Capitolo 19

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Harry

Non era la giornata ideale per portare i bambini al parco, ma non potevano rimanere tutto il giorno in casa. Mia madre aveva accettate di tenere i gemelli. Lily e Simon correvano da una parte all'altra del parco, con loro c'erano altri due bambini e Napoleone. Erin aveva fatto camminare Kevin per un po', ma lui si era stancato subito.

-Tra una settimana è il tuo compleanno e tu non sai cosa vuoi?- Eravamo seduti su una panchina, Kevin era seduto sul passeggino affianco a noi. Avevamo aperto la questione compleanno non appena c'eravamo seduti sulla panchina e da quel momento, Erin, aveva continuato a chiedermi che regalo volessi.

-Non ho bisogno di regalo. Ho già tutto quello che voglio. Ci siete tu, i bambini, la mia famiglia...Non ho bisogno di altro- la guardai negli occhi e sorrisi.

-Sicuro di non volere niente?- si morse il labbro inferiore e mi guardò speranzosa.

-Sono sicurissimo- mi chinai e la baciai. Era rannicchiata contro di me, con le gambe sopra le mie e le braccia intorno al mio collo. Le morsi quel maledetto labbro inferiore che ogni volta mordicchiava quando era nervosa, il sapore delle sue labbra invase il mio palato e fece scattare la mia lingua in cerca della sua.

-Harry...- amavo quando il mio nome usciva fuori dalla sua bocca -...Aspetta un secondo- ero troppo occupato ad approfondire il bacio che non mi accorsi delle sue mani che faceva pressione sul mio petto. Vuole allontanarmi?!

-Che succede?- la guardai confuso. M'indicò un punto alle mie spalle e mi voltai.

Louis.

Era venuto con noi, ma era come se non ci fosse stato. Non parlava, non rideva e non accennava nemmeno un sorriso. Era come un morto.

Se ne stava seduto sulla parte alta dello scivolo, le gambe erano distese lungo lo svicolo e toccavano quasi terra. Non si guardava in giro, ma continuava a fissare le sue gambe.

-Va' da lui- mi consigliò Erin. Mi voltai, distogliendo lo sguardo.

-I bambini vorrebbero scendere, ma lui blocca il passaggio. Sì credo proprio che abbia bisogno di parlare con qualcuno, o quei bambini invecchieranno lassù-

-Bravo il mio uomo- scostai le gambe di Erin e mi alzai.

Mi strinsi nel mio cappotto e infilai le mani nelle tasche. Camminai verso lo scivolo e pensai a come cominciare la conversazione, con una persona depressa come il mio amico.

-Louis...- mi fermai accanto allo scivolo -...ehm...Forse dovresti scendere da lì. I bambini vorrebbero giocare-

Alzò la testa e mi guardò per alcuni secondi senza dire una parola. Voltò la testa verso il bambino seduto affianco a lui. Il bambino guardò Louis -Sei troppo grande per stare qui-

Louis squadrò il bambini da cima a fondo -E tu sei brutto-

-Mamma!- il bambino si alzò in piedi e se ne andò, piangendo.

-Louis! Ma che cavolo fai?- allargai le braccia e le feci ricadere lungo i fianchi.

-Era brutto, doveva saperlo- alzò le spalle.

-Avanti, scendi subito da lì!- se dovevo trattarlo come se fosse un bambino, allora l'avrei fatto.

-Mi scusi...- una voce alle mie spalle, attirò la mia attenzione. Era la mamma del bambino; ed era molto arrabbiata -...Il suo amico ha detto a mio figlio che è brutto-

-Signora, mi dispiace moltissimo, sta passando un momento molto difficile e non sa nemmeno lui quello che dice. Le chiedo scusa anche da parte sua, davvero-

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