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"Volete spiegare anche a noi cosa succede? mi sto davvero stufando!" Mi rivolgo ai miei genitori duramente.
" Questa sera non è il momento." Mi risponde mio padre.
"Non è il momento?? Quando sarà il momento papà?"
"Con calma e col tempo vi spiegherò tutto ragazze. Vi dico solo che so di aver sbagliato in tante cose. Ma sto cercando di rimediare. Davvero."

Non mi basta.
Ho voglia di sapere di più.

Poi aggiunge. "Per stasera vi basta sapere che sono tornato a casa e che Matilde starà da noi per un periodo. Vi prego di accoglierla come una sorella"

Sono confusa. Confusa e arrabbiata. Lui che ricompare nella nostra vita.. mia madre che non ne sembra stupita.. Questa ragazzina che ha portato con sè.

Il mio sguardo si sposta su Matilde.
Da quando è arrivata  non ha mai pronunciato una parola. Ha lo sguardo abbassato e si nota che è terrorizzata dalla situazione che la circonda.

'Poverina, chi sa qual è la sua storia e perché papà l' ha portata a stare con noi..la sua famiglia non poteva occuparsi di lei?' penso.

Mi fa molta tenerezza. Non l' abbiamo accolta proprio nel migliore dei modi.
Le chiedo se vuole seguirmi per il tour di quella che sarà anche casa sua per un periodo. Per la prima volta cede a un sorriso e mi fa un cenno di sì con la testa. Con il visetto più sereno è ancora più carina. Desy mi guarda con stupore ma non replica e decide di unirsi a noi. Lasciamo i nostri genitori da soli.. sicuramente avranno tantissime cose da dirsi.
Aiutiamo Matilde a portare la sua valigia nella stanza degli ospiti, che si trova esattamente di fianco alla mia. Purtroppo questa stanza non è proprio adatta a una bambina, essendo predisposta delle sole cose essenziali per un ospite.. adulto : un letto singolo, un armadio e una sedia. Manca sicuramente una scrivania, una libreria, uno specchio e sicuramente del colore perché il colore attuale, un grigio chiaro, mette davvero tristezza.

Torno nella mia stanza e mi butto a letto, sono le 22.14 minuti appena.
Che serata!

Nonostante io sia stanchissima non riesco a prendere sonno, quindi prendo il cellulare sperando che mi aiuti a conciliare il sonno.
Di solito funziona.
Ma questa volta no. Mi rendo conto di avere diversi messaggi non letti. Quattro messaggi sono da parte di Giorgia, che mi aggiorna riguardo la sua super serata di ieri sera in discoteca. Altri due messaggi sono di Luca.

Senza quasi accorgermi compongo il suo numero e dopo qualche squillo sento la sua voce.
Avrei proprio voglia delle sue forti braccia attorno a me.. Uno di quei abbracci che durano minuti, in grado ti risollevarti nei momenti più bui della tua vita. Presente?

"Anna ciao! Che fine hai fatto?"
"Se ti dicessi che ho bisogno di vederti mi prenderesti per pazza?"
"Cos' è successo? "
"Ti spiego tra poco. Passo da te."

So che forse domani mi pentirò di questa cosa, ma Luca è l' unica persona fuori dalla mia famiglia che conosce la storia riguardo a mio padre. E io devo parlarne con qualcuno.
Ho bisogno di lui.

"Mamma, io escooo!!" urlo ad alta voce.
"Aspetta, dove vai?" Mi risponde mia madre.
"Esco a farmi un giro. Ho bisogno di prendere aria."
"A che ora torni?" Mi chiede mio padre.

Ironico.

Fu questa la domanda che gli feci io prima che scomparisse dalle nostre vite.
"Tranquillo papà, non ci metterò 5 mesi come qualcuno!"
Esco di casa senza aspettare una sua risposta.

Salgo in macchina. Traggo un respiro profondo. Odio me stessa per aver risposto in malo modo a mio papà. Prima, non me lo sarei mai permessa, ma adesso.. beh adesso le cose sono diverse.

Accendo la radio. Vorrei guidare per ore e ore e ore. Mi rilassa. Mi aiuta a pensare. Una volta arrivata sotto casa di Luca alla radio passa "Fix you" dei Coldplay. Li adoro. Alzo il volume quasi al massimo. Nonostante abbia già raggiunto la destinazione, rimango in macchina per ascoltare tutta la canzone. Appoggio la testa al volante e rimango immobile così.

I miei occhi si riempiono di lacrime tanto da non poterle più controllare. È incredibile come una canzone riesca a toccarci l' anima in questo modo.

Luca apre la porta e vedendomi con gli occhi gonfi e rossi, mi abbraccia forte senza dire nulla. Mi tiene stretta a se. Non devo avere un bellissimo aspetto.

Con un tocco leggero mi sposta i capelli dietro all'orecchio e a bassa voce mi sussurra "I will try to fix you ".
' Avrà sentito che in macchina ascoltavo questa canzone? Ma che importa.' penso.
Le parole giuste, al momento giusto.

Lo guardo. Sorrido. Sapevo che avrebbe saputo farmi stare meglio.

I nostri sguardi si fondono, le nostre labbra anche. Sento un fuoco dentro.
Ci trasciniamo senza staccarci nella sua camera da letto. Gli tolgo la maglietta di dosso, lui toglie la mia e mi slaccia senza difficoltà il reggiseno. In pochi istanti, ci ritroviamo uno sopra l' altro con addosso solo la voglia di appartenerci come una volta, di nuovo.

Squilla il cellulare. È mia mamma. Sarà preoccupata. Dovrei risponderle.
Luca non è molto d' accordo e fa di tutto per distrarmi. Mi riempie di piccoli baci l' orecchio e lungo il collo, poi si sposta in giù. Ok, ha vinto. La richiamerò dopo.

Le sue mani scorrono sulla mia pelle facendomi provare dei piacevoli brividi che si espandono su tutto il corpo.

Sfiora con la lingua i miei capezzoli che si irrigidiscono al tocco umido. Mi riempie. Il dolore lascia spazio al godimento. Si muove dentro di me, su e giù .. Prima piano e delicato, poi sempre più rapido .. fino a che non raggiungiamo insieme l' apice del piacere.
Rimaniamo uno di fianco all' altro abbracciati.
I nostri respiri affannosi si calmano. Poggio la mia testa sul suo petto e crollo in un sonno profondo.

Destini a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora