il viaggio

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Veniamo a lui. Il viaggio.
Qualsiasi ansioso che si rispetti odia viaggiare. Inizierà con largo anticipo a indagare sulla città o Paese verso cui si dirige, e già una settimana prima stilerà una tabella di marcia cui i compagni dovanno rigorosamente attenersi pena il loro sclero.
Data l'enorme dose di Signorina Ansia cui è sottoposto, l'ansioso tenderà a viaggiare il meno possibile.
Immaginatevi quindi che felicità sia per me, che canto in una band, ritrovarmi di tanto in tanto a dover partire in giro per l'Italia, talvolta anche su van per strade impervie in giro per posti sconosciuti. Della serie che preferirei una martellata sui mignoli.
Per non parlare del notevole stress cui sono sottoposti i miei amici, che loro mal grado devono avere a che fare con le mie catastrofiche previsioni e i miei sbalzi d'umore.
Certo, detta così sembro più matta che ansiosa ma viggiuro sono solo amabilmente "ansiopatica" (come amo autodefinirmi).
Certo, c'è di buono che sono anche autoironica. Non è perciò infrequente che, nel mezzo di un attacco della Signorina Ansia, mi prenda in giro da sola (attenzione: questa è un'arte imparata di recente dopo anni e anni di addestramento, per cui "don't try this at home" o rischierete davvero di mandarvi in tilt il cervello).
Non é però altrettanto infrequente però che io non riesca a gestirla.
In quel caso, quando arriva, le apro la porta, mi lascio abbracciare e aspetto.
Che-tanto-poi-mi-passa.

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