Era colpa di Niall. Era tutta colpa sua se alle dieci di sera mi dovetti vestire per andare a prendere del cibo al Mc Donalds.
Aveva detto che stava male e che non si poteva alzare dal letto, mi aveva chiamato per chiedermi se potessi andare a prendergli un paio di Mc Menù.
Il Mc Donalds era dentro un enorme centro commerciale, dove c'erano tantissimi altri negozi. Avevo già indosso il mio pigiama che dovetti cambiare per prendere la macchina e guidare fino al centro commerciale.
Misi in moto la macchina e partì notando che Harry non era in casa.
Chissà cosa faceva lui nel tempo libero, oltre che a pensare a se stesso e al suo corpo.
Ripensai nella mia mente al menù che Niall mi aveva detto per telefono, aveva detto due Mc Menù, con due 1955 e due porzioni di patatine grandi, le crocchette di pollo e la coca cola. Non dubitavo del fatto che sarebbe riuscito a mangiare tutto.
Diceva che era andato sul pesante per un paio di serate, mangiando da Nando's, e che oggi voleva andare sul leggero mangiando al Mc Donalds.
Si erano fatte le undici di sera, mentre il traffico di New York mi bloccava sulla strada. Non ci voleva, c'erano almeno venti macchine messe in coda per via di un incidente. Avrei voluto fare marcia indietro ma altre dieci macchine erano dietro la mia.
A Niall non sarebbe arrivato subito il panino.
Verso le dodici e mezza, riuscì ad arrivare al centro commerciale. Molti negozi erano già chiusi, pochi erano rimasti aperti. Il Mc Donalds era uno di questi, data l'immensa fila, che io avrei dovuto fare per il biondo.
Cercai di ammazzare il tempo giocando a Candy Crush Saga o guardando le persone mangiare, ma non funzionava.
Avevo bevuto tantissimo, la mia vescica stava scoppiando, non avevo bevuto caffè e sembravo una barbona assonnata. La stanchezza mi stava mangiando viva, oggi non era per niente stata una giornata facile, avevamo avuto molti clienti al supermercato e fare lo stesso lavoro per tantissime ore di fila non migliorava la situazione.
Lasciai la fila e corsi in bagno, se non fossi andata via, molto probabilmente l'avrei fatta in mezzo alla fila e avrei fatto scappare tutti, alla fine non era una cattiva idea, mi sarei sbrigata prima.
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Aprì gli occhi trovandomi seduta sulla tazza del water, cosa era successo? Diedi un occhiata all'orologio, le quattro del mattino.
Mi alzai velocemente dandomi un'occhiata intorno, non c'era nessuno in bagno.
Uscì dalla porta notando davanti a me un centro commerciale senza un filo di luce. Mi maledissi mentalmente per guardare American Horror Story.
Quel posto metteva i brividi, quasi a paragone con la casa stregata di Halloween, ma quella niente avrebbe potuto batterla.
Cambiava anche il fatto che nella casa con me c'erano Zayn, Niall, e Harry.
Mi avevano chiuso all'interno del centro commerciale, avrei dovuto aspettare l'indomani mattina all'apertura per uscire.
Sentì un rumore, come dei passi, che si facevano sempre più intensi e vicini, cercai un posto dove nascondermi ma l'unica soluzione era correre.
Agitai velocemente le mie gambe facendole muovere sul marmo fresco del pavimento, fino a quando non caddi a terra dopo aver sbattuto contro qualcosa.
Mi girai e scoprì che non si trattava di qualcosa, ma di qualcuno.
"Che cosa ci fai tu qui?" Harry si era fatto male alla testa, ci eravamo scontrati in una maniera brusca. Era assurdo, chiusa qui dentro, stanca, assonnata, presa dal panico e pure con Harry?
"Cosa ci fai tu qui?" Ero piuttosto sorpresa di vederlo, alle quattro di notte, in un centro commerciale.
"Niall mi ha mandato a prendere del cibo credendo che a quest'ora il Mc Donalds fosse aperto, poi mi sono perso e sono arrivato qui un'oretta fa, in tempo per vedere quel coglione del proprietario chiudermi qui dentro, tu?" Provai a non ridere alla sua storia, anche se la mia era di gran lunga più imbarazzante.
"Ehm, diciamo che mi sono addormentata." Balbettai guardandomi intorno alla ricerca di una porta o di un fascio di luce.
"Beh, che si fa?" Chiese lui dopo un attimo di silenzio.
"Aspettiamo, domani mattina qualcuno ci verrà a prendere." Dissi stringendomi più a me stessa per cercare di non sentire freddo.
"Oh non se ne parla," si interruppe quando il suo telefono suonò nella sua tasca. Girò l'angolo senza nemmeno guardarmi in faccia e iniziando a parlare ad alta voce con la persona dall'altra parte del telefono.
Stava urlando, ormai. Rigirò l'angolo comparendo davanti ai miei occhi mentre rimetteva il suo telefono in tasca.
Regnava il buio, eccetto per qualche finestra dove entrava un pò di luce lunare, anche con quella pochissima luce lui era perfetto. Non avrei mai immaginato di pensare queste cose, ma era più forte di me.
"Se vuoi ti dò una foto, così dura di più." Era bellissimo, ma poi apriva bocca e rovinava tutto.
"Puoi anche evitare di scherzare." Alzai gli occhi al cielo.
"Beh, è l'unica cosa che posso fare qui, se non lo hai notato, principessina, siamo rinchiusi in un cazzo di centro commerciale senza poter uscire." Si avvicinò moltissimo al mio viso mentre urlava.
"Certo che lo so, genio." Protestai.
"Adesso sei tu quella che scherza." Incrociò le braccia al petto. Se quello che avremmo fatto per tutta la notte era litigare me ne sarei volentieri ritornata al cesso.
"Io non scherzo con te, non sei un tipo che mi fa divertire." Risposi guardandolo dritto negli occhi con un'aria di sfida che sembrava non divertirlo.
"Perché tu pensi che io ti trovi divertente? Per favore, sei insopportabile, non ti svaghi mai e fai sempre la perfettina." Almeno era stato sincero.
"Si vede che non mi conosci per niente." Dissi disgustata, spostai lo sguardo verso terra, non volevo incontrare di nuovo il suo.
"Ti conosco abbastanza per sapere che non ti sopporto." Quella telefonata lo aveva cambiato, prima non era di questo umore. Mi chiedevo chi avesse mai avuto il potere di cambiargli l'umore in un battito di ciglia.
"Fidati, è reciproco, e non penso tu abbia qualcosa da perdere." Dissi più che convinta delle mie parole, non c'era persona che odiavo più di lui.
"Avevo un impegno importante sta sera e mi ritrovo chiuso qui dentro con te." Stavamo veramente litigando per una sciocchezza? Che poi, per cosa stavamo litigando?
"Permettimi di fare il nome del milione di altre persone con cui preferirei stare ora come ora." Conclusione? La colpa era di Niall.
Cambiai peso da una gamba all'altra, lui si voltò di spalle, ignorandomi. Iniziò a camminare, allontanandosi da me.
Forse era meglio se rimanevamo uniti, ma non mi sarei mostrata fifona, non gliel'avrei data vinta.
Avrei dovuto passare solo una notte qui dentro.
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TAN TAN TAAAAAN
VI PIACEREBBE ESSERE CHIUSE IN UN CENTRO COMMERCIALE CON HARRY EH EH EH.
ECCO QUI ANOTHER CAPITOLOOO, I'M COSI' HAPPY DI AVER PUBBLICATO QUESTA STORY. I HAVE TO DECIDERE IN QUALE LINGUA SPEAK CON YOU. VI PREGO DITEMI CHE LO FATE ANCHE VOI.
COSA PENSATE SUCCEDERA' NEL PROSSIMO CAPITOL? VIA ALLE IDEE.
RICORDATEVI CHE QUALUNQUE COSA FACCIATE DOVETE SEMPRE DARE LA COPA A NIALL. E' COSI CHE FUNZIONA. *MUSICHETTA FIGA*
DOMANDAS: DORMITE CON LA LUCE ACCESA O AL BUIO?
LUCE TUTTA LA VITA.
IO VADO A MANGIARE, COME SEMPRE, VIVA L'OBESITÀ.
ALL THE LOVE XX
-Friss
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Superhero [h.s.]
Fiksi Penggemar"Non ho mai voluto dei super poteri, ho sempre voluto che fossi tu a salvarmi invece che salvarmi da sola." _ [Questa storia è stata scritta interamente dalla sottoscritta, qualunque uso o copia di questo materiale senza permesso è severamente vieta...