Ho un mal di testa tremendo.
Matthew non mi risponde ai messaggi e cio mi preoccupa. È da ieri sera che nella mia mente rimbomba "A causa tua intendi? Bhe, si". Non riesco a capire cos'ha voluto dire con quella frase.
Poggio i piedi nudi sul pavimento e dei brividi mi percorrono il corpo all'istante.
Scendo a fare colazione come sempre. Dopodichè decido di mettere un jeans strappato solo alle ginocchia e una t-shirt bianca. Il tutto accompagnato dalle converse bianche basse. Pettino per bene i capelli, sciogliendo qualsiasi nodo. Mi trucco leggermente e sono finalmente pronta per iniziare questa giornata, o almeno credo di essere pronta.. Non so come comportarmi con Matthew quando lo vedró. Non è la prima volta che litighiamo. Ma questa volta, non so.. È diverso, questo litigio mi ha fatto pensare. Chiudo la porta alle mie spalle e quando mi volto rimango senza parole. Matthew è come ogni mattina in auto ad aspettarmi con il solito sorriso. Mi avvicino incredula.. Ero convinta fosse incazzato. Forse mi sono sbagliata, forse sono io che la faccio troppo tragica e mi preoccupo per niente.
«Giorno» mi fa appena siedo sul sedile del passeggero.
«È tutto okay?» gli chiedo osservandolo.
«Certo. A te?» mette in moto.
«Certo..»
Detto cosi sembra più una domanda che un'affermazione.
Continuo a fissarlo per capire se mi sta prendendo per il culo o è serio.
«Che c'è?»
Che c'è? E me lo chiede anche? È possibile che io abbia sognato tutto stanotte?
«Non so.. Sei sicuro che sia tutto okay?»
«Certo. Perchè non dovrebbe El?»
«No.. Niente» mi volto a guardare fuori dal finestrino lasciando che la musica alla radio occupi il silenzio imbarazzante che si era creato.
Arrivati a scuola, entrambi scendiamo dall'auto. Matthew non mi mette il braccio sulla spalla come ogni mattina e questo non fa altro che far crescere i miei dubbi.
Cammina di fianco a me con le mani nelle tasche e non apre bocca.
Qualcosa non va.
Vediamo i nostri amici in gruppo poco lontani da noi. Ci avviciniamo a passo lento e non appena ci vedono, sorridono.
«Allora, quanto manca al grande giorno?» mi domanda Nash mettendomi una mano sulla spalla.
«Soltanto 4giorni.» sorrido.
Continuiamo a parlare dei miei 18anni per un po fino a quando non vediamo arrivare Cameron e Lexi.
Corro ad abbracciare Lexi ignorando completamente Cameron. Torno al mio posto e per mia sfortuna, a noi si aggiunge Cece. Sbuffo non appena la vedo e Nash mi da una leggera gomitata. Possibile che quella gatta morta debba stare sempre con noi? Dio non la sopporto.
Lei si butta immediatamente fra le bracia di Cameron. Sposto lo shuardo da lei a lui che non sembra molto contento di vederla e cio mi calma un po.
Matthew alla mia sinistra mi fissa e poco dopo noto che anche Cameron lo sta facendo.
Cazzo guarda. Perchè non gira la faccia verso la sua fidanzatina?
Gli lancio un'occhiataccia ma sembra non farci caso, anzi, continua a scrutarmi.
Vorrei capire cosa provo davvero. Vorrei capire perchè con lui è diverso, e soprattutto, vorrei capire cosa prova lui. Sarebbe tutto più facile.
Saluto i ragazzi e ognuno entra nella rispettiva classe.
Matematica. Non solo sono negata in quella materia, ma per di più ci sarà Cameron ed io non ho voglia di vederlo. Prendo i libri di testo dall'armadietto che mi serviranno per la lezione ed entro nella classe gia piena. Tutti chiacchierano fra loro, altri invece hanno gli occhi attaccati allo schermo dei propri telefoni. Cerco con lo sguardo Cameron ma per mia fortuna, credo, non c'è. Mi siedo come al solito all'ultimo banco, accanto alla finestra. Amo restare a guardare per lunghi minuti il sole che batte forte sulle vetrate. Il professore entra e tutti noi studenti ci alziamo in segno di saluto.
Qualcuno bussa alla porta.
«Buongiorno Dallas. Puó spiegarci il motivo del suo ritardo?»
Oh no. È arrivato.
«Ho avuto un imprevisto.» fa Cameron senza nemmeno guardare il prof.
«Spero nulla di grave.. Si accomdi per favore.»
Mi guardo intorno e lui fa lo stesso.
Quello accanto a me è l'unico posto vuoto, ovviamente. Cazzo che sfiga!
Sposto la cartella dal banco e la poggio per terra per permettergli di avere il suo spazio.
Una volta fatto l'appello, inizia la lezione.
«Devo parlarti.» bisbiglia Cameron mettendo la mano davanti alla bocca.
Fingo di non aver sentito e non lo rispondo.
«Mi hai sentita?»
Continuo a ignorarlo.
«El cazzo rispondi!» continua.
Mi alzo dalla sedia causando un forte rumore «Prof posso uscire?»
«Faccia presto Wilson.»
Senza degnare di uno sguardo Cameron, corro via dall'aula.
Chiudo la porta dietro di me e poggio la schiena al muro.
Quel ragazzo deve smetterla.
Non puó fare cosi.
È la mia rovina.
Poco dopo la porta si spalanca e qualcuno esce.
*Fa che non sia lui. Fa che non sia lui. Fa che non sia lui.*
Mi volto e scopro che è uno studente. Tiro un sospiro di sollievo. Subito dopo la porta si apre un'altra volta. Io giro i tacchi e mi avvio verso il bagno. Non voglio sapere chi è.
«El, aspetta.»
Cazzo lo sapevo!
Avanzo il passo inutilmente perchè lo sento camminare dietro di me.
Metto la mano sulla maniglia della porta ma ad un tratto la sua è sulla mia.
Non posso non guardarle e sentire la sicurezza, l'energia dentro di me crescere.
Ma tutto questo è sbagliato. Quello che sento è sbagliato.
La tolgo immediatamente e mi volto per poterlo guardare negli occhi.
«Vai.» mi guarda male.
«Senti che hai non sei di buon'umore?»
«Cazzi miei. Ora vuoi parlare si o no?»
«Sai una cosa? Sei solo una stupida ragazzina che gioca a fare la principessina.»
«Tu, Cameron Dallas, mi hai dato della stupida. Tu a me?» scoppio a ridere.
«Senti chi parla» aggiungo.
«E dai Elvira, ammettilo. Vuoi sempre essere al centro dell'attenzione. Tratti Matthew di merda e mi usi. Giuro che se fai del male anche a mia cugina, finirà male.» mi fissa.
Sbaglio o mi ha appena minacciata? Chi si crede di essere!
Cerca di intimormi ma sta facendo l'esatto contrario.
«Oddio che paura.» fingo una faccia spaventata alzando le mani.
«Io non tratto male e non uso nessuno. Lexi è la mia migliore amica e tu non sai una beata minchia di me e della mia vita quindi non hai il diritto di giudicarmi.» dico tutto d'un fiato per poi fermarmi e ricominciare a parlare.
«Sai una cosa Cameron? Vai a farti fottere!» dico sbattendo un piede per terra e dargli una spallata.
Mi avvio verso la classe infuriata. Non posso ancora credere che mi abbia dato della stupida.
È solo un cretino e non merita la mia compagnia. Lui non sa niente di me. Non ne ha idea.
Sto per aprire la porta ma la campanella suona e non mi sono resa conto che le ore sono passate velocemente. I studenti escono dalle aule ed io rientro solo per prendere i miei libri e posarli nell'armadietto. Sbatto la porticina e mi trovo di faccia Shawn.
«El, che succede?»
Faccio un respiro profondo per calmarmi. In questo momento sarei capace di dare fuoco ad una casa.
«Nulla. La gente parla parla parla senza sapere, tutto qui.»
Sono stanca. Ultimamente le cose non stanno andando bene. Ci manca solo un litigio con Ally o Lexi.
«Seguimi.»
Lo seguo fino a quando arriviamo in un luogo della scuola, a me sconosciuto.
Mi guardo attorno e c'è tanto verde, alberi e prato ben curato; proprio come piace a me. Il tutto mi tranquillizza e Shawn si siede su una panchina facendo cenno di sedermi accanto a lui.
«Non ci sono mai stata qui» dico osservando la splendida natura che mi circonda.
«Questo perchè sono poche le persone a conoscenza di tutto questo. Matthew mi ha detto che ami la natura e quindi ho pensato fosse il posto adatto a te.» mi sorride.
«È bellissimo.. ma.. aspetta. Matthew ti ha parlato di me?»
Alla mia espressione cupa, Shawn sembra agitarsi e pentirsi di averlo nominato.
«Si.. Cioè, insomma, niente di importante.. Qualche volta.»
Resto a pensarci per qualche secondo e quando apro bocca per sapere cosa ha detto su di me, Shawn riprende a parlare.
«Ma ora passiamo a te. Ti va di dirmi cos'è successo?»
«Non so se dirlo cambierebbe qualcosa»
«Sicuramente no. Ma aiuterebbe a sfogarsi, non credi?»
«C'è una persona che mi fa uscire fuori di testa.»
«In senso positivo o negativo?»
«È proprio questo il punto. Non lo so. Forse entrambi..»
«Mh.. E questa persona sarebbe?»
«Bhe..»
La campanella suona annunciando la pausa pranzo e cio mi rende felice. Finalmente questa giornata sta giungendo al termine.
«Sarà per un'altra volta. Ma mi raccomando, non abbatterti El. Sei una ragazza forte.» mette una mano sulla mia spalla e mi sorride dolcemente.
Lo abbraccio e lui ricambia stringendomi forte.S/A.
E con questo capitolo vi auguro una buonanotte e mille grazie per i commenti meravigliosi nel capitolo precedente.😍
Siete fantastici ed io mi sento fortunata ad avervi!💘
Notte di nuovooo, vi voglio bene💘💘
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Hold my hand.
FanfictionElvira Wilson, testarda, orgogliosa e decisa. Tormentata da un passato oscuro e pieno di critiche. Ha vissuto tutta la vita tra aeroporti e valigie. Una nuova vita la aspetta a Los Angeles. Una famiglia perfetta ma che pretende troppo dalla 17enne...