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Oggi è il primo giorno di lezione nella facoltà di farmacia. 'Come passerà quest' anno? Incontrerò nuove persone.. Riuscirò a farmi degli amici? E gli esami?'
Mille domande vagano nella mia testa..

Scendo dal treno alle 12.20 e cammino per circa 30 minuti prima di arrivare al dipartimento di matematica e fisica.
La fortuna ha voluto che proprio il mio corso, in quanto troppo numeroso, venisse spostato in questo edificio, piccolo, buio, con delle sbarre alle finestre..lo trovo molto simile al mio vecchio liceo, il che non mi entusiasma molto.

C è una giornata soleggiata e fuori dalla facoltà molti ragazzi stanno già facendo amicizia, con in mano un caffè o una sigaretta.

Mi scruto intorno, ma non conosco nessuno.

Sono travolta da un mix di emozioni. Paura. Ansia. Entusiasmo. Non sono per niente brava a socializzare con le persone che non conosco, uno sguardo o una parola sbagliata e io mi chiudo a riccio.
Do la sensazione di essere una ragazza forte, altezzosa, forse, perché sto per i fatti miei, ma in realtà è una maschera che indosso per pura timidezza!

Certo è, che mi devo sforzare di superare questo mio limite, così mi avvicino a due ragazze per chiedere in quale aula si terrà il corso di farmacia.

Mi dicono che anche loro sono iscritte.

Giulia è di Verona, capelli scuri, pelle candida, sorridente e molto timida, aveva fatto il test per veterinaria ma non è entrata. Ilaria invece, di Porto San Giorgio, bionda, sorrisone da 32 denti, aveva provato medicina, senza successo anche lei. Mi tiro su il morale, credevo di essere l' unica ad aver scelto questa facoltà per ripiego!

Arrivano le 14, le seguo in aula magna, essendo l' unica aula tanto grande da contenerci tutti e 440 e ci sediamo tutte e tre vicine.

Le prime due ore passano con il professore di anatomia che ci spiega tutto il programma dell' intero semestre, dell' esame e del fatto che dovremo sapere il libro a memoria perché altrimenti, dice lui, non si farà nessuno scrupolo a bocciarci, anche se dovessimo rifarlo per la decima volta. Non sembra minimamente scherzare, quindi nel mio quaderno, sulla prima pagina, in grande scrivo il nome e l' autore del libro che lui ci ha consigliato, in modo da andare una volta finite le lezioni in libreria per ordinarlo.

Siamo durante l' intervallo. Io sono seduta sul banco e chiacchiero del più e del meno con le due ragazze, che devo dire, a pelle mi stanno davvero simpatiche.
Per me è fondamentale il primo impatto con una persona. Se non c è subito intesa, difficilmente con il tempo cambia qualcosa. E sono felice di aver trovato dal primo giorno due persone come Giulia e Ilaria.

Ilaria mi fa notare che da due ore c' è un ragazzo in fondo all' aula che fissa dalla nostra parte, io mi giro ma nello stesso istante lui sposta lo sguardo.

Accidenti, mi prometto sempre di prenotare una visita da un oculista ma rimando di continuo.
Anche se non lo vedo proprio benissimo, mi sembra di averlo già visto da qualche parte.
Mi scuso con le ragazze , mi alzo con la scusa di andare in bagno e gli passo vicino.

Lo guardo.
Alto, fisico asciutto, capelli mossi e spettinati, occhi verde acqua. È Lui. Camicia azzurra. Aaron.

Fa finta di non vedermi. Appena torno in classe, mi sento seguita dal suo sguardo e me lo confermano anche Giulia e Ilaria. Racconto loro di come l' ho conosciuto. Vorrebbero che andassi li a salutarlo.. ma scherziamo? Non è proprio da me. Ho sempre lasciato che il primo passo fosse fatto dagli altri e di certo non farò diversamente.

La lezione ricomincia e ogni tanto mi giro a guardarlo. Qualche volta i nostri sguardi si incrociano. Ha un foglio sul banco ma non credo abbia preso molti appunti dato che la sua penna dalla bocca non l' ha mai spostata.
Immagino che stia lì sempre per il favore alla comunità intera. Sorrido.

Vedo Ilaria impegnata a strappare un pezzetto di carta, scarabocchiare qualcosa dentro per poi passarmelo. <se non vai dopo a parlargli ti ci porto io di peso :D >
Ne sarebbe capace? Non credo. O forse si? In fondo non posso dire di conoscerla molto.
Ma come faccio? Che gli dico? 'Ehi ciao, vedo che mi guardi ma non ti degni di salutarmi nemmeno?'

Alla fine della lezione, mi convinco di presentarmi. Metto via in fretta le mie cose, lui però è stato più veloce di me e se ne è già andato.

Gli piace proprio scomparire nei momenti migliori, eh? Mannaggia!

Destini a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora