Capitolo 33. Sabato sera.

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•Oggi vai in palestra?• mi chiede mia mamma.
•Si vado oggi pomeriggio, che poi stasera devo uscire.• le dico.
Sono le 11 ho appena finito di cucinare e di pulire, mio papà è a lavoro e a casa siamo solo io, mia mamma e mio fratello, le cose a casa si stanno facendo abbastanza pesanti, ogni giorno che passa l'aria si fa sempre più pesante, uscire forse mi servirà a staccare un po'..
Devo uscire alle 7 quindi mi inizio a preparare verso le 5, in palestra non ci sono più andata perché mamma doveva uscire e dovevo tenere mia sorella con mio fratello. Iniziò a lavarmi, mi passò la piastra, mi trucco. Faccio in modo di essere presentabile almeno il sabato sera quando esco. Mi vesto piuttosto normale, leggins è una maglia rossa in pizzo con il velo sopra quasi trasparente.
Verso le sette meno dieci la mia amica con cui devo uscire mi manda un messaggio e mi avverte che fa più tardi, essendo uscita anche il pomeriggio, di conseguenza aiuto mia mamma a pulire la cucina, loro hanno mangiato, io non avevo fame di conseguenza ho iniziato a prepararmi.
Mamma: •Non esci più?•
Io: •Si Mery ha fatto tardi quindi fra un po andiamo.•
Mamma: •Andate a piedi?•
Io: •Si, non abbiamo nessuno che ci accompagna.•
Mamma: •Ma è buio•
Io: •Lo so•
Mamma: •A che ora dovete andare?•
Quante domande?!
Io: •Appena mi manda il messaggio che dice che è pronta vado a casa sua e andiamo.•
Mamma: •Ti accompagno io.•
Io: •Non ce n'è bisogno grazie.•
Mamma: •Si ti devo parlare.•
Io: •Vabbè come vuoi.•
È passata quasi un ora da quando dovevamo uscire e Mery non mi ha ancora scritto. Decido di farlo io.
Io: ~Sei pronta?~
Mery: ~Si parti pure, scusami.~
Avverto mia mamma che Mery è pronta, ci mettiamo il gubbino, e andiamo giù, e saliamo in macchina, mette in moto, io mi stringo nel gubbino, c'è abbastanza freddo e mettere la maglia a giro maniche non è stato il massimo.
Io: •Di Cosa mi devi parlare?•
Ho l'ansia quando mi dicono ti devo parlare, preannuncia sempre qualcosa di male.
Mamma: •Nulla in particolare, una mamma non può parlare semplicemente con sua figlia?!•
la situazione a casa la sta facendo stare male e non poco, papà che continua a prendersela con lei, io che con il mio carattere che non sono molto d'aiuto è tutto il resto.
Io: •Si mamma.•
Le sorrido, in quel momento non so perché ma gli occhi si riempiono di lacrime, per fortuna mia mamma non se ne accorge.
Mamma: •Come va in palestra?•
Tiro un sospiro e cerco di non scoppiare a piangere.
Io: •Bene, la settimana prossima mi cambiano la scheda, se la palestra vi fa litigare a te e papà, posso smettere non e un problema.•
Lei per un po non risponde, poi mi guarda e mi sorride.
Mamma: •No non ti preoccupare tu, la palestra ti serve, secondo te non lo so che da quando hai iniziato ad andarci stai meglio?! Credi che non sappia che da quando vai in palestra hai ricominciato a dormire la notte e a mangiare un po più regolarmente?! Non so che gli attacchi di panico non li hai più?! Prima ti ho sentito quando eri in camera e ridevi guardandoti allo specchio perché ti vedevi più magra.• Questa risposta mi lascia senza parole, cosa che solo lei riesce a fare, non ci avevo pensato agli attacchi di panico, da quando vado in palestra si lì ho ancora, ma non sono pesanti come prima e durano molto meno, a dormire si, adesso qualche ora riesco a farmela filate senza svegliarmi, per il mangiare lì c'è ancora da lavorarci..
Siamo arrivate sotto casa di Mery e l'avverto siamo giù.
Io: ~ Sono con mia mamma, andiamo in macchina, scendi.~
Pochi secondi dopo mi risponde.
Mery: ~Arrivo.~
Approfitto di questo momento per vedere se Francesca mi ha risposto, il messaggio gli è arrivato lei è anche online, ma non mi ha risposto, oggi come gli altri giorni abbiamo parlato ma le cose sono diversa, lei è diversa, io sono diversa, vorrei solo che tutto fosse più semplice..
Chiudo Whastapp e faccio salire Mary in macchina, guardo fuori dal finestrino, è tutto buio, non si vede nulla, mamma e Mery parlano di non so cosa, l'unica cosa a cui penso è lei. Dio mio c'è lei ovunque, mi manca. La testa inizia a farmi male, arriviamo al pub dove andiamo di solito quando usciamo il sabato sera, e ancora chiuso quindi decidiamo di andarci a farci un giro in mezzo al "paese" se così si può dire. Sono abbastanza agitata, non so nemmeno io il perché, Francesca che non mi calcola di striscio e Mery che continua a parlare del ragazzo, dei suoi genitori e di non so cosa altro; l'unica cosa che ho capito è che sua sorella mi ha invitato al suo compleanno che è un sabato. Mi guardo intorno cercando qualcosa che non so nemmeno io cosa sia.
Io: •Mery andiamo a comprare le sigarette?•
Mi guarda perplessa, cose se avessi detto qualcosa di strano.
Mery: •Da quanto tempo e che tu fumi?•
Che domande del cazzo.
Io: •Da un po, andiamo o vado da sola.•
Non dice nulla, e non si alza nemmeno dagli scalini dove eravamo sedute. La guardo in attesa di una risposta, nel frattempo mi sono alzata, lei resti lì seduta.
Io: •Andiamo?•
Si alza e senza dire nulla e andiamo verso il tabacchino, senza dire nulla.  Quando entriamo c'è un ragazzo alto e molto, fin troppo magro dietro il bancone. Ci guarda.
Lui: •Come posso aiutarvi?•
Io: •Prendiamo un pacchetto di chesterfield e un accendino.• Mery resta dietro di me, mi guarda.
Lui: •L Accendino colore?•
Mi guarda e sorride, sembra un idiota.
Io: •Nera grazie.•
Lui: •Due belle ragazze come voi dove vanno di bello stasera?•
Continua a guardarci e a sorridere.
Idiota
Io: •Non ti interessa, e se puoi muoverti che abbiamo fretta. Grazie.•
Mi guarda male, si vede e non poco che ci è rimasto male, ma non mi interessa, ho altro a cui pensare in questo momento non di certo a questo idiota.
Una volta che ci dà le sigarette con l'accendino, paghiamo e usciamo fuori. Appena siamo fuori ne accendo una, finalmente. Ci fermiamo davanti la fontana che c'è in piazza e ci risediamo sugli scalini, Mery mi guarda come se mi volesse dire qualcosa, ma non lo fa.
Io: •Hai qualcosa da dire?•
Mi guarda come se fosse indecisa se parlare o no.
Io: •Allora?•
Alla fine si decide.
Mery: •Sono qui se hai bisogno di sfogarti o parlare o non so cos altro.•
Non è molto brava ad aiutare gli altri, specialmente con me, non sono il tipo di persona che si apre così tanto facilmente, io ascolto, ma non parlo mai di me. È raro che lo faccio, ma quando lo faccio vuol dire che di quella persona mi fido, poi se questa persona non apprezza il gesto mi chiudo più di prima.
Io: •Non ho nulla.•
Non posso dirgli di essermi innamorata di una ragazza. La quale è fidanzata con un altra ragazza. Non posso dirgli che lei è la ragione di tutto. Non posso dirgli questo. Non posso dirgli di papà, di mamma, non posso dirgli che mi sento inutile, non posso dirgli che mi sento un disastro, come ragazza, come figlia, come amica, come tutto. Non posso dirglielo.
Lei mi guarda come se aspettasse che io aggiungersi qualcosa.
Io: •Non ho nulla. Va tutto bene. Tranquilla. Ha aperto il swimming andiamo?•
E le sorrido. Lei mi sorride, con lei basta questo e subito mi crede.
Basta poco per illudere le persone.
Ho mandato una foto a Francesca dove fumo, voglio vedere la sua reazione, se ne è fregata pienamente, almeno credo che volesse dare questa impressione, non lo so.
Mery: •Si andiamo.
Mi sorride, e subito dopo ricomincia a parlare dei suoi problemi, quando siamo quasi arrivate sono già alla 4 sigaretta.
La testa inizia a girarmi, ma fa lo stesso, ci sono cose peggiori, non sono tanto pesanti.
Siamo arrivate e Prima di entrare Mery si ferma a parlare con delle ragazze, la testa gira, i pensieri sono troppi e ho bisogno di staccare un po'.
Io: •Mery andiamo dentro? Che prendo qualcosa.•
Mery: •Si va bene..•
Mi guarda perplessa, ma comunque mi segue e andiamo dentro. Appena siamo dentro mi fermo al bancone, la ragazza che c'è dietro mi guarda.
Ragazza: •Cosa prendi?•
Voglio qualcosa di pesante.
Io: • Un vodka lemon grazie.•
Ci impiega un po a farlo, intanto io la guardo, Francesca ha detto che di me non gli interessa, mi sono sentita crollare il mondo addosso.
Io: •Ne prendo due Grazie.•
Ne ho bisogno.
Appena pronti prendo i due bicchierini e vado a sedermi si divanetti, mi tolgo il gubbino che vado meglio, nel giro di venti minuti i due bicchieri finiscono, Mery mi guarda male, ma non mi importa, mi importa solo di Francesca adesso. Vorrei tanto che lei fosse qui con me, poterla abbracciare e stringere e dirle che è MIA. MIA. MIA. E MIA SOLTANTO.
la testa mi gira, mi sento soffocare, e ho caldo, troppo caldo.
Io: •Mery vado fuori a fumare, guardami il gubbino.•
Mery: •Va bene.•
Non gliene frega minimante di me.
Fanculo lei, fanculo tutto.
Esco fuori, con la maglia a giro e appena sono fuori iniziò a rimpiangere di essere uscita fuori così, ma un po d'aria fresca mi serviva.
Mi accendo una sigaretta, e mi metto in un angolo fuori da sola. Iniziò a pensare a l'estate scorsa, che stavo con lei e potevo abbracciarla e baciarla e non lasciarla più andare via, gli occhi, dannazione, Si ripieno di lacrime, mi odio. Alzo gli occhi al cielo così che forse le lacrime non scendono, ma è un tentativo inutile. Si avvicina un ragazzo.
Lui: •Mi presti l'accendino per favore, la mia non funziona più?•
Io: •Certo, tieni.•
Gli do l'accendino e si accende la sigaretta, poi resta lì vicino a me.
Lui: •Tutto bene?•
Io: •Sisi grazie e tu?•
Lui: •Si dai diciamo.•
Io: •Come mai diciamo?•
Lui: •Ho appena litigato con la mia ragazza.•
Dio santo, mi bastano già i miei di problemi d'amore.
Io: •La ragazza è qui?•
Lui: •Si è dentro.•
Io: •E tu hai appena litigato con la tua ragazza e stai perdendo tempo a fumarti la sigaretta, quando puoi benissimo farlo dopo piuttosto che andare da lei?!•
Lui: •Non sai nemmeno il perché abbiamo litigato.•
Io: •La ami?•
Lui: •Bhe si•
Io: •Allora se posso darti un consiglio, spegni quella cazzo di sigaretta, vai dentro da lei e baciala. Se no fidati che rimpiangerai di non averlo fatto domani e nei giorni a seguire.•
Il ragazzo senza farselo ripetere due volte entra, io gli ho dato il mio consiglio più sta a lui se ascoltarlo o no.
Finita la sigaretta rientro, Francesca non si fa sentire, prima di andare al tavolino ordino in coca malibu. Presto finisce anche quello, al tavolino Mery e le altre ragazze non Fanno altro che parlare di ragazzi, tradimenti e non so cos'altro, alle 11 papà ci viene a prendere, ho ancora poco più di 20 minuti, la testa gira e fa male allo stesso tempo, non credevo fosse una cosa possibile, invece devo ricredermi.
Finito il coca malibu ho ancora voglia di bere, ma decido di prendere qualcosa di leggere, un bel peschito ci sta. Questa volta però vado fuori a pere così che posso fumare ancora, tanto papà non si accorgerebbe mai che ho bevuto o fumato, potrei anche morirgli davanti e non se ne accorgerebbe. È rimasta solo una sigaretta ed è un peccato lasciarla da sola nel pacchetto quid mi perché no?! Ci siamo rovinate fino adesso, finiamo di rovinarci. Verso le 11 chiamo Mery, salutiamo tutte le altre e andiamo fuori, in queste serate mi sento sempre un pesce fuori d'acqua. Non mi sento a mio agio a stare così con loro, a parlare di cavolate e tutto il resto.
Mery: •Le sigarette?•
Io: •Sono finite.•
Mary: •Non credi che hai esagerato un po?•
Io: •Ti prego risparmiami la frase filosofica del cazzo, ho altre cose per la testa non ti ci mettere anche tu. Ah è in altra cosa, non dire nulla a papà o a mamma intesi?!•
Se sanno di questa cosa mi ucciderebbero.
Mery: •Se ne accorgeranno loro.•
Io: •Se tu ti stai zitta non si accorgeranno di nulla.•
Alle 11.30 viene papà a prenderci, mi metto dietro così da non farmi notare più di tanto, guardo fuori, è tutto così tranquillo, voglio solo lei. Voglio solo lei cazzo, voglio solo una cosa è nemmeno quella posso avere.
Decido di scrivergli.
Io: ~Non mi sento bene..~
Francesca: ~che hai? Hai bevuto?~
Io: ~Non ti arrabbiare~
Francesca: ~cosa hai bevuto, dove stai?~
Io: ~2 vodka lemon, 1 coca malibu, 1 peschito.~
Nel frattempo Mery è scesa dalla macchina, e papà non so perché inizia a urlarmi dietro, dice che sono sbagliata, lo so.. Dice che non vado bene, lo so.. Dice che sono inutile, lo so.. Dice che una figlia come me è solo una vergogna, lo so.. Dimmi qualcosa che non so.
Francesca: ~Ma sei scema?~
Io: ~Sono in macchina.~
Francesca: ~Con?~
Io: ~Il pacchetto da dieci è finito.~
Francesca: ~Con chi stai? Vai a casa.~
Io: ~Ci sto andando~
Mi manca, la voglio, non ho mai voluto così tanto in vita mia come voglio lei. Mi sento morire..

Il tempo passa, ma tu non passi mai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora