Capitolo 3.

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Riapro gli occhi ed è giorno. Guardo il telefono sono le 7, la musica va come suo solito, nessun messaggio, nessuna chiamata, nessuno mi cerca. Noto con mia grande sorpresa che mio fratello Antonio e mia sorella Luisa dormono ancora.
•Papà siamo arrivati?• chiedo.
•Si• mi risponde con un sorriso a trentadue denti.
Non ho mai avuto questo bel rapporto con mio padre e nemmeno con mia mamma. Sono stata sempre più legata ai miei nonni materni. Loro mi hanno cresciuto in un certo senso. Sono stata con loro da quando sono nata fino a tre anni e mezzo, perché i mei dopo pochi mesi dalla mia nascita si sono trasferiti al nord.
Loro mi hanno cresciuto, "viziata". Quello che Sono adesso lo devo solo a loro. Quando ero piccola che vivevo qui con loro, la nonna mi portava con lei, di prima mattina, a comprare il pane e a me comprava la pizza. Ora sono cresciuta ma quando vengo qui, questo vizio non manca mai. I miei se ne sono andati di qua per via del lavoro, e quando mi hanno portato con loro i miei nonni ne hanno risentito tanto perciò solo un paio di anni fa se ne sono saliti anche loro. Quando vivevo qui stavo spesse volte anche con i genitori di mio padre, i miei nonni paterni, solo che loro apparte quei due o massimo tre giorni poi ritrovavo ritornare dagli altri nonni. Loro non volevano responsabilità, di conseguenza i miei nonni materni si sono presi cura di me.
Guardo fuori dal finestrino, passiamo davanti casa di mia zia che normalmente sta Dormendo, ha tutto chiuso. Tanto poi la vedrò fra un paio di ore. Quando ero piccola lei stravedeva per me, poi da quando è nata mia sorella, invece, non sa nemmeno più che esisto, dato che mia sorella ha il suo stesso nome è più legata a lei che a me. Ora cerca lei, non più me.
Arriviamo sotto il palazzo dove abita la nonna. Finalmente.
Dopo tutto il viaggio scendo dalla macchina. Non mi sento più le gambe, ma credo sia una cosa normale. Ho mandato il messaggio a Roberto con scritto: ~Sono arrivata.~ Non ha ancora risposto si vede che sta dormendo, infondo sono solo le 7.15 di mattina del 12 di agosto, sfido a vedere se qualcuno è sveglio a quest ora. Ma sinceramente Mi interessa poco, si sono legata a lui ma posso farne a meno se sono costretta. Poso il telefono nella borsa e aiuto papà a portare tutte le valigie su. Appena mi vede mia nonna mi abbraccia e mi riempie di baci. È la prima volta che entro in questa casa dopo che il nonno è morto, vedo anche che sono state fatte delle modifiche. Ora è vuota.. Con loro ci sono stata poco, ma le infinite partite di carte con il nonno sono indimenticabili, lui che anche se era poco il tempo con cui ci stavo mi faceva ridere. Passo per la cucina dove io e lui passavamo giornate intere a parlare, ridere e giocare. Poi mi ricordo che quando la sera dormivo qui e avevo paura di stare da sola in camera lui mi faceva dormire fra lui e la nonna.
Stare qui. Stare qui senza di lui. Senza lui che mi stringe o che mi chiede come è andata a scuola quest'anno, o se sono fidanzata o anche solo domande più stupide. Senza lui che è seduto sulla sdraio fuori al balcone con me seduta per terra a giocare e ridere.
Mi manca..
Dopo mangiato vado a stendermi sono stanca. Questa casa ha un odore così diverso ora. Mi sento un groppo in gola, dopo che la nonna mi ha detto che devo dormire con lei nel letto, proprio dalla parte che dormiva lui.
Oggi Roberto L ho sentito poco e niente, apparte chiedermi come sto e cosa faccio abbiamo smesso di parlare, ma poco mi interessa.
Mi riposo un po, fino a quando..
•Rita, svegliati. Noi usciamo. Tu vuoi venire?•
Sento il suono della voce di mia madre.
•No.• rispondo.

Loro escono io resto a casa con la nonna e mia sorella. Quella casa più passa il tempo più mi sembra vuota.. Mi chiama Roberto, stiamo al telefono per un po poi decido di andare a dormire. Sono stanca e poi più dormo più passa il tempo.
Sto qui nel letto, in attesa di addormentarmi e resto stesa a guardare il soffitto, a pensare agli anni precedenti, a quando Gli anni prima che ero scesa e passavo la nottata fuori al balcone a vedere le macchine che passavano, o a parlare con la ragazza che abita vicino alla nonna, passavo le nottate a sentire i rumori del mondo là fuori e io ero lì. Proprio come in quel momento. Prendo il telefono e vedo che è mezzanotte passata e io sono ancora lì a guardare il soffitto.
Dopo un po sento la porta d'entrata aprirsi, sono tornati mamma e papà: •Rita dorme?• chiede papà alla nonna. •Si.• risponde lei. Io mi giro verso la finestra a guardare quel cielo così scuro e penso solo che non vorrei sentirmi così sola, vorrei avere qualcuno qui vicino a me, che mi stringa e che mi dica che non sono più sola, ma tutto ciò è impossibile. Questo non accadrà mai..

Il tempo passa, ma tu non passi mai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora