13.

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POV LESLEY
New York era bellissima.O almeno lo era mesi prima.
Ogni catastrofe naturale si era abbattuta sulla città, che ora non era che un enorme rovina.
Le strade erano percorse da numerosissime e larghe crepe che rendevano ogni mezzo inutilizzabile mentre la temperatura sembrava abbassarsi di secondo in secondo.Alla fine della strada in cui ci eravamo fermati vidi una donna piegata su se stessa ma in un battito di ciglia era sparita.
-me che cosa è successo?-chiese Isaac,rabbrividdendo nel suo cappotto.
-non lo so...-la voce di Deaton mi giunse all'orecchio come un sussurro quasi impercettibile.
Scendemmo dal furgoncino bianco e prendemmo gli zaini.
-da questa parte-ci fece strada Deaton quasi in trance.
Attraversammo un infinito dedalo di strade deserte rabbrividendo per la bassa temperatura.
Camminavamo da circa venti minuti quando scorsi una figura che ci guardava,appostata all'ombra di un muro.
Mi avvicinai a Liam e gli sussurrai all'orecchio quello che avevo visto ma quando il lupo si voltò verso la donna,quella era sparita.
-calmati-disse-non c'è nessuno lì. Deve essere la stanchezza-
Io annuii poco convinta.
Dopo altri dieci minuti di camminata ci fermammo davanti ad un edificio che,all'apparenza, sembrava abbandonato.
-sei sicuro che sia il posto giusto?-chiesi a Deaton.
Lui non rispose.
Si limitò ad entrare nell'edificio con passo sicuro e noi non potemmo far altro che seguirlo.
Entrando le mie narici furono invase dall'intenso odore di muffa e stantio.
L'edificio aveva il soffitto basso e le finestre e le porte sbarrate donavano all'ambiente un'aria spettrale.
Deaton si diresse subito verso la rampa di scale davanti all'ingresso ma invece che salire le scale premette una specie di pulsante sul primo gradino che rivelò una scala sotto la scala che portava nell'oscurità.
-da questa parte-disse il veterinario in un sussurro appena udibile iniziando a scendere nel buio fino a quando non scomparve.Il rumore dei suoi passi sugli scalini era l'unico segno che c'era qualcosa la sotto e che non era scomparso.
Pian piano tutti ci avviammo,titubanti,verso la meta sconosciuta.

-wow-esclamai.
Alla fine della scalinata c'era un enorme laboratorio.Degli altissimi scaffali erano addossati alle pareti bianche,davanti a me c'era una fila di circa dieci tavoli che si concludeva con una scrivania di mogano.
-dive siamo esattamente?-chiese Liam ed io pensai che riflettessero alla perfezione le mie emozioni in quel momento.
Deaton si avviò sicuro verso uno degli scaffali trabocvanti di boccette e barattoli colmi di ogni tipo di liquido soprannaturale.
-siamo in un bunker-rispose il veterinario-una fortezza anti soprannaturalità-
Prese un barattolo contenente della cenere scura,lo aprì,si avvicinò alle scale e ne riversò il contenuto ai piedi dell'ultimo gradino.
-d'ora in poi nessuno entrerà o uscirà da qui-

POV SCOTT
alzai la testa lentamente.Mi trovavo di nuovo in un posto sconosciuto,ma che,in qualche modo,mi sembrava familiare.Poi un grido straziante riempì l'aria costringendomi a portarmi le mani alle orecchie e,purtroppo,riconobbi la voce.
Lidya
Sentii un tonfo e,seguendo il rumore,rimasi paralizzato.
Davanti a me c'era una ragazza,aveva i capelli castani ed ondulati e magnetici occhi color cioccolato.
Purtroppo per me riconobbi anche il ragazzo che la stringeva con delicatezza fra le braccia forti e che la pregava di non andarsene.Ero io.
Mi voltai.Conoscevo già l'epilogo della storia.

Percorsi all'incirca due chilometri,poi caddi in ginocchio e urlai.Avrei voluto urlare fino a farmi scoppiare il cuore,fino a lacerarmo le corde vocali,ma non ne ebbi il tempo.
-Il dolore...l'arma più potente di tutte.È capace di frantumare l'anima di una persona senza il minimo sforzo.Dico bene Scott?-
Io mi guardai intorno ma ero circondato dal nulla.Non c'era nessuno lì.
Mi convinsi che era stata un'allucinazione uditiva e non ci feci caso,fino a quando una forza invisibile mi alzò da terra e iniziò a stringermi il collo.
-TI HO FATTO UNA DOMANDA!NON SOPPORTO CHE LA GENTE MI IGNORI,CI IGNORI È TEMPO CHE TU LO CAPISCA!-
la voce graffiante e metallica mi rimbombava nella testa mentre la vista si affievoliva e tutto svaniva.
L'ultima cosa che sentì fu una risata metallica.

POV EMILY
Il bunker andava bene.Era confortevole ed attrezzato.Avevamo a disposizione ognuno una nostra camera da letto e un bagno,la dispensa sembrava rifornita per sfamare un esercito.
In meno di settantadue ore la mia vita sociale,il mio futuro,la mia famiglia,mi erano stati strappati via per scoprire che mio fratello era posseduto da due pazzi psicopatici e mi voleva morta.Praticamente la cosa più confortante che avessi sentito negli ultimi giorni.
Passavo la maggior parte del tempo nella mia stanza a piangere,a urlare,come uan teenager impazzita...
Un giorno,di mattina prestissimo,mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto.
Come va Emily?Carino quel pigiama.Spero ti piaccia il mio regalo,alzati e vai nel tuo bagno.
L'ho messo sul l'asciugamano che hai usato ieri per asciugarti i capelli.
Rimasi pietrificata da quelle parole.
Immobile sul mio letto mi guardai intorno,ma non c'era nessuno.
Un altro messaggio,sempre dallo stesso numero.
È inutile che mi cerchi, sappiamo entrambi che non mi troverai mai.
A quel punto ero talmente scioccata che avrei potuto avrei un attacco isterico.
Mi raggomitolai sotto le coperte sussurrandomi che era un sogno e che mi sarei svegliata.
Andiamo,sai che se questo fosse un sogno sarei stato molto più creativo.
-basta,ti prego,smettila-dissi mentre lacrime calde mi solcavano il viso e qualche singhiozzo sfuggì dalle mie labbra.
Ma non capisci?Io non posso smettere. Apri il regalo e capirai.
Piansi per circa venti minuti,finché mi decisi ad andare in bagno.
In effetti,come aveva preannunciato il messaggio,sopra l'asciugamano rosa c'era un pacchetto del medesimo colore,completo di fiocco e bigliettino viola.
Presi con mani tremanti il bigliettino e lessi.
Te l'avevo detto no?che avrei potuto essere più creativo.
Gettai il biglietto nel water e girai lo sciaquone.
A quel punto mi avvicina i al pacchetto.
Era fatto con molta cura,niente imperfezioni o macchie, era talmente perfetto che avevo paura a scartarlo.E,inoltre,la possibilità che le mani di mio fratello avessero toccato quell'oggetto rese tutto più reale.
Dirai il nastrino del fiocco,che si sciolse dolcemente.
Scartato il pacco aprii la scatola.
Dentro c'era una riproduzione identica alla collana che Scott mi aveva rubato da bambini.Avevo cercato quel bellissimo ciondolo a forma di lupo per mesi,senza trovarlo.Alla fine mi ero arresa ma,intanto,il fatidico ciondolo era scomparso da anni.
Vicino alla catenina c'era anche un altro bigliettino.
Credevo che ti sarebbe potuto servire,sai,per i tuoi poteri.
Firmato leijah.

*spazio autrice*
Ooookayy scusate per l'assenza ma ho avuto molto da fare.
Comunque so che questo capitolo fa schifo e mi scuso in anticipo per gli errori o se il capitolo fa davvero ribrezzo è solo che è sera tardi e non ho ispirazione.
PS.qualsiasi critica o consiglio saranno benaccettissime

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