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Oggi è il grande giorno. Guardo su google maps come arrivare dalla stazione all' università.
Mi stampo il percorso, si sa mai, sono una campionessa nel perdermi.

Arrivo davanti al polo chimico biomedico: il Mammuth, che nome buffo , penso e mi metto a ridere da sola.
Vi è una marea di ragazzi, molti sono accompagnati .. chi dai propri genitori, chi da amici/ fidanzati. Io sono da sola e l' ansia devo dire che mi divora!

Entro dentro l' università.
È la prima volta per me . Ha un aspetto totalmente diverso dalla mia vecchia scuola.
Sono emozionatissima. Non solo per l' esame che tra poco devo fare, ma anche perché solo l' essere qui, mi fa sentire più grande!

Seguo le indicazioni verso l' aula assegnata al mio cognome, la D5, fuori dalla quale trovo dei professori con un elenco in mano.

Fanno il mio nome. Mi faccio avanti, consegno i documenti, prendo la busta con il test e mi dirigo verso il posto che mi indicano.. vicino ad un ragazzo con la camicia azzurra... aggiungerei molto carino.

Mi siedo, camicia azzurra mi guarda con la coda degli occhi e sorride. 'Sorride??? Perché?? Ho qualcosa che non va?? ' penso.
Stanotte non ho dormito molto per l' agitazione, chissà come sarò presa male. Non mi sono nemmeno truccata. Ahhhh.. la mia mania di uscire di casa senza prima guardarmi allo specchio. Aiuto.

Dopo essere stati in un silenzio imbarazzante a fissare il vuoto per dieci minuti, lui inizia a parlare:
"Ah ti pareva che sto test iniziava all' ora giusta! Dai che dopo le dieci di sera i treni per casa mia non passano più."

Mi guarda e continua "che corso vorresti frequentare?"
"Fisioterapia, ma se non dovessi entrare ho pensato di iscrivermi a farmacia, tu?"
"Nahhhh.. Io se non dovessi passare questo test, ci riproverò direttamente l' anno prossimo, se ne avrò ancora voglia".
Ride.
Ha un tono di voce rilassato e tranquillo.
Sembra essere qui per fare un favore alla comunità.
'Si sarà fatto una canna prima di entrare, non può essere così tranquillo in un momento del genere', penso sorridendo tra me e me.

Continuiamo a parlare.
Ha un accento davvero particolare, buffo ma simpatico.
Mi racconta del suo anno in America una volta finito il liceo, dei suoi hobby, dei suoi amici delle superiori e perfino delle tantissime stronzate fatte insieme a loro a scuola per far incavolare i prof.

Mai un minuto di silenzio.
Nel frattempo, cerco di rimanere sempre di profilo, convinta ancora che prima avesse sorriso perché il mio aspetto avesse qualcosa che non andava. Forse sono un po' troppo paranoica, lo ammetto.

Iniziamo l' esame. Entrambi cerchiamo di concentrarci e rispondiamo freneticamente alle domande.

Mi rendo conto che non ci siamo nemmeno presentati.
Cerco di sbirciare il suo nome mentre firma.
Lui finisce prima di me, mi saluta con l' occhiolino e un 'in bocca al lupo', consegna e se ne va.

Spero tanto di trovarlo fuori dall' aula una volta uscita. Entrambi dobbiamo raggiungere la stazione, così avremo l' occasione di conoscerci di più.

Una decina di minuti più tardi consegno il test anch' io.
Esco, ma di lui nessuna traccia.

Dentro di me ci rimango un po' male. Speravo davvero di ritrovarlo qui fuori. E invece non lo rivedrò mai più!

Torno a casa ripensando a questo incontro, è stato strano. Non mi è mai capitato di trovare un perfetto sconosciuto con cui sentirmi subito così in sintonia; è riuscito senza nessuno sforzo a mettermi a mio agio; di solito ogni istante penso a cosa dire l' istante successivo per evitare silenzi imbarazzanti e poi finisco puntualmente per dire qualche sciocchezza.
Con questo ragazzo, invece, parlare è stato naturale.
Peccato che la probabilità di rivederlo è davvero molto bassa.

Arrivata a casa chiamo subito la mia migliore amica, Giorgia e le racconto tutto.
Possibile? ci siamo scordati la cosa che normalmente si condivide per prima cosa..il proprio nome. O magari a lui non interessava? Sicuramente sarà stato così .. Altrimenti me l' avrebbe chiesto, mi avrebbe aspettata fuori finito il test.. a questo incontro non ci avrà ripensato nemmeno per un momento.
Io il suo nome me lo ricordo eccome.
Provo a cercarlo su Facebook, scorro la lista ed eccolo li.
Potrei fare l' investigatrice privata... mi congratulo con me stessa.

Curioso sul suo profilo.. alcune sue foto sono visibili al pubblico. Ne approfitto per salvarne una e spedirla a Giorgia, non vedo l' ora di avere un suo parere.

Caspita, è proprio un bel ragazzo.

Mi torna in mente il suo accento e un sorriso ebete mi si stampa in faccia.
È la mia fine.

Orgogliosa come sono non gli chiederò mai l' amicizia per prima, ma devo trovare un modo per rivederlo!
Vado a letto per non pensarci più.
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Oggi esce il risultato del test di ammissione.
L' ansia oramai ha posseduto il mio corpo e non ne vuole sapere di lasciarlo in pace!
Controllo il sito inserendo la password fornitami. 
Vicino al mio nome vedo la scritta
'non ammesso'.

Una fitta allo stomaco e scoppio in lacrime. Mia madre cerca di consolarmi, in fondo mi sono impegnata e può capitare al primo colpo di non passare, ma non c'è consolazione che tenga, un' estate passata sui libri a fare quei maledetti quiz non è servito a niente.

Mi sento davvero stupida.

Il già poco ottimismo tipico del mio carattere si è preso un volo per la Thailandia senza ritorno.

Mi convinco che iscrivermi e frequentare la facoltà di farmacia per un anno sia la scelta giusta.

Ci riproverò l' anno prossimo.

Destini a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora