Capitolo 11

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Harry

La mia famiglia era caduta nel baratro. Un grosso macigno ci era crollato addosso e non sapevamo come toglierlo. Erin sembrava un cadavere, Lily non aveva più il sorriso e si sentiva sola quando giocava, Evelyn faceva di tutto per studiare il caso e io cercavo in tutti i modi di distrarre le mie principesse.

Erin si era finalmente addormentata sul nostro letto. Mi ero sdraiato con lei, l'avevo coccolata e le ripetevo che si sarebbe risolto tutto. Lily era andata a dormire presto quella sera e per un po' l'avevo sentita piangere, così le avevo letto una favola della buonanotte.

Non avevo intenzione di andare a dormire, sarei rimasto sveglio tutta la notte per aiutare Evelyn che, da tutto il giorno, stava lavorando su quei dannati fogli.

La notizia si era divulgata molto velocemente. Su twitter mi arrivavano messaggi da tutto il mondo, le fans erano disperate, i giornalisti pretendevano un'intervista e Simon non sapeva come controllare la situazione.

-Ci sono ancora giornalisti- mia madre era affacciata alla finestra della cucina che dava sul giardino davanti. Si era preparata una tazza di caffè ed era intenzionata a restare con me tutta la notte.

-Dovrò chiedere alla sicurezza di tenerli lontani- sbuffai sedendomi accanto ad Evelyn. Le avevo detto che se era stanca potevamo continuare la mattina dopo, ma lei era intenzionata ad andare avanti.

-Mi dispiace dirlo, ma dalla nostra parte ci sono molti lati negativi-

-Cosa intendi?- corrugai la fronte e guardai Evelyn.

-Ho esaminato alcuni documenti medici...- quel pomeriggio avevo provveduto a cercare tutto il necessario per la madre di Erin -...e non ho trovato niente di buono. Simon è stato ricoverato in ospedale...due volte-

-La prima volta non era ancora nostro figlio. Aveva bisogno di aiuto o sarebbe morto di freddo-

-Va bene, ma la seconda?-

-E' stato un incidente che-

-E' meglio che tu racconta la verità...- mia madre intervenne venendosi a sedere di fronte a me -...E' stato un incidente, è vero. Ero presente quel giorno, Harry...- non sapevo perché mia madre mi stava facendo quelle domande -...Tu ed Erin avevate appena avuto il vostro momento d'intimità. Quando siete venuti in cucina, eravate ancora sotto l'effetto dell'eccitazione. Tu eri seduto sullo sgabello e lei sopra le tue gambe. Quando Simon è corso fuori tu hai trattenuto Erin-

-Stai cercando di dirmi che è colpa mia?!- non potevo credere alle mie orecchie. Mia madre mi stava dando la colpa di tutto.

-Non sto dicendo questo. Evelyn è un avvocato, deve sapere tutta la verità-

-L'ho trattenuta per pochi secondi, l'incidente sarebbe successo comunque!-

-Forse sì o forse no...- Evelyn intervenne e lanciò un'occhiata a mia madre -...Il fatto che tu abbia trattenuto Erin gioca a nostro sfavore, ma possiamo evitare questo dettaglio. Come avvocato posso omettere qualcosa, l'importante è che tutto torni-

Il giorno stabilito per il processo era il giorno di Natale. Sarebbe stato il Natale più brutto di tutta la mia vita.

-Vado in giardino. Ho bisogno di rimanere da solo- cominciavo a non respirare dentro quella casa. Mi alzai dallo sgabello, baciai la fronte di mia madre e andai in giardino. Le luci di Natale illuminavano l'esterno della casa, i decori erano fissati per bene sulle pareti e il vischio pendeva dalla lampada per esterno.

Mi sedetti sulla sedia a dondolo a due posti e cominciai a guardare le stelle, pensando a tutto quello che era successo nelle ultime ore. Mi mancavano Simon e Kevin, sentivo come se qualcuno stesse squarciando il mio cuore e lo stesse gettando nelle fiamme dell'inferno.

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