Io e Matthew ci scambiamo un' occhiata veloce e subito dopo il mio amico va via lasciando me e Taylor da soli.
«Vai» gli dico.
«Ecco, bhe io.. Prima peró, prometti che questa cosa che sto per dirti resterà tra noi, okay?»
«Okay. Che succede?»
«Prometti El»
Sbuffo «E va bene, si, prometto. Ora parla»
«El, ei El, quiii» urla Lexi alle mie spalle.
Mi volto e la vedo agitare la mano per farsi notare. Le faccio cenno di venire e poi mi volto verso Taylor che sembra essere nervoso.
«Parliamo la prossima volta, okay?» gli metto un mano sul braccio.
«Va bene» dice per poi andare via quasi correndo.
Lexi mi raggiunge.
«Qualcosa non va?» mi chiede.
«Non lo so.. Era strano.» dico guardando Taylor andare via.
«Chi? No aspetta, prima, devo dirti una cosa importantissima»
Lascio perdere lo strano comportamento di Taylor e mi concentro su Lexi.
«Glie l'hai gia detto?» fa Ally avvicinandosi a noi.
«Mi spiegate cosa sta succedendo?»
«Dai, diglielo» dice Ally sorridendo.
«Okay, allora» fa un respiro profondo «Ho deciso di farmi avanti con Taylor.» esclama battendo le mani e aspettando da parte mia una reazione simile alla sua. Ottiene l'esatto contrario.
«Di farti avanti? Scusate ragazze ma io continuo a non capire.»
«È da un po che guardo Taylor con occhi diversi e più passano i giorni, più mi rendo conto di quanto è carino.» dice sospirando.
«Ee?» la incito a continuare.
«E quindi voglio fare io il primo passo.»
«Ma aspetta, non eri tu che mi dicevi di stare attenta a Taylor Caniff perchè è il tipo che ci prova con tutte?»
«Si, insomma.. Si è cosi, ma voglio vedere se con me è diverso.»
«Ah..» è tutto quello che riesco a dire. Ho paura che possa farla soffrire ed io non riuscirei a sopportarlo.
«Ah?» fanno in coro entrambe.
«Che vuoi dire con "ah" El» chiede Ally.
«Niente, è solo che.. Sta attenta, okay? Non voglio vederti star male a causa sua»
Lexi mi sorride e un attimo dopo mi stinge in un abbraccio.
«Grazie» mi sussurra ancora abbracciata. Restiamo cosi per qualche secondo.Sono appena tornata a casa dal pattinaggio e mi sento letteralmente a pezzi. Sarà per le 3ore trascorse li ad allenarmi duramente o magari per i pensieri che ho per la testa.. È da stamattina che penso a cosa stava per dirmi Taylor. Sono una persona troppo curiosa e devo ammettere che odio essere cosi. In Italia alcuni amici mi organizzarono una festa per i miei 17anni, ero cosi curiosa di sapere quali regali mi avessero fatto che alla fine dopo tanti sforzi, riuscìi a scoprirli. Tutti, nessuno escluso. Mi sentii soddisfatta del mio lavoro ma da una parte anche dispiaciuta.. Non c'era più alcuno sfizio. Nonostante questo, non sono affatto cambiata. Non so come mi ritrovo a pensare a Cameron.. Mi chiedo se gli sarà mai passato il mio nome per la mente in tutti questi giorni che non ci siamo parlati. Cosa starà facendo in questo momento? Probabilmente starà con Cece. Il solo pensiero di quei due appiccicati mi fa venire il vomito.
Lascio perdere questi pensieri e guardo fuori dal finestrino. Sono ancora nel bus. Mi guardo attorno e capisco che finalmente sono quasi a casa. Nemmeno due minuti e sono fuori. Amo viaggiare nei mezzi pubblici ma fino a un certo punto. Dopo un po l'aria inizia a farsi pesante ed è insopportabile.
Tiro fuori dal borsone le chiavi di casa e apro la porta.
«Sono a casaaa» urlo.
Annuso l'aria e subito capisco che mia madre è qui. Sento l'odore della carne, è inconfondibile.
Corro in cucina.
«El» fa mia madre venendomi ad abbracciare.
Le sorrido non appena si stacca.
«Ho preparato una cosa che ti piacerà» dice tornando ai fornelli. Mia madre è un'ottima cuoca e mi sento fortunata ad averla.
«Gia indovinato» le faccio un occhiolino.Dopo la squisita cenetta, raggiungo la mia camera al piano di sopra. La mia cara cameretta da letto che ho amato dal primo istante in cui l'ho vista. Getto il borsone per terra senza far caso a dove va a finire e mi lancio a peso morto sul letto.
Prendo il telefono dalla tasca e scrivo un messaggio a Matthew.
-Che fai?
-Affacciati alla finestra e lo scopri.
Sorrido mentre leggo il messaggio e di fretta mi metto a sedere sul letto per poter avere una visuale migliore.
Eccolo li il mio amico.
Davanti casa mia seduto sul letto della sua camera.
Mi saluta con la mano ed io ricambio.
-Interessante quello che fai.
Gli scrivo. Poco dopo lo vedo digitare qualcosa sullo schermo sorridendo. Non posso non sorridere anch'io, è dolcissimo.
-C'è qualcosa di più interessante da fare?
-Mh si, direi proprio di si.
-Tipo?
Ci penso per qualche secondo e riprendo a scrivere.
-Tipo vieni qui.
Digito per poi tornare a guardarlo. Lui fa lo stesso.
Scuote la testa e si alza sorridendo.
È scomparso. Credo, e spero, stia venendo qui o altrimenti lo ammazzo se mi fa aspettare inutilmente.
Intanto vado a spogliarmi. Porto queste scarpe da stamattina, i miei piedi cacceranno fumo. Deciso di mettere qualcosa di più comodo, e per 'comodo', intendo il pigiama.
Indosso velocemente una semplice canotta e un pantaloncino. I fantasmini al piede ed esco dal bagno.
«Cazzo di paura Matthew!» faccio appoggiando la testa alla porta non appena sono nella mia stanza.
Matthew è steso sul mio letto col telefono tra le mani e non mi ha notata neanche. Per lui immagino sia una cosa assolutamente normale farsi trovare nella stanza di qualcuno cosi, all'improvviso.
«Matt?»
Tutta la sua attenzione è rivolta a quel maledetto telefono.
Odio non essere calcolata dalle persone.
«Matthew?» mi avvicino.
«Allora vediamo un po.. chi è la fortunata?» gli prendo il telefono dalle mani e corro per la stanza inseguita da lui.
Entrambi ridiamo come i pazzi col fiatone. Chiunque ci vedesse in questo momento, penserebbe sicuramente a quanti chilometri di corsa ci siamo fatti.
Sono in trappola con le spalle all'armadio. Alzo il braccio col telefono nella mano verso l'alto per cercare di permettergli di prendere l'aggeggio pur sapendo che è più alto di me e di conseguenza non dovrebbe fare alcuno sforzo.
Matthew si ferma a guardarmi. La sua attenzione passa all'istante dal telefono a me. Mi sento a disagio ed è la prima volta con lui.
Si avvicina lentamente sorridendo come se avesse un piano. È in questi momenti che mi piacerebbe avere il potere di riuscire a leggere le menti delle persone.
È sempre più vicino.
Mette entrambi le mani ai lati delle mia testa intrappolandomi tra l'armadio e se stesso.
Mi guarda dritto negli occhi senza mai spostare lo sguardo.
Lo vuole si o no il telefono? A questo punto glie lo restituisco con piacere. Non mi sento a mio agio in questo momento. Gli oscuro la vista mettendogli il telefono davanti agli occhi. Dopo qualche istante fa un passo indietro.
Comincio a sentirmi meglio.
«Allora? Mi dici chi è lei?»
«Che t'importa?»
Non mi guarda neanche. Sembra sia offeso o forse deluso e non ne capisco il motivo.
Voleva il telefono? Bhe l'ha ottenuto. Ora che vuole?
«Eiei calmo. Che hai spesso questi sbalzi d'umore?»
«A causa tua intendi? Bhe, si.»
«Come scusa?»
«Hai capito bene.»
Non so cosa rispondere. Non capisco cosa intende per quel "a causa tua". Cosa centro io? Ho fatto qualcosa di male?
«Matthew..» mi avvicino a lui ma si sposta immediatamente.
«Devo andare» apre la porta e va via senza lasciarmi il tempo di capire cosa cazzo è appena successo.S/A.
Buongiornooo!!💘💘
Volevo farvi una domanda a cui mi piacerebbe ricevere risposte sincere.. Come vi sembrano i capitoli? Noiosi, belli, emozionanti? Aahahah fatemi sapere, la vostra opinione conta molto per me!!✨Buona scuola a tutteee📚✨
Vi voglio bene💘
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Hold my hand.
Fiksi PenggemarElvira Wilson, testarda, orgogliosa e decisa. Tormentata da un passato oscuro e pieno di critiche. Ha vissuto tutta la vita tra aeroporti e valigie. Una nuova vita la aspetta a Los Angeles. Una famiglia perfetta ma che pretende troppo dalla 17enne...