Edward Skull Death

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'Erano le 10:00 di sera. Ero seduta sulla panchina del parco della città col mio fidanzato. Il parco era deserto. Il mio fidanzato cominciò a corteggiarmi e io feci il suo gioco. Dopo esserci scambiati complimenti amorevoli ci mettemmo a limonare. Fummo interrotti da un fruscìo poco lontano dalla panchina. Inizialmente avevamo pensato che fosse uno scoiattolo, ma non lo era. Continuammo con quello che avevamo interrotto. Interruppi nuovamente la bella azione per chiedere al mio fidanzato se anche lui avesse sentito odore di zolfo. Annuì e a quel punto sentì un sussurro distorto: 'Questa è la vostra ultima serata'. Mi spaventai, sentendo come un fuoco accendersi e l'odore di zolfo diventare odore di bruciato. Ma quell'odore di bruciato era strano. Il mio ragazzo mi tranquillizzò dicendomi che era solo un'effetto della mente,suggestione. Credeva fosse il vento, ma sarebbe stato meglio scappare, per entrambi. Ma noi, scettici com'eravamo, rimanemmo lì. Il mio ragazzo decise di mettere un pò di musica dal suo cellulare per tranquillizzare l'atmosfera. L'idea mi era piaciuta. A qualcun'altro non piacque per niente. Non fece neanche in tempo a mettere la nostra canzone preferita, Without Me di Eminem, che il telefonino immediatamente prese fuoco. Gridai e fece lo stesso il mio ragazzo che lanciò il telefono, esplodendo all'impatto col suolo. Capimmo che stava succedendo qualcosa di anormale. Ci alzammo dalla panchina e ci mettemmo a correre senza una meta, bastava allontanarsi verso un posto sicuro. Con la coda dell'occhio avvertii più che vedere qualcosa alzarsi e correre alla nostra destra per poi fermarsi. Noi continuammo a correre senza pensar a niente. Di colpo, il mio fidanzato gridò quasi senza più fiato e s'accasciò a terra. Io mi inginocchiai, urlando a squarciagola il suo nome. Non rispose. Mi ci volle una manciata di secondi per notare che aveva un falcetto conficcato nella schiena. Non ressi più e piansi appoggiando la testa sulla schiena del mio ragazzo sporcandomi la guancia di sangue. Sentii sulle foglie secche i passi di qualcosa che si avvicinava, e alzai lo sguardo per vedere il carnefice del mio ragazzo. Ero sicurissima che fosse lui. Commisi il gravissimo errore di guardarlo in faccia. Nere scarpe innaturalmente lunghe, tunica nera con cappuccio. Ma fu il suo volto a lasciarmi sconvolta. Non aveva nulla di umano, di vivo. Un teschio. Un orribile teschio. Denti aguzzi, orbite vuote che mi fissavano, brandelli di carne marcia che emanava fetore gli pendevano dagli zigomi e dal mento. Le sue mani erano degne del suo volto. Grandi, pendevano anche dalle falangi pezzi di pelle, e in una mano reggeva un uncino, incrostato di sangue nero. Tentò di colpirmi con quell'uncino, e non so con quale fortuna lo schivai. Presi a correre verso la macchina. La mia mente era in subbuglio. Vedevo quell'orribile viso demoniaco a scatti velocissimi nel mio cervello, ma nonostante ciò salii nella macchina del mio fidanzato e scappai in casa. Mi chiusi in camera a chiave e le visioni del mostro continuavano nella mia mente a enorme velocità. Non facevo altro che pensare al mio povero ragazzo.

Forse questa storia vi sembrerà un'invenzione di una ragazza malata che, magari, uccise il proprio ragazzo inventando una storia assurda per coprirsi. Ma non è così. Io non posso vivere con quell'immagine del mostro che mi gira in testa. E il mio ragazzo... penso sempre a lui, a quel falcetto infilzato nella sua schiena.

E voi, mamma e papà, scusatemi per quello che sto per fare, ma DOVETE capire. Non posso contiuare a vivere con questo tormento.

Addio.'

Questa è la lettera di una ragazza trovata suicida in camera sua. Lei afferma che ad uccidere il suo ragazzo fu un demone. Storia vera o frutto di una mente malata? A voi la decisione'

Questo è un'articolo di giornale del 2002. La città e le vittime sono state rese anonime per motivi di privacy. Ma il demone di cui parla la storia... Quali sono le sue fondamenta? Esiste veramente?

Era il 2001. Il signor Eeward Ddath era pronto per andare al suo giornaliero lavoro in pizzeria. Si era trasferito da 3 mesi in quella cittadella,li lavorava meglio che in Romania. Aprì la porta della sua casa ,uscì e la richiuse a chiave. Si incamminò verso la viuzza piena di vialetti che prendeva per andare a lavoro. Stava camminando tranquillamente ,finchè un'urlo non interruppe i suoi pensieri ,veniva dal vialetto vicino ,egli si precipitò vrso il luogo da cui proveniva l urlo e lì trovo 2 uomini che stavano pestando un'uomo. Il signor Eeward li richiamò,comandandogli di fermarsi,ma loro lo insultarono dicendogli: 'Va al diavolo,rumeno del c***o'. A quel punto il signor Eeward si sentì percosso da uno strano brivido che per lui era..... PIACEVOLE! Si sentiva invincibile,si sentiva forte e inbattibile. Nessuno poteva fermarlo. Così si diresse verso i bulli e cominciò a sua volta ad insultarli pesantemete. I due persero il controllo e tentarono di mollargli un pugno più forte che potevano,ma il signor Eeward gli prese,con grande velocità,le mani e gliele strinse così forte da farli gemere per il dolore. A quel punto i due s'accasciarono a terra per il dolore e il signor Eeward gli diede una marea di calci sulla faccia,così tanti che i due vennero deformati in volto. Il signore picchiato dai bulli s'alzò e scappò per paura d'essere malmenato anche lui,mentre scappava,il signor Eeward noto che aveva una ferita nel fianco destro. Poi abbassò lo sguardo ai 2 bulli. A quel punto il signor Eeward restò a guardarli e,subito dopo,un brivido gli percosse la schiena. 'Cosa ho fatto? Perchè?!' domandò terrorizzato. A quel punto decise di andarsene in pizzeria e di dimenticare la faccenda. Ma come poteva dimenticare 2 ragazzi a terra,tramortiti e col volto sanguinante e deformato per i troppi calci. Come poteva non vedere il sangue sulle sue scarpe. Ma in fondo,era contento di quello che aveva fatto,si sentiva bene,in fondo. Infine decise di andare in pizzeria e di spacciare il sangue per salsa. Avrebbe detto che la bottiglia di salsa gli era caduta e si era schizzato le scarpe. Infatti così disse a lavoro. La giornata lavorativa fu normale,il signor Eeward,però,anche se lavorò normalmente e senza incidenti,non poteva scacciare via quelle immagini dalla testa. All' 1:30 di mattina finì il suo lavoro, salutò i colleghi e uscì. Quando uscì,però,notò 2 sagome umane davanti a lui,avanzarono e la luce del palo li illuminò,erano i due bulli. Avevano il volto completamente diverso,deformato. Avevano un coltello. Il primo,quello disarmato,s'avvento su di lui dandogli colpi forti nella pancia,così forti da colpirgli l'intestino. A quel punto lo strano ma piacevole brivido lo ricolpì e si sentì di nuovo intoccabile,invincibile. Così il signor Eeward colpì il bullo con un pugno netto nello stomaco. L'altro armato di coltello volle intervenire,ma il signor Eeward gli prese il braccio e glielo rigirò,spezzandolo. Il sangue gli correva via come l'acqua di un fiume in piena. In quel momento,il signor Eeward Prese il primo bullo e lo spinse in strada. In quel preciso istante arrivo un camio con cisterna che investì in pieno il bullo. Il signor Eeward si sentì vittorioso,ma ad un tratto qualcosa lo colpì nella nuca,era il coltello del primo ragazzaccio,che aveva il braccio sinistro ancora funzionante. Il sangue colò dalla nuca del signor Eeward,che cadde a terra morente. Intanto alla sua sinistra il ragazzaccio stava scappando,zoppicando e tenendosi il braccio destro,e alla sua destra c'era il corpo del secondo ragazzaccio,che,ormai,il suo volto era diventato una massa di carne rossa informe. Quindi irriconoscibile. Mentre il signor Eeward moriva,il sentimento di rabbia lo consumamva come il fuoco consuma la legna da ardere. A quel punto il signor Eeward chiuse gli occhi e la sua anima scivolò via dal suo corpo.

CREEPYPASTA 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora