Stiles sono tornato

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Sono in cucina e sento un buon odore di The. Comincio a vedere delle ombre, forse sto guarendo da solo. Continuo a stare seduto fino a sera. Le persone vanno e vengono senza parlare, sento la voce di Stiles che dice il mio nome a Scoot. 
-Stiles.-dico.
-si che c'è?-
-perché questo silenzio?-
-quale silenzio?-
-è da quando sono sveglio che vi sento parlare in lontananza.-
-non ci abbiamo pensato.-
-sono cieco da nemmeno due giorni e già non mi rivolgete la parola.-
-non dire così.-
-me ne vado.-
-ma se non ci vedi.-
-troverò il modo.-
Mi sforzo. Voglio seriamente andarmene, pensavo di aver trovato degli amici veri qua ma forse dopo tutto quello che è successo non riescono a fidarsi. Dopotutto anche io non mi fidavo di Stiles prima. Mi alzo e sforzo gli occhi per avere la vista da licantropo. Anche se di licantropo ho veramente poco, finalmente vedo, anche se mi devo sforzare costantemente per avere la vista. Vado verso la porta deciso ad uscire ma sbatto contro qualcosa. La polvere nera circonda c'è ancora. Spingo con tutte le mie forze, so di non potercela fare senza l'aiuto di qualcuno ma nessuno vorrà aiutarmi. Spingo e provo ancora. Vengo tirato indietro dal muro stesso. Riprovo ma non ci riesco la forza la uso solo per spingere e la vista se ne è andata via ancora. Spreco tutte le mie energie per spingere. Svengo.

Sono in camera di Scoot sul suo letto. Sono sdraiato e apro lentamente gli occhi.
-dove volevi andare?-mi chiede Stiles, c'è solo lui con me.
-via.-
-perché volevi andartene?-
-non vi servo più. Mi avete escluso non appena è finito tutto.-
-ma che dici? Ti stai ascoltando?-
-non voglio negarlo, io tengo a voi più di quanto tenga a alla mia vita.-
-ok ma allora perché te ne andavi?-
-se Scoot ti dice che tu non sei nulla per lui e che non sarai mai parte del suo branco?-
-sarei profondamente triste ma non è questo il punto. Il punto è che noi teniamo a te. Teniamo a tutti quelli del branco e nessuno rimane solo.-
-io sono già solo.-
-no. Non è vero.-
-smettila e lasciami andare.-mi alzo ed esco dalla porta. Corro verso il muro e ci batto dentro senza romperlo minimamente.
-ma che fai?-dice Scoot.
-no fermo. Ci voglio parlare io con lui.-dice Stiles.
-lasciatemi andare.-dico.
-perché?-dice Scoot.
-ti ho detto di farmi tentare.-interviene Stiles.
-a Ok scusa.-
-perché?-chiede Stiles.
-lasciatemi andare. Vi prego. Lasciatemi.-lo dico strusciandomi al muro e sedendomi per terra.
-va bene.-dice Stiles finalmente.
-no. Ma che fai?-
-voglio vedere fin dove arriva?-
-vuoi vedere fin dove arrivo?-dico.
Mi alzo e vado su un camera di Scoot ed esco dalla finestra. Vado nel bosco. L'unico posto dove vengo ascoltato. Mi siedo su un albero e mi scende una lacrima. Non so perché ma continuano a scendere. Piango.
-perché piangi?-mi chiede qualcuno. Mi giro e vedo Allison.
È tanto che non la vedo. Ogni volta che è vicino a me mi sento tranquillo.
-nulla.-dico.
-secondo me è successo qualcosa. Dai dimmi tutto.-
-Credo di aver appena rinunciato ai miei unici amici.- continuo a piangere.
-vieni con me e risolviamo tutto? Che ne dici?-
-ok. Ti seguo.-
Mi prende per mano e mi porta davanti la casa di Scoot ma io mi fermo.
-che c'è?-
-non credo che sia una buona idea Allison.-
Lei si avvicina e mi abbraccia, poi mi prende per le spalle e mi dice.
-andrà tutto bene non ti preoccupare.-
-m.-dico.
-Andiamo.-
Entriamo in casa e guardo immediatamente Stiles. Anche lui mi guarda ma rimane immobile. Io mi avvicino e lo fisso, letteralmente, poi lo abbraccio.
-scusa.-gli sussurro all'orecchio.
-di nulla.-
-scusami di tutto.-

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