la costanza (che non ho)

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Una delle cose che mi è da sempre mancata, proprio sin da bambina, è la costanza.
Lunatica come sono, è facile che una cosa mi venga a noia repentinamente, e io l'abbandoni per lunghi periodi (o a volte per sempre).
Questo è il principale motivo per cui non ho mai imparato a suonare uno strumento, nonostante sia una cantante.
La voce è un dono che ho a prescindere, ma imparare uno strumento mi risulta impossibile.
Ordine e disciplina, avete presente? Ecco, io non ce li ho.
Con la mia aria sempre un po' trasognata e svanita, perdere la concentrazione è un attimo, e i buoni proposito di miss-sono-una-ragazza-modello vanno a farsi fottere.
Ora, ad esempio, non scrivevo più qui da due mesi.
Sono la maga delle (dis)apparizioni, la fatina della fuga...
Mi circondo di mille parole o di profondi silenzi.
Passo dal fare una cosa fino allo spasmo al non volerne più sapere per giorni, mesi, e perché no, anni. Forse anche per sempre.
So bene che non è affatto facile starmi dietro. Ma non lo è nemmeno per me. Alti e bassi come su una montagna russa.
Io, io che ho sempre odiato le giostre, mi ci trovo sopra.
Ecco, se c'è una cosa che invidio ad alcuni è la costanza. L'essere capaci di fare e rifare sempre le stesse cose. Con la stessa pazienza laboriosa con cui una formica crea il suo formicaio.
Con la stessa tenacia di una ballerina che prova e riprova gli stessi passi finché le gambe non reggono, finché i piedi sanguinano.
Ma io sono io.
Voi siete voi.
E quella è tutta un'altra storia.

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