii delle braccia avvolgermi e scoppia i a piangere come una bambina di due anni alla quale hanno appena tolto il suo giocattolo preferito.
Piansi fino a farmi venire il mal di testa,dopodiché lasciai che l'oscurità prendesse il sopravvento su di me conducendomi ad un sonno privo di sogni.

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