Due giorni dopo ero nell'ingresso dell'ospedale con Stiles.
Melissa ci aveva mandato un messaggio dicendoci che Scott era stato dimesso e noi,dopo la scuola,ci eravamo catapultati sulla jeep di Stiles e ci eravamo precipitati all'ospedale per riportarlo a casa.
Stiles era nervoso.Si vedeva dal modo in cui si guardava in giro continuamente o da come si tormentava le mani sudate.
-hey-dissi-che hai?-
Lui per tutta risposta mi rivolse uno sguardo che diceva "tu non capusci niente" con gli occhi color nocciola ristretti a due fessure e le labbra socchiuse.
Il rumore di passi e voci che si dirigevano verso di noi mi distolse dai miei pensieri.
Volsi lo sguardo verso il corridoio.
Scott e Melissa ci stavano raggiungendo mentre discutevano animatamente.
Notai che Scott si reggeva su due stampelle ed aveva la gamba avvolta da una spessa fasciatura.Ad ogni passo faceva una leggera smorfia di dolore e mi si strinse il cuore perché dopotutto era stata tutta colpa mia,credo.
Scott insisteva sul fatto che doveva tornare a scuola il giorno dopo mentre sua madre replicava che il dottore gli aveva prescritto almeno tre giorni di riposo.
-Ma non mi servono tre giorni di riposo!Sto bene!-diceva Scott gesticolando,per quanto le stampelle glielo permettevano.
-io dico che in qualità di infermiera e,ancora più importante,in qualità di tua madre ho il diritto di costringerti a casa per tre giorni!Quindi niente discussioni!-replicò Melissa.
Raggiungemmo la jeep di Stiles con Scott e la madre che discutevano.
"Adesso basta"pensai.
-e va bene!facciamo un compromesso!-proposi.
-tu-dissi indicando Scott-resterai a casa per due giorni e niente obiezioni-aggiunsi quando Scott aprì la bocca per parlare.
-e lei-dissi indicando Melissa-dovrebbe essere meno apprensiva versi suo figlio.Ha 17 anni.Può badare a sé stesso-
Quando ebbi finito Melissa mi lanciò uno sguardo furioso.
-dai,andiamo,siamo in ritardo,Deaton ci starà già aspettando-disse Stiles nervoso dopo un paio di minuti di silenzio.
-in ritardo per cosa?-chiesi curiosa ed insospettita.Tutta questa storia mi puzzava.
-niente che ti riguardi-rispose evasivo il ragazzo.
"Ok,è ora di sputare il rospo"pensai,presi Stiles per la felpa e lo portai con me in una angolo più appartato.
-hey...Hey...HEY!-protestò il moro-così finirai per strapparmi i vestiti di dosso!-gridò.
-ascoltano bene-dissi minacciosa-io non ho idea di che cosa stia succedendo in questa città ma so solo quello che ho sentito mentre ero 'pseudo-svenuta' e tu e Lidya parlavate di...lupi mannari...dread doctors e altre cose che non capirò mai ma se c'è una cosa di cui sono sicura è che Scott non sta bene come vuole far credere.Correggimi se sbaglio-finito il mio discorsetto guardai Stiles dritto negli occhi.
Il povero ragazzo,messo alle strette,si arrese.
-e va bene!Credo che dovresti venire con noi...-
Tornammo da Scott e Melissa che ormai erano le 17:30 e,ci ricordò per l'ennesima volta Stiles,eravamo in ritardo.
Io e Stiles aiutammo Scott a salire sulla jeep,saluttammo Melissa che rientrò in ospedale per finire il turno dopodiché io mi sedetti dietro e Stiles alla guida.
-allora,vieni con noi?-mi chiese Scott.
-sembra di si-risposi improvvisamente spaventata dall'idea di ciò che stavo per scoprire.
Scott sospirò sconfitto.
-sarà una luuuuuuunga notte-disse nervoso Stiles.
Dopodiché mise in moto e partimmo diretti dal famoso Deaton.Dopo pochi minuti la jeep azzurra di Stiles parcheggiò davanti ad una clinica veterinaria.
Aiutammo Scott a scendere e poi ci dirige mo verso la porta.
-ok-mi disse Stiles-voglio che,dopo aver saputo tutto,tu non inizi a sclerare e a gridare al mondo la nostra pazzia.Siamo intesi?-
-tranquillo-risposi a mia volta con serietà-non sclererò-
Purtroppo avevo una certa idea di cosa mi stavano per dire...e non mi sarebbe piaciuto saperlo.
Entrati nell'edificio ci accolsero le grida furiose di un uomo sulla quarantina,scuro di pelle e senza un capello in testa.
-DOVE DIAVOLO SIETE STATI?!AVETE IDEA DI QUANTO VI ABBIA ASPETTATI?!STAVO INIZIANDO DAVVERO A PREOCCUPARMI!!-gridò la persona che riconobbi da una targhetta sulla camicia come il dottor Deaton.
-scusaci abbiamo avuto un...imprevisto-disse Stiles indicandomi.
Il dottore sembrò cogliere al volo la situazione, come se ci fosse già passato.
-si...certo...forza,da questa parte-
Deaton ci condusse in una stanza con al centro un tavolo di metallo,dietro di esso c'erano vari mobili colmi di boccette piene di sostanze a me sconosciute.Sopra i tavoli ci erano due grandi schermi luminosi,evidentemente servivano ad illuminare le radiografie.
-dunque...-iniziò Deaton
-oh...oh io sono Lesley-dissi io-io e mio padre ci siamo trasferiti qualche giorno fa-
-bene...-Deaton fece una pausa probabilmente cercando le parole adatte per spiegarmi quello che stava succedendo.
-tu non vivi nel mondo in cui credi di vivere-disse Deaton guardandomi serio ad incrociando le mani sul petto
-il vero mondo è pieno di pericoli ed esseri pericolosi...come lupi mannari,banshee,kanima,coyote mannari,Jaguari mannari-continuò così per almeno dieci minuti ma la mia mente si erano fissate su due parole:lupi mannari.
Era una sera tranquilla lí a Kansas city.
Lesley era nella sua stanza a leggere un libro prima di andare a dormire,sua madre stava riordinando la cucina e suo padre stava guardando la TV.
Era uno di quei giorni in cui la tensione si poteva tagliare con un coltello,era palpabile nell'aria.
I genitori di Lesley avevano litigato di nuovo perchè la madre diceva che il giorno dopo le sarebbe servita la macchina del marito e lui replicava che non poteva fare sempre come voleva lei e che non badava ai suoi bisogni.
Lesley era irrequieta.Il rapporto ormai fragile dei suoi genitori rischiava di frantumarsi.Ed in quel modo sarebbe andata in frantumi anche la sua bolla tutta rose e fiori.
Lesley era salita nel momento in cui suo padre aveva iniziato a lanciare vasi contro la parete di fronte mentre la madre cercava di calmarlo.
Era ormai quasi mezzo'ora che non sentiva volare una mosca quando sentì la finestra della cucina aprirsi di scatto e sua madre urlare.
Corse subito al piano di sotto e assistí ad una scena che non avrebbe mai più cancellato dalla sua mente.
Sua madre era a terra,gli occhi spalancati rossi come il fuoco, i suoi denti e le sue orecchie erano lunghi e appuntiti così come le sue unghie.
Era bloccata a terra da un pugnale nella gamba e uno nel braccio destro.Non poteva muoversi.
Sopra di lei un uomo con le zanne e gli artigli,meno grandi di quelli della madre,puntava i suoi occhi gialli splendenti sul volto della donna e ringhiava.
La ragazza non poteva fare nulla.Rimase lí a guardare con gli occhi pieni di orrore e nel naso l'odore acre del sangue.
Sollevò un braccio e Lesley notò che gli artigli del mostro si stavano allungando a dismisura.
-NO!!-gridò disperata la ragazza portandosi le mai alla bocca.
Ma ormai era troppo tardi.
L'uomo abbassò gli artigli acuminati sul collo dell'alpha che smise di lottare e si accasciò ai piedi dell'uomo.
La ragazza gridò disperata e arrabbiata.
Urlò come mai aveva fatto prima mentre gli occhi di sua madre mutavano da un rosso accieso ad un marrone scuro.
A poco a poco la vista le si appannò per le lacrime.
Intanto l'aggressore era scomparso ma Lesley non riusva a fare altro che rimanere immobile con le mani sullo stomaco come in procinto di vomitare.
Ad un certo punto delle braccia forti la avvolsero e la portarono nel salotto contro la sua volontà.
Lesley si sedette sul divano,si portò le ginocchia al petto ed iniziò a singhiozzare.
Non poteva credere che sua madre fosse morta.Sua madre che le aveva promesso che le sarebbe stata accanto per tutta la sua vita.Sua madre che le aveva sempre detto di essere forte,di saper difendersi.Ma ancora di più non poteva credere a ciò che aveva visto.
Non riusciva a dargli una spiegazione logica a sensata e rimurginando su questi pensieri non si accorse che suo padre le si era seduto accanto.
-dov'eri?!-gli urlò contro-dove'eri mentre quella...cosa uccideva tua moglie?!Mia madre!-
Lui non sembrò sorpreso da quella reazione anzi,Lesley poteva leggere nei suoi occhi la disperazione e il dolore;ma ancora di più la consapevolezza di non aver potuto fare niente e all'improvviso si maledisse per ciò che aveva appena detto.
-papà io...-iniziò ma suo padre la bloccò subito.
-no,hai ragione...mi sono fatto mettere fuori gioco troppo facilmente-disse con amarezza.
La ragazza mlsi fece coraggio e sputò il rospo.
-cos'era?-chiese con la voce rotta dal pianto.
Il padre la guardò con serietà dopodiché rispose che non era ancora pronta,si alzò dal divano e la lasciò da sola con mille dubbi in testa.
-les!les mi segui?-Deaton mi guardava con preoccupazione e io risposi di si.
-bene-sentenziò Stiles-ora sai la storia... ora ti dobbiamo dire una cosa sul nostro...gruppo...-disse guardando Scott in attesa che parlasse.
-tutto ciò che ha detto Deaton è vero...ma è vero anche che tu conosci molte di queste creature-disse con cautela,come se potessi esplodere da un momento all'altro.
-dai Scott facciamola finita qui-disse Stiles guardandomi con serietà-Malia è un coyote mannaro,Kira è una kitsune,Lidya è una banshee,Isaac Liam e...e Scott sono lupi mannari...-
Io guardai Scott con gli occhi sbarrati e colmi di orrore.
-no...dimmi che non è vero-sussurrai allontanandomi lentamente.
Non volevo credere che proprio lui appartenesse alla...razza che mi aveva portato via mia madre.
-dimmi che non è vero!-gridai allontanando mi ancora.
-no!Hey Les!Ascoltami!Noi non facciamo del male alla gente!Te lo posso assicurare!-gridò di rimando Scott.
Ma era troppo tardi.Mi avventai verso l'uscita.Uscii in strada e corsi,corsi il più lontano possibile da quella'edificio maledetto e dalla verità delle parole che ancora mi rimbombavano in testa.
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Let All Go
أدب الهواةLa rossa si portò le mani alle tempie mentre milioni di voci insinuanti le sussurravano all'orecchio,le sussurravano una storia,una condanna,una maledizione,una profezia che parlava di morti,di dannazione eterna,della perdizione,dell'inferno nei cuo...